Operazione Antiriciclaggio a Solofra

Avellino – La Guardia di Finanza ha eseguito questa mattina sette misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati. I provvedimenti sono stati emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, su richiesta della Procura.

L’indagine avviata nel 2023

L’operazione si inserisce nel quadro di un’indagine avviata nel giugno 2023 dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Solofra. In quella fase erano già stati adottati provvedimenti personali e reali. Le indagini, complesse e articolate, hanno consentito di individuare un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di proventi derivanti da reati tributari. La base dell’organizzazione si trovava a Solofra, nell’area del polo conciario. Le attività illecite avevano estensione nazionale.

Il sistema delle fatture false

Secondo quanto accertato dai militari, l’organizzazione operava mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L’analisi dei flussi finanziari ha riguardato importi superiori a 60 milioni di euro. Le fatture false erano emesse e ricevute da imprese attive nei settori del pellame e della consulenza informatica.

Un dipendente delle Poste tra gli indagati

Tra le persone coinvolte figura un dipendente delle Poste Italiane. Il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Avellino, Leonardo Erre, ha spiegato che si è trattato di un’operazione condotta nel tempo. «Abbiamo inferto l’ultimo colpo a questo sodalizio criminale, colpendone i vertici e gli organizzatori», ha dichiarato. Il sistema, ha aggiunto, si fondava su un meccanismo consolidato: la creazione di fatture false, seguita dal riciclaggio e autoriciclaggio dei proventi. «Si tratta dell’ultima fase dell’attività criminale, che mira a confondersi con l’economia legittima», ha affermato. «Una forma di criminalità che si insinua nella quotidianità, in particolare nel tessuto delle imprese oneste».

I sequestri eseguiti e le valutazioni del GIP

In termini economici, a maggio 2025 erano stati sequestrati circa 8 milioni di euro. La ricostruzione dei movimenti finanziari, condotta anche attraverso l’analisi della documentazione e dei dispositivi elettronici sequestrati, ha permesso di risalire ai beneficiari dei proventi illeciti. Sono state identificate le modalità di reinvestimento e i soggetti coinvolti.

Le misure cautelari eseguite finora sono 19: 12 di custodia in carcere, 2 ai domiciliari, 4 interdizioni temporanee dall’attività imprenditoriale e 1 interdizione dai pubblici uffici. I sequestri riguardano denaro, immobili, orologi di pregio, armi e altri beni. Le indagini proseguono.

Le società di comodo e i professionisti: l’attenzione delle Fiamme Gialle resta altissima

Secondo quanto riferito dal comandante Erre, nel più ampio ambito del contrasto all’evasione fiscale, l’ammontare complessivo delle operazioni supera i 150 milioni di euro. Le somme sequestrate derivano da un procedimento articolato: le proposte di sequestro avanzate dalla Guardia di Finanza vengono trasmesse alla Procura, che le sottopone al GIP. Quest’ultimo valuta la sussistenza dei requisiti previsti, tra cui il periculum in mora e il fumus delicti.

Sempre nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, numerose sono le figure professionali attenzionate dalla Guardia di Finanza che, nel corso delle molteplici operazioni condotte in provincia di Avellino, si è trovata dinanzi a diversi professionisti incaricati di predisporre strumenti finalizzati alla frode. In diversi casi si è trattato di soggetti retribuiti per fungere da rappresentanti legali di società di comodo, spesso costituite e sciolte nell’arco di brevi periodi.

Le finalità – ha spiegato – spaziavano dall’evasione fiscale all’abbattimento dell’IVA, fino all’accesso indebito a contributi pubblici, inclusi quelli erogati durante l’emergenza Covid.