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Made in Italy Innovation Forum, la seconda giornata a Cernobbio (CO)


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Al via la prima edizione del Made in Italy Innovation Forum, la tre giorni dedicata ai trend e alle sfide dei principali settori della manifattura per offrire soluzioni in grado di assicurare futuro e competitività all’industria italiana. Oltre 100 speaker, 30 sessioni verticali parallele, 1000 i partecipanti riuniti fino al 25 giugno a Villa Erba a Cernobbio dove la più grande comunità di ricerca e innovazione del manifatturiero italiano, aziende, associazioni di categoria e istituzioni, si confrontano sulle ultime novità nella sostenibilità e nella digitalizzazione per le aziende del Made in Italy.

Anche in questa seconda giornata molte le voci che si sono susseguite nelle sessioni plenarie e nei panel settoriali, tra questi: Marco Nocivelli (Vicepresidente con delega alle Politiche Industriali e Made in Italy, Confindustria), Enrico Giovannini (Direttore scientifico, ASviS-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), Antonio Romeo (Direttore Generale, Dintec – Consorzio per l’Innovazione tecnologica di Unioncamere), Amerigo Splendori (Direttore Generale per i Servizi Territoriali, Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Roberto Merlo (Direttore Generale e Program Research Manager, Partenariato Esteso MICS-Made in Italy Circolare e Sostenibile).

Marco Nocivelli (Vicepresidente con delega alle Politiche Industriali e Made in Italy, Confindustria): «In un periodo complesso come questo le imprese hanno bisogno di fiducia e di certezze per fare investimenti. Confindustria ha aperto un dialogo con il governo per cercare di semplificare il Piano Transizione 5.0, partito con grandi complessità burocratiche che ne hanno ostacolato la riuscita. Purtroppo, i decreti attuativi sono stati licenziati con grande ritardo e per questo l’appello che faccio è quello di evitare la mannaia della scadenza al 31 dicembre 2025. Bisogna superare questa impasse, anche attraverso la messa in campo di risorse nazionali, perché le aziende manifatturiere hanno tempi tecnici per sviluppare prodotti e tecnologie nuove che non sono comprimibili in pochi mesi.»

Enrico Giovannini, Direttore Scientifico, ASviS-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile: «Non si può tornare dalla transizione energetica ed ecologica, il rischio non è solo quello di una catastrofe ambientale, ma anche di una forte perdita di competitività per l’economia italiana. Un sistema economico che non tiene conto di questo aspetto rischia un pesante effetto boomerang. La crisi climatica sta accelerando in maniera esponenziale e i modelli lineari a cui eravamo abituati non sono più validi. I costi dell’inazione rispetto a questi cambiamenti, in particolare per le imprese, sono spesso sottostimati. I dati mostrano che le imprese che hanno intrapreso un reale percorso di sostenibilità sono più competitive e con bilanci positivi. La grande sfida consiste dunque nel coinvolgere l’intero comparto manifatturiero in questa direzione, superando le resistenze di chi preferirebbe rallentare o attendere. Gli altri Paesi stanno correndo: se l’Italia vuole continuare a essere competitiva, deve correre anch’essa.»

Amerigo Splendori, Direttore Generale per i Servizi Territoriali, Ministero delle Imprese e del Made in Italy: «Il ruolo del MIMIT – che non a caso ha assunto questo nome – non è quello di fare da regolatore distante, ma di essere partner attivo delle imprese. Non vogliamo limitarci a emanare leggi, ma vogliamo accompagnare l’impresa con strumenti concreti, disegnati intorno alle sue esigenze reali. Il piccolo imprenditore non può avere il tempo e le risorse per conoscere ogni fondo disponibile, ogni misura di incentivo, ogni ente di riferimento. Ci troviamo in un sistema articolato, complesso, che si muove su più livelli – dal nazionale al locale – dove le competenze si distribuiscono tra Regione, Comune, Camera di Commercio, e così via. Ciò che serve davvero è un punto di contatto, un luogo in cui tutto questo possa essere razionalizzato e reso accessibile. A questo scopo sono state aperte le Case del Made in Italy: uno spazio di accoglienza, di prossimità, di ascolto dove indirizzare l’imprenditore verso il soggetto istituzionale giusto, verso l’incentivo più adatto alle sue esigenze, senza sovrapposizioni o dispersioni. Ma c’è anche un’altra funzione fondamentale che le Case del Made in Italy stanno assumendo: quella di raccogliere dal basso, dal territorio, i bisogni reali delle imprese per poi trasferirli al livello centrale. Recuperare questo flusso informativo è cruciale

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Antonio Romeo, Direttore Generale, Dintec – Consorzio per l’Innovazione tecnologica di Unioncamere: «Grazie al PNRR sono nati e si sono strutturati diversi ecosistemi dell’innovazione: i Competence Center, i Digital Innovation Hub europei, i centri territoriali. MICS è un esempio concreto di questo lavoro condiviso. Il prossimo obiettivo è far sì che questi ecosistemi non rimangano realtà isolate, ma diventino parte di una rete più ampia, interconnessa, in grado di condividere competenze, esperienze e buone pratiche. Credo che questa sia una delle sfide più importanti dei prossimi anni: terminato il ciclo di investimenti del PNRR, sarà essenziale rafforzare le alleanze tra questi attori e rendere queste strutture sempre più accessibili alle imprese, in particolare alle micro e piccole, che da sole farebbero più fatica a innovare

Roberto Merlo, Direttore Generale e Program Research Manager, Partenariato Esteso MICS-Made in Italy Circolare e Sostenibile: «L’obiettivo che ci poniamo come MICS è non solo di sviluppare tecnologie all’avanguardia, ma di creare una piattaforma nazionale che sia di riferimento per l’innovazione responsabile, un “laboratorio permanente di futuro” non solo dal punto di vista scientifico ma soprattutto industriale. La forza di MICS è la capacità di trasformare la ricerca in soluzioni concrete per le imprese e per ogni impresa, come un vestito su misura. Per le PMI questo significa avere accesso a competenze e infrastrutture che da sole non potrebbero permettersi; per le grandi aziende è un modo per innovare più velocemente e in modo integrato».

Promosso dal Partenariato Esteso MICS-Made in Italy Circolare e Sostenibile, che coinvolge Università, Centri di Ricerca e Imprese, è finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca grazie ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU.

MICS è un “hub” dell’innovazione che mette in comunicazione impresa e ricerca, pubblico e privato. MICS ha attivato fino ad oggi circa 146 progetti che spaziano dalle plastiche commestibili per il confezionamento della frutta, alla fabbrica italiana nello spazio; dal recupero gli scarti degli ulivi colpiti dalla Xylella per la produzione di biomateriali avanzati impiegati per la produzione di prodotti hardware, alle etichette 4D e storytelling digitale per combattere la contraffazione nella moda.






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