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Space economy pugliese. Intervista ad Acierno (Dta) tra droni, spazio e innovazione


“L’importanza dello spazio è sempre più riconosciuta dalla nostra società. Questo condiziona la nostra vita reale e siamo entusiasticamente proiettati verso le nuove sfide, inimmaginabili decenni addietro. Pensare di non adeguare norme e politiche significherebbe perdere le potenzialità che dallo spazio derivano e non tutelarsi adeguatamente rispetto alle sue potenziali minacce”. Così il professor Giuseppe Acierno, presidente del Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) della Puglia, spiega la necessità per un Paese come l’Italia di essere presenti sulla scena internazionale della Space economy, illustrando le potenzialità offerte dal distretto di cui è alla guida.

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Presidente, ci illustri la realtà del DTA Puglia. Chi lo compone e quali sono i progetti di punta?

Il Dta è una società consortile il cui scopo è quello di sostenere la competitività del sistema aerospaziale pugliese nel contesto globale. Società privata, senza fini di lucro, è di proprietà di venticinque soci, di cui venti imprese dell’aerospazio, tre università e due organismi di ricerca. Il suo portafoglio di attività si divide tra la progettazione e realizzazione di attività di ricerca e sviluppo e di formazione, l’erogazione di servizi di ingegneria, la gestione di infrastrutture e di consulenza per imprese e le pubbliche amministrazione e l’organizzazione di eventi internazionali e di servizi a supporto dell’internazionalizzazione.

Oggi il Dta eroga servizi di incubazione per start up direttamente, ma anche attraverso la gestione di un Business incubator della rete europea dell’Agenzia spaziale europea (Esa Bic), di un digital innovation hub, dell’infrastruttura di ricerca Grottaglie Airport test bed e di due range urbani, oltre a sostenere formazione e attività laboratoriale nell’Its (Istituto tecnico superiore) Aerospace Puglia di cui è stato progettista e fondatore. Tutte le infrastrutture realizzate e gestite sono funzionali allo scopo sociale.

Giuseppe Acierno, presidente del Distretto tecnologico aerospaziale della Puglia
Il distretto pugliese si caratterizza per aver focalizzato la sua attenzione in particolar modo sui droni. In collaborazione con la Asl di Lecce, Sanitàservice e Unmanned4You, per esempio, avete sviluppato il progetto Medical cargo drone service per valutare l’efficacia dei droni nel trasporto di materiale sanitario. Una vera rivoluzione se applicata a livello nazionale e non solo…

Si, è vero, una rivoluzione non solo nazionale. Tant’è che noi abbiamo già avviato una cooperazione con il ministero della Salute greco avente a oggetto il trasporto di beni biomedicali oltre a partecipare a diverse attività progettuali con partner europei. Abbiamo puntato su queste tecnologie oltre dieci anni fa, candidando già nel 2014 sulla programmazione comunitaria il progetto dell’infrastruttura test bed di Grottaglie. Un lungo percorso di investimenti e attività che ci permette oggi di avere raggiunto un livello di competenze molto avanzato e di poter avviare collaborazioni con Paesi come Stati Uniti e Giappone.

Presso l’aeroporto di Grottaglie, in provincia di Taranto, è stata realizzata l’Infrastruttura Grottaglie Airport test bed che ospiterà la ricerca, le tecnologie e le sperimentazioni per i sistemi aeromobili senza pilota a bordo, per soluzioni e servizi per la gestione del traffico aereo di droni e servizi aerei innovativi, con applicazioni nell’ambito del monitoraggio ambientale e territoriale e della logistica. Questo renderà l’aeroporto una delle infrastrutture più importanti d’Europa nel campo dei droni…

Anche in questo caso abbiamo anticipato i tempi facendoci trovare pronti quando, nel 2022, la Commissione europea ha pubblicato la Drone 2.0 Strategy, la quale prevede un progetto flagship che ha l’obiettivo di realizzare una rete europea duale di test bed per sostenere industria e difesa. Noi siamo nel core team di un gruppo europeo che lavora per questo obiettivo e confidiamo di giungere in porto e consolidare il ruolo dell’infrastruttura in Europa e di rafforzare la sua proiezione internazionale.

