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“Riforma tuteli il pluralismo e indipendenza”



CNA Cinema e Audiovisivo, attraverso le voci del vicepresidente Ivan Olgiati e del coordinatore nazionale dei giovani produttori U40, Francesco Lattarulo, è intervenuto con decisione nel dibattito attuale sulla riforma della legge del Tax Credit per il settore cinematografico e audiovisivo, evidenziando la necessità di un intervento mirato, equilibrato e strutturale a tutela del pluralismo, della qualità artistica e della sostenibilità economica dell’intera filiera produttiva italiana.

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“Il sistema produttivo italiano – affermano Olgiati e Lattarulo – si regge su una filiera lunga e articolata che coinvolge oltre 120mila professionisti, con un tasso di crescita annuo del 3,5%. Nel 2023, gli investimenti pubblici e privati nel comparto – pari a 700 milioni di euro – hanno generato un impatto economico complessivo di circa 2 miliardi di euro, restituendo al sistema fiscale un ritorno significativo, incluso il 22% di IVA sui servizi forniti alle produzioni.”

CNA sottolinea come il fondo per il sostegno pubblico al settore, il cosiddetto Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, sia finanziato dal bilancio generale dello Stato ma parametrato per legge (L.220/2016) alle entrate Iva e Ires derivanti dal comparto audiovisivo. È dunque un fondo che si autoalimenta, e che necessita di una gestione programmata e strategica.

“Ridurre il volume delle produzioni per contenere l’inflazione dei costi – prosegue CNA Cinema e Audiovisivo – potrebbe rivelarsi una misura controproducente, capace di produrre ripercussioni profonde sulla crescita del PIL e sull’economia dei territori, soprattutto nel Mezzogiorno, dove il cinema rappresenta una leva di sviluppo e coesione sociale”.

Il comparto produttivo vive da sempre una condizione strutturale di incertezza che necessita di un cambio di passo: lunghi tempi di sviluppo e realizzazione, difficoltà di accesso al credito bancario, instabilità del mercato e variabilità della domanda da parte del pubblico. In questo contesto, secondo CNA, qualsiasi riforma deve partire dalla consapevolezza della fragilità strutturale del settore, con interventi di rafforzamento e stabilizzazione.

CNA evidenzia l’urgenza di agire su tre ambiti complementari riformando la normativa:

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Produzione – Con un’attenzione particolare al tessuto delle PMI culturali che rappresentano la maggioranza del comparto;
Distribuzione – Valorizzando i circuiti indipendenti, sostenendo le pratiche di autodistribuzione e aggiornando la definizione di “film d’essai” per renderla coerente con il panorama contemporaneo;
Accesso al Tax Credit – Proposta di istituzione di un Albo dei Produttori Audiovisivi suddiviso per fasce produttive (start-up, PMI, grandi imprese), con plafond distinti, volto a garantire un accesso proporzionato agli incentivi, favorendo al contempo la qualificazione professionale e la tracciabilità del settore.

“Utilizziamo questa fase di profonda riflessione normativa per rafforzare il dialogo costruttivo tra imprese e istituzioni. Solo attraverso un confronto sistemico possiamo affrontare le sfide del futuro e garantire un’industria culturale coesa, competitiva e rappresentativa della diversità creativa del nostro Paese”, sottolineano i rappresentanti CNA Cinema e Audiovisivo.

I produttori indipendenti italiani hanno dimostrato negli anni una straordinaria capacità di innovazione, caratterizzata sempre più da giovani produttori emergenti capaci di grandi successi nazionali e internazionali. Secondo CNA, il riconoscimento del loro ruolo è un atto di politica culturale strategica, che assicura pluralismo, occupazione qualificata e identità creativa nel sistema Paese. (C.DA)



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