Video realizzato dalla giornalista di AgendaDigitale.eu sul posto, durante il punto stampa di Giorgia Meloni a margine del NATO Summit 2025, il 25 giugno 2025.
Lo scenario degli investimenti e appalti in difesa riguarda in prima linea le imprese e l’innovazione. Si può prevedere che sarà ampio il coinvolgimento e l’interesse dell’industria italiana sul tema, non solo per il comparto dedicato strettamente alla difesa, ma anche imprese operanti nella space economy, aziende di soluzioni tecnologiche e startup innovative. Perché certamente la sicurezza oggi riguarda anche la tutela delle infrastrutture critiche, l’impiego dell’intelligenza artificiale, la ricerca, l’innovazione tecnologica: “Sono risorse che servono a mantenere questa nazione forte come è sempre stata”, come ha commentato Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, durante il punto stampa a margine del NATO summit che si conclude oggi all’Aia.
Meloni ha anticipato, in chiusura dei lavori, un incremento della spesa “dell’1,5 per cento in dieci anni“, per aumentare la produzione industriale in ambito difesa, ma allargando proprio lo stesso concetto di difesa tenendo conto dei cambiamenti del mondo, a cominciare da avanzamento tecnologico e trasformazione digitale.
Spesa per la difesa, le previsioni: quale sarà il ruolo delle imprese
Quello dell’industria dunque sarà un ruolo da protagonista per raggiungere obiettivi di produzione maggiore di quanto il mercato offre al momento. E non si parla solo di armamenti: è ormai sempre più evidente che la guerra, come ogni altro fenomeno sociale ed economico, si trasforma con l’avanzare dell’innovazione.
Nuovi appalti e supply chain ampliata
Per le imprese questo nei prossimi anni può trasformarsi in occasioni di investimento, ampliamento della supply chain oltre a nuovi appalti pubblici con gare digitali.
Del resto anche il segretario generale della Nato Mark Rutte aveva espresso l’esigenza di avere una risposta forte dall’industria per garantire i giusti approvvigionamenti in ambito sicurezza. L’obiettivo, nei piani dell’organizzazione, è contrastare anche con l’aiuto della tecnologia le minacce rappresentate da Russia, Cina, Nord Corea e anche dall’Iran (in questo caso con attenzione al nucleare).
Su quali tecnologie puntare
Il rapid adoption action plan di inizio giugno includeva invece nove tecnologie chiave per la difesa su cui la NATO vuole puntare per mantenersi competitiva e al passo con l’avanzamento tecnologico a livello globale. Rutte stesso nella prima giornata di forum, martedì 24 giugno, aveva lanciato un appello ad aziende e imprenditori. Il coinvolgimento non riguarda solo l’industria della difesa in senso stresso, ma anche il ruolo delle startup innovative, scale up e realtà del tech.
Innovazione e attività militari, lo scenario
Sembra essere ormai consolidata, quindi, la consapevolezza del ruolo della tecnologia e dell’innovazione nella gestione delle attività militari. E dunque quello dell’industria e la chiamata agli imprenditori è stato il grande tema di questo summit. Meloni nel suo intervento a margine ha spiegato che nel conflitto tra Russia e Ucraina lcuni dei più grandi risultati ottenuto dal fronte ucraino “sono stati portati a casa con droni che costano poche migliaia di euro e che distruggono strumenti tecnologici che costano molto di più. Andiamo verso un mondo dove un satellite può essere più strategico di un carro armato. E su questo una discussione va fatta, il tema non è solo quanto investiamo ma su cosa investiamo e verso quale mondo stiamo andando”.
L’impatto dell’aumento della spesa per la difesa sulle imprese italiane
E per le imprese italiane, quali saranno le conseguenze di questo approccio? Il timore di molti è che si perdano occasioni, cercando fornitori esteri. L’obiettivo però sembra essere quello di valorizzare il tessuto produttivo nazionale. La stessa Meloni ha evidenziato che “una parte importante di queste risorse verrà usata per rafforzare le imprese italiane“, realizzando “un circolo virtuoso” se si sarà in grado di sfruttare le opportunità in fatto di investimenti e produzione maggiorata. Per Meloni “il grande tema che dobbiamo affrontare è la capacità delle nostre aziende di rispondere a un impegno importante e questa sarà la prossima sfida. Però non va fatto un ragionamento solamente in termini di costi, ma va fatto anche in termini di ritorno e di proiezione sull’economia”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link