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Polo del Gusto incassa finanziamento da 7 mln euro da Cherry Bank. C’è la garanzia SACE Growth


Polo del Gusto (Gruppo Illy), holding del food & beverage che fa capo a  Riccardo Illy, ha incassato un finanziamento da 7 milioni di euro da Cherry Bank (si veda qui il comunicato stampa).

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L’operazione consiste in un mutuo con garanzia SACE Growth della durata di sei anni, studiato per accompagnare Polo del Gusto nei suoi piani di espansione industriale, con alcuni marchi da rilanciare e in parte risanare. L’idea di fondo, in ogni caso, è quella di porre  attenzione allo sviluppo di prodotti di eccellenza a basso impatto ambientale.

Ricordiamo che Polo del Gusto raggruppa le controllate produttrici di thè (Dammann Frères), cioccolato (Domori), biscotti (Pintaudi), Prestat (praline) e succhi di frutta (Achillea), oltre la britannica Rococo Chocolate e ad Agrimontana, partecipata al 40% e controllata dalla famiglia Bardini.

Il gruppo era passato sotto il controllo di Riccardo Illy nell’ottobre 2023 (si veda altro articolo di BeBeez), nell’ambito di un’operazione di più ampia di riorganizzazione dell’azionariato della holding dell’intero gruppo Illy. Riccardo era infati uscito dal capitale della holding (l’allora RAA spa, oggi Holding Illy spa), a valle di un’articolata operazione di scissione, che contestualmente aveva portato il controllo di Polo del Gusto per il 95% a Riccardo Illy (tramite la holding Exgi), con il restante 5% che era rimasto diviso equamente tra Gruppo Illy e la famiglia Ponti (quest’ultima entrata nel capitale di Polo del Gusto con il 2,5%, dopo avergli venduto Achillea nel 2022. La riorganizzazione della holding si è poi conclusa nei giorni scorsi con l’uscita dal capitale della holding anche da parte di  Daria Illy, figlia di Riccardo (si veda altro articolo di BeBeez).

“Siamo oggi una holding composta da quattro Società Benefit, dedicate a qualità, innovazione e sostenibilità. In Cherry Bank abbiamo trovato un partner autorevole in un momento di forte crescita in particolare per Domori, Pintaudi e Dammann Frères con conseguente impegno di risorse dettato, oltre che dagli investimenti nei nuovi siti produttivi, anche dalle dinamiche dei mercati delle materie prime”, ha dichiarato Angelo Manca, da gennaio scorso direttore generale del Polo del Gusto.

Il gruppo ha chiuso il bilancio consolidato 2023 con un valore della produzione di 87 milioni di euro, 79,4 milioni di euro di ricavi netti, un ebitda di 2 milioni e un debito finanziario netto di 4,4 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 83 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). A livello aggregato, però, considerando quindi anche altre società collegate, il fatturato ha raggiunto i 114,5 milioni nel 2023, che sono diventati 126 milioni nel 2024,  con un ebitda intorno al 10%, così come rivelato dal Corriere della Sera in un articolo di inizio marzo, dove si precisava che la gran parte del giro d’affari viene dalla controllata Dammann Frères (47,5 milioni), seguita da Domori (30 milioni), Prestat (8,6 milioni), Achillea (3,8 milioni) e Pintaudi (1,4 milioni).

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Nello stesso articolo Riccardo Illy riassumeva le ultime iniziative del gruppo soprattutto sul fronte delle controllate Dammann Frères e Domori, l’uscita dal business dei gelati, almeno in via diretta, e la sua disponibilità a “all’ingresso, nel gruppo o nelle singole società, di un socio, ma soltanto in minoranza: purtroppo ultimamente i fondi vogliono la maggioranza”.

A quest’ultimo proposito, ricordiamo che in Dammann Frères, una delle più antiche maison di tè francese, soci di minoranza già ci sono dal giugno 2023, quando Il fondo Ambition Agri Agro Investissement (IDIA Capital Investissement) e Crédit Agricole Régions Investissement (Carvest) avevano annunciato un investimento (si veda altro articolo di BeBeez). Allora non era stata precisata la quota di capitale acquisita, ma ora si sa che si tratta del 24,2% attraverso Idia Capital e dello 0,80% attraverso Val de France Expansion, con il Polo del Gusto che controlla il 71,3% e il resto che è in mano a due manager. Su Dammann Frères Illy sta puntando tanto e ha investito per dotarlo di un nuovo stabilimento da 36 milioni a Dreux, vicino a Parigi, che dovrebbe essere consegnato a fine agosto e diventare operativo entro fine anno per raddoppiare la produzione. “Il fatturato è salito del 7% e quest’anno pensiamo di superare i 50 milioni, dai 44 del 2023.  L’utile è cresciuto del 40%”, ha detto ancora Illy al Corriere, dove si legge che nel 2024 l’azienda del tè ha aperto boutique a Torino, Osaka, Digione e ha chiuso un accordo commerciale con la Tour Eiffel.

Quanto a Domori, produttore di cioccolato pregiato, controllato dal Polo del Gusto al 97,5%, ha sofferto per l’impennata del prezzo delle materie prime e per i costi di ristrutturazione del nuovo stabilimento a None (Torino), che è costato 11 milioni di euro, dove la società traslocherà nel 2028. Per questo i soci l’hanno ricapitalizzata per ben due volte: una per 4,9 milioni nel corso del 2024 e l’altra, per 5 milioni, pochi giorni fa, così come annunciato dalla società con lo stesso comunicato stampa nel quale riferiva i risultati di bilancio 2024.  In precedenza, nel dicembre 2022, Simest aveva finanziato per 3 milioni di euro il piano di investimenti di Domori, sia direttamente sia attraverso il suo  Fondo di Venture Capital, per supportare sia lo sviluppo commerciale nel mercato del Regno Unito attraverso la controllata inglese Prestat Group Ltd sia la presenza del brand in Italia, con la realizzazione del nuovo stabilimento ex Streglio (si veda altro articolo di BeBeez).

L’anno si è chiuso con ricavi netti in crescita a 29,5 milioni di euro (da 26,3 milioni nel 2023), in presenza però di un ebitda negativo per 1,1 milioni (da uno negativo per 1,4 milioni) e di una perdita netta per 5,8 milioni (da una perdita netta di 4 milioni), a fronte di un debito finanziario netto di 12,7 milioni (da 13,3 milioni), che include un minibond da 5 milioni emesso nel 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto a quest’anno, Riccardo Illy lo scorso marzo al Corriere aveva detto di prevedere che il gruppo chiuderà in pareggio.

A fine dicembre alla guida di Domori è arrivato l’ad Giacomo Biviano, manager storico di casa Illy, che ha impresso un nuovo passo all’azienda: nei primi cinque mesi dell’anno le vendite hanno superato il budget, mentre nel mese di maggio si è registrato un incremento del +16% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Infine, come accennato sopra, Polo del Gusto non conta più nel perimetro diretto la Fgel Bonetti, produttore di gelati: il gruppo ha gradualmente venduto il proprio 23,5% (l’ultimo 2,3% a fine 2024) a Rrem, società di gestione e consulenza sul retail della quale, però, lo stesso Polo possiede il 20%. “Abbiamo intenzione di costruire una newco entro l’anno con Rrem, dove noi avremo il 60%, per sviluppare le catene dei negozi”, ha anticipato al Corriere Riccardo Illy, che fa sempre affidamento sul retail per lo sviluppo dei marchi, anche attraverso l’insegna Incantalia.



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