Sempre a Grottaglie si sta realizzando il primo spazioporto italiano, una infrastruttura che renderà possibile il lancio, il rientro e le relative operazioni a terra e in volo dei velivoli suborbitali. C’è interesse da parte di società specializzate nel settore, italiane ed estere, per questa struttura?

Lo spazioporto è in fase di sviluppo. È un percorso lungo e complesso, caratteristica tipica dei progetti spaziali. I tempi di realizzazione e di avvio del suo utilizzo per le operazioni di trasporto spaziale non sono facilmente prevedibili. È noto però che Enac e Aeroporti di Puglia stiano operando al suo sviluppo anche nel quadro di un rapporto di collaborazione sottoscritto con Virgin Galactic. Tuttavia, lo spazioporto è oggi un concetto che supera la sua sola utilizzabilità per le operazioni, ma assurge a ecosistema fatto di impresa, tecnologia, ricerca, formazione, start up. Test, che fa dell’infrastruttura il suo asse centrale.

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Recentemente avete avuto in visita una delegazione americana composta da docenti e manager del settore. Lei ha rappresentato inoltre il distretto aerospaziale pugliese e la Puglia all’Expo di Osaka in Giappone dove è intervenuto sul ruolo delle start up dell’aerospazio che anche in Italia stanno ridefinendo il settore con soluzioni rivoluzionarie che influenzano il futuro dell’esplorazione e l’utilizzo dello spazio. Quanto è importante promuovere all’estero le iniziative del distretto?

Sono occasioni molto gratificanti, utili e importanti per la crescita della società, delle sue attività e delle persone e competenze che a essa appartengono. Sia con gli Usa, sia con il Giappone lavoriamo per dare una dimensione strutturata alla collaborazione per generare iniziative congiunte. La nostra non può che essere una rete globale ed è questo uno degli altri obiettivi che ci demmo nel piano strategico del distretto diversi anni fa. Poi fa piacere raccogliere la sorpresa dei nostri interlocutori e partners che dichiarano spesso di non aver immaginato una dimensione innovativa così avanzata in Puglia. La collaborazione con la Regione ci ha dato diverse opportunità da questo punto di vista, operando spesso in stretta sinergia.

Il vostro distretto gestisce per conto dell’Esa l’unico Business incubation centre dell’Italia meridionale. All’interno dell’incubatore sono già operative alcune startup che stanno lavorando alla realizzazione di servizi innovativi nell’ambito dell’aerospazio. Quanto è importante per l’economia italiana l’indotto proveniente sia dalle startup che dalle aziende, più o meno piccole, dell’aerospazio?

L’apertura del Bic è stato un grande risultato. Ci siamo misurati su una gara nazionale proponendo un modello di incubatore integrato in un ecosistema e sostenuto dai suoi partner. Una proposta gestionale e un modello differente da quelli gestiti per esempio dal Politecnico di Milano o di Torino. Per noi è un’iniziativa strategica seppur non remunerativa, sostiene lo scopo della società che vuole concorrere a creare le condizioni per allargare la base di imprese spaziali e favorire l’utilizzo delle tecnologie spaziali in altri settori.

Il controllo dello spazio, ma anche la presenza umana con stazioni orbitanti o eventuali viaggi sulla Luna o su Marte, sono ormai materia prioritaria per i governi. Crede che gli Indirizzi del governo italiano in materia spaziale e aerospaziale, il documento che traccia la rotta per il futuro dell’Italia in un settore strategico per l’esplorazione scientifica, la sicurezza nazionale, la crescita economica e il progresso tecnologico, vadano nella giusta direzione per far conoscere agli italiani l’importanza di questo settore e i benefici che ne può trarre il Paese?

L’importanza dello spazio e di ciò che in esso accade è sempre più riconosciuta dalla nostra società, tutti capiamo come ciò condizioni la nostra vita reale e tutti siamo entusiasticamente proiettati verso le nuove sfide, inimmaginabili decenni addietro. Pensare di non adeguare norme e politiche significherebbe perdere le potenzialità che dallo spazio derivano e non tutelarsi adeguatamente rispetto alle sue potenziali minacce. Siamo tuttavia dinanzi a una materia complessa e l’approccio del governo mi pare sia improntato a ritenere la legge un primo passo certamente migliorabile con ulteriori interventi.



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