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Corsie preferenziali e flessibilità, l’Ue allenta gli aiuti di Stato per la green economy


Bruxelles – Più investi green, più vieni agevolato. Non uno slogan, quanto un obiettivo, che è politico, industriale e strategico: la Commissione europea vuole la green economy, e lo fa proponendo una riforma delle regole sugli aiuti di Stato in cinque aree considerate cruciali per favorire l’attuazione dell’agenda europea di sostenibilità. Semplificazione e allentamento delle maglie si avranno, secondo la proposta, per ciò che riguarda introduzione delle energie rinnovabili e dei combustibili a basse emissioni di carbonio, agevolazione temporanea del prezzo dell’elettricità per gli utenti ad alto consumo energetico, così da garantire la transizione verso un’elettricità pulita a basso costo, e decarbonizzazione degli impianti di produzione esistenti.

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Ancora, meno lacci e laccetti giuridici e per ciò che riguarda lo sviluppo della capacità produttiva di tecnologie pulite nell’Ue e, da ultimo, la riduzione del rischio degli investimenti in energia pulita, decarbonizzazione, tecnologie pulite, progetti infrastrutturali energetici e progetti a sostegno dell’economia circolare.

Corsie preferenziali, flessibilità e sostegni: le misure della Commissione

Più nello specifico il quadro definito dall’esecutivo comunitario prevede una ‘corsia preferenziale’ per l’introduzione dell’energia pulita. Che si tratti di rinnovabili o combustibili alternativi a basse emissioni, inclusi l’idrogeno blu e verde,  questi verranno agevolati attraverso procedure accelerate per permettere anche un più rapida traduzione in pratica del Piano per l’industria pulita.

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Per gli utenti ad alta intensità energetica viene consentito ai governi di concedere un sostegno al prezzo dell’elettricità. Una misura, questa, concepita per le aziende che operano in settori particolarmente esposti al commercio internazionale e fortemente dipendenti dall’elettricità per la loro produzione (utenti ad alta intensità energetica). Ciò consentirà agli Stati membri di ridurre i costi dell’elettricità fino al 25 per cento del costo finale per tre anni per gli utenti ad alta intensità energetica che devono affrontare costi più elevati rispetto ai concorrenti nelle regioni con politiche climatiche meno ambiziose. In cambio del sostegno al prezzo, le aziende saranno tenute a investire nella decarbonizzazione per un importo pari almeno alla metà della riduzione in bolletta.

Ancora, l’esecutivo comunitario propone sostegno flessibile per gli investimenti in tutte le tecnologie che portano alla decarbonizzazione o a un aumento dell’efficienza energetica. Vuol dire sostegno a elettrificazione, produzione e utilizzo di idrogeno, biomassa, cattura e stoccaggio del carbonio. Qui il sostegno può essere concesso in base a  importi di aiuto predefiniti (per un sostegno fino a 200 milioni di euro) oppure una procedura di gara competitiva.

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Per quanto riguarda la produzione di tecnologie pulite, il quadro sugli aiuti di Stato permette ai governi nazionali di sostenere gli investimenti in nuove capacità produttive per tutti i progetti manifatturieri riguardanti le tecnologie coperte dal Net-Zero Industry Act sotto forma di regimi, e progetti di produzione in tecnologie a zero emissioni nette su base individuale, ove necessario, per evitare che tali investimenti vengano dirottati fuori dall’Europa. Per salvaguardare la coesione tra le diverse regioni europee, gli Stati membri potranno fornire maggiore sostegno ai progetti nelle regioni meno favorite, definite nelle carte degli aiuti regionali.

La vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, Teresa Ribera [Bruxelles, 25 giugno 2025]

Tutto questo è contenuto in una comunicazione, atto per sua natura non legislativo. Nel caso di specie si tratta non tanto di una proposta informale, quanto di un atto di indirizzo. “Il nuovo quadro semplifica e accelera il sostegno alla decarbonizzazione“, sottolinea Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, responsabile per la Transizione pulita e competitiva. Non solo, specifica: “Va oltre: riconosce lo Stato come investitore strategico nel nostro futuro”.

L’iniziativa incassa l’apprezzamento dei Verdi europei. “Questo nuovo quadro di aiuti di Stato per l’industria dell’Ue era necessario per accelerare la transizione verso un’economia a zero emissioni nette e inviare il segnale che la reindustrializzazione dell’Europa va di pari passo con il raggiungimento dell’agenda sulla neutralità climatica”, commenta Sara Matthieu, membro della commissione Industria del Parlamento europeo. “Tuttavia, ci rammarichiamo che la Commissione abbia ora ampliato il campo di applicazione per includere l’energia nucleare”, critica, tornando sulla questione dell’energia prodotta da atomo inclusa nella tassonomia, il sistema di classificazione delle fonti green.



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