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“PMI, l’equilibrismo strategico” – Cronaca Milano


Milano, 24 giugno 2025 – Cosa significa “equilibrismo strategico” per le PMI? Come affrontare le sfide di un’industria manifattura che cresce a un tasso dello “zero virgola”?

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Ma siamo sicuri che cresca?

Questi i temi centrali dell’evento “PMI, l’equilibrismo strategico“, che oggi ha riunito oltre cento imprenditrici e imprenditori nella storica Villa Clerici di via Terruggia a Milano.

L’incontro, organizzato da A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie, che aderisce a Confartigianato Imprese, ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulle sfide complesse che le imprese manifatturiere stanno affrontando, tra cui geopolitica, intelligenza artificiale (AI) e continuità aziendale, nonché il ruolo delle istituzioni nella tutela e nello sviluppo delle PMI.

Nel contesto attuale, per le PMI, definire l’equilibrio strategico in azienda significa affrontare una molteplicità di sfide che richiedono visione, flessibilità e capacità di bilanciare esigenze spesso contrapposte. In questo scenario, un sondaggio condotto da A.P.I., ha rivelato che la priorità, per molte imprese, è, infatti, adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato (28%), seguita dalla necessità di bilanciare innovazione e stabilità (25%) e di investire sulle competenze delle persone (19%), elementi che delineano un approccio dinamico, in cui la capacità di evolversi senza perdere solidità è considerata fondamentale.

Le aziende cercano di mantenere un equilibrio strategico soprattutto tra investimenti e contenimento dei costi (23%), ma anche tra innovazione e stabilità operativa (19%) e tra espansione verso nuovi mercati e fidelizzazione della clientela attuale (18%) dimostrando come la crescita venga perseguita con attenzione alla sostenibilità economica e alla continuità delle relazioni con i clienti.

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Un altro fattore emerso dalla survey è l’impatto delle tensioni geopolitiche globali, considerate estremamente rilevanti dal 25% delle PMI e moderatamente dal 56%. Le principali aree colpite sono i costi delle materie prime (22%), la catena di approvvigionamento (18%) e il costo dell’energia (12%). Tuttavia, solo l’11% delle aziende ha già adottato misure per mitigare questi rischi, mentre il 67% non ha ancora intrapreso azioni concrete.

«L’incontro di oggi – ha spiegato Stefano Valvason, Direttore Generale A.P.I., che ha aperto i lavori del convegno – è stato un momento prezioso di confronto su come affrontare il futuro con maggiore consapevolezza. Viviamo un periodo complesso, segnato da molteplici sfide: l’età avanzata di imprenditori e lavoratori nell’approccio alle nuove tecnologie, l’inverno demografico che rende difficile l’inserimento dei giovani in azienda, il mismatch di competenze, l’aumento dei costi e il peso della burocrazia. In questo scenario, l’innovazione si conferma un asset strategico per cogliere le opportunità, ma va affrontata con il giusto supporto. A.P.I. – conclude Valvason – è un partner affidabile, non con una logica cliente/fornitore, affiancando l’imprenditore nelle scelte, sostenendolo nel cambiamento. Siamo un’Associazione che rappresenta la voce di imprenditrici e imprenditori ai tavoli di lavoro, per dialogare con le parti sociali e contribuire a decisioni realmente aderenti ai bisogni del tessuto produttivo».

E lo hanno capito bene gli imprenditori, che oggi, a Villa Clerici, hanno partecipato attivamente al convegno.

Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia ed Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia hanno portato i saluti delle istituzioni.

Il giornalista Dino Bondavalli ha moderato la tavola rotonda, che ha visto gli interventi di Fabio Antoldi, Professore ordinario di Strategia Aziendale e di Imprenditorialità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Pierfrancesco Maran, Europarlamentare membro della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO), Layla Pavone, Coordinatrice del Board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano e Simona Tironi, Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro di Regione Lombardia.

In particolare, il professor Antoldi, ha evidenziato che «le PMI sono esposte all’effetto incrociato delle transizioni digitale, demografica ed energetica, a cui si è aggiunta l’incertezza delle tensioni geopolitiche. I numeri, impietosi, ci mostrano che molte PMI, soprattutto le micro e le piccole, ne stanno soffrendo. Si percepisce un senso di disorientamento, che rende spesso difficile prendere decisioni aziendali. La reazione degli imprenditori deve focalizzarsi su alcuni punti chiave: consapevolezza della assoluta centralità dei dati per guidare l’impresa; avere il coraggio di innovare per crescere, rivedere il proprio modello di business; investire sulla visibilità aziendale per attrarre i talenti. Unito a una politica industriale capace di adottare gli strumenti alle diverse esigenze delle PMI».

Pierfrancesco Maran, Europarlamentare membro della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) ha evidenziato che «stiamo vivendo un contesto geopolitico segnato da instabilità e competizione globale, l’Unione Europea ha la responsabilità e il dovere di rafforzare il proprio mercato interno, tutelando soprattutto le MPMI manifatturiere con norme che non siano un ostacolo, ma uno strumento per promuovere la competitività e la sostenibilità aziendale. Anche rispetto alla transazione ecologica, l’unico modo di riuscirci è coinvolgere le piccole e medie imprese negli obiettivi e negli strumenti migliori per raggiungerli».

Layla Pavone, Coordinatrice del Board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano ha spiegato che «la crescita del nostro Paese dipende dalle competenze che saranno in grado di sviluppare le piccole e medie industrie, alle quali è chiesta la capacità di accogliere l’innovazione tecnologica come un alleato che può supportare il loro know how originale. L’AI le riguarda da vicino e devono governarla per restare competitive».

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Simona Tironi, Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro di Regione Lombardia ha spiegato che «le piccole e medie imprese rappresentano una componente strategica del tessuto economico lombardo e un punto di riferimento per l’occupazione, l’innovazione e la coesione sociale. Regione Lombardia è fortemente impegnata nel sostenere queste realtà attraverso politiche attive per il lavoro, percorsi formativi mirati e investimenti in innovazione e transizione digitale. In un contesto segnato da profondi cambiamenti tecnologici e globali, è prioritario rafforzare il dialogo tra sistema produttivo e sistema formativo, per garantire alle imprese le competenze necessarie ad affrontare le sfide del presente e del futuro. L’introduzione dell’intelligenza artificiale nei percorsi formativi professionali rappresenta un passaggio decisivo per accompagnare le PMI in un’evoluzione sostenibile e competitiva, in linea con le trasformazioni del mercato del lavoro».

«In Lombardia le imprese manifatturiere continuano a chiudere, e il saldo tra aziende nate e cessate è sempre più negativo. Mantenere vive e competitive le nostre imprese richiede una straordinaria capacità di adattamento, resilienza e visione strategica da parte di noi imprenditori» ha spiegato il presidente di A.P.I. Alberto Fiammenghi a conclusione dell’evento.

«Dobbiamo però essere lucidi: non possiamo illuderci dietro i lievi segnali di crescita del PIL. Servono politiche concrete e mirate a sostegno delle PMI, in particolare di quelle produttive. È la manifattura che genera valore reale: crea occupazione stabile e qualificata, mantiene la ricchezza nel Paese e alimenta l’economia reale. Parlo di imprese sostenibili, fatte da persone che innovano, che credono nel territorio in cui operano e che guardano con responsabilità alle generazioni future».



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