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Resto qui di Invitalia, tutto quello che c’è da sapere sull’incentivo: requisiti, scadenza, modalità di partecipazione


Resto qui è un incentivo che rappresenta un’estensione del più noto Resto al sud. Si tratta di un programma “aggiuntivo” gestito anch’esso da Invialia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo.

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L’obiettivo dell’iniziativa è quello di supportare nascita e sviluppo, appunto, di nuove attività imprenditoriali e professionali. La necessità ravvisata dall’Agenzia nazionale, però, è stata quella di dover incidere su aree specifiche del Paese dal punto di vista economico e sociale.

Resto qui di Invitalia, tutto quello che c’è da sapere sull’incentivo: requisiti, scadenza, modalità di partecipazione (CANVA FOTO) – Notizie.com

Dunque, a chi si rivolge Resto qui? Protagonisti dell’incentivo sono gli oltre centodieci Comuni (centosedici per la precisione) che si trovano nel cosiddetto cratere sismico del centro Italia. Parliamo dei territori colpiti dai terremoti del 2016 e del 2017 del Lazio, delle Marche e dell’Umbria. Per ben ventiquattro di questi Comuni, ovvero quelli che hanno riportato più del 50% di edifici inagibili, non ci sono limiti di età per accedere a Resto qui.

Inoltre sono incluse nel provvedimento di Invitalia anche le isole minori marine, lagunari e lacustri del centro e del nord Italia. Tra di esse figurano Ponza, Ventotene, Capraia, Monte Isola, Isola Maggiore, Isola Polvese, Isola d’Orta. Resto qui è dedicato a cittadini con meno di 56 anni (tranne, come già accennato, per ventiquattro Comune dove non ci sono limiti di età). Per partecipare bisogna essere residenti o dichiarare che verrà trasferire la residenza nelle aree interessate.

Resto qui di Invitalia, chi può partecipare e con quali progetti

I partecipanti non dovranno essere titolari di altre imprese attive e non aver ottenuto altre agevolazioni nazionali negli ultimi tre anni, ma non solo. Sono esclusi i cittadini che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato a meno che non vi rinuncino al momento dell’approvazione del progetto. Possono partecipare imprenditori di attività già costituite dopo il 21 giugno 2017, di aziende da costituire entro 60 giorni dall’esito positivo dell’istruttoria comunicato da Invitalia o anche liberi professionisti.

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Resto qui finanzia progetti dedicati al commercio, al turismo, alla pesca e all’acquacoltura, alla fornitura di beni e servizi alle imprese e alle persone, all’industria e all’artigianato, alla trasformazione di prodotti agricoli. Sono escluse le sole attività agricole primarie. Ma cosa si può fare con i fondi di Invitalia? L’Agenzia di sviluppo finanzia la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria degli immobili, al massimo per il 30% della spesa, ma non solo.

Resto qui di Invitalia, le attività finanziabili
Resto qui di Invitalia, chi può partecipare e con quali progetti (CANVA FOTO) – Notizie.com

È possibile acquistare macchinari, impianti e attrezzature, programmi e servizi informatici, o sostenere spese di gestione come utenze, affitti e leasing. L’importo massimo erogabile da Invitalia è 50mila euro per ogni richiedente, 200mila in caso di società composte da almeno quattro soci, 60mila euro per ditte individuali e liberi professionisti. Il 50% della cifra corrisponde al un contributo a fondo perduto mentre l’altro 50% è un finanziamento bancario a tasso zero i cui interessi sono interamente a carico dell’Agenzia.

Presentare domanda, al momento, non ha scadenza. Basta collegarsi (qui) al portale online di Invitalia. Stando agli ultimi dati forniti sono già stati finanziati oltre 19mila progetti, concesse agevolazioni per 842 milioni di euro e creati 63mila posti di lavoro.



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