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ripresa lenta tra incertezze e investimenti pubblici


Il mercato dell’edilizia non residenziale europea si prepara a una ripresa debole nei prossimi anni. Secondo quanto emerge dal rapporto Euroconstruct, presentato a Dublino da Cresme, tra il 2025 e il 2027 si prevede una crescita media annua dell’1,5%. Dopo un 2023 chiuso in negativo e un 2024 ancora piatto, il comparto si muove lentamente, frenato da una domanda privata incerta, ma parzialmente sostenuto dalla spinta degli investimenti pubblici e dai fondi legati alla transizione verde e digitale.

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Edilizia non residenziale in Europa: ripresa lenta tra incertezze e investimenti pubblici

Le previsioni indicano un quadro eterogeneo all’interno dell’Europa. In Francia e Germania il settore non residenziale resta in contrazione, risentendo della debolezza della domanda interna e di una certa cautela nel rilancio delle opere pubbliche. Al contrario, la Spagna mostra una vitalità maggiore grazie all’impiego più rapido ed efficiente dei fondi Next Generation EU. In Italia, la fine della stagione dei superbonus ha lasciato un vuoto che fatica a essere colmato: il mercato non residenziale resta fragile, sostenuto soprattutto dagli interventi pubblici sulla scuola e sulla sanità.

Opere pubbliche e fondi europei come leva di rilancio

La leva pubblica si conferma decisiva per sostenere la domanda. Scuole, ospedali, uffici amministrativi e infrastrutture sociali sono al centro dei programmi di investimento di molti Paesi europei. Tuttavia, il ritmo di attuazione di queste opere varia significativamente da nazione a nazione. I ritardi amministrativi e le difficoltà nel far partire i cantieri rischiano di smorzare l’effetto moltiplicatore atteso. Il PNRR gioca un ruolo centrale in Italia, ma resta da verificare la reale capacità di spesa e la qualità delle opere messe in campo.



La sfida della sostenibilità e dell’efficienza


A pesare sul mercato non c’è solo l’andamento economico generale, ma anche la trasformazione strutturale in atto nel settore. L’edilizia non residenziale è oggi chiamata a confrontarsi con standard energetici sempre più stringenti, criteri di sostenibilità ambientale e nuove esigenze di progettazione legate alla digitalizzazione. Questi fattori rendono più complessa e più costosa la realizzazione di nuovi edifici o la ristrutturazione del patrimonio esistente, incidendo sulla propensione all’investimento sia dei privati che del settore pubblico.



Prospettive prudenti, ma positive sul lungo periodo


Il report non nasconde le difficoltà, ma lascia intravedere una traiettoria di recupero graduale. Il comparto non residenziale europeo, pur rallentato da fattori macroeconomici e da incertezze geopolitiche, sembra destinato a una stabilizzazione lenta ma continua. La crescita prevista dell’1,5% medio annuo nel triennio 2025-2027 è modesta, ma rappresenta un cambio di passo rispetto alla stagnazione attuale. Molto dipenderà dalla capacità di trasformare gli investimenti pubblici in cantieri concreti e dal ritorno della fiducia nel settore privato.



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