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Tra inflazione e veleni. Lo psicodramma del Cremlino sull’economia russa


L’appuntamento economico più importante dell’ex Urss ha sancito lo stato confusionale dentro e fuori il Cremlino sulle reali condizioni dell’economia. E, soprattutto, la frattura insanabile tra Putin, gli imprenditori e la Banca centrale. Intanto arriva una nuova spinta sulle criptovalute

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25/06/2025

I presenti raccontano di una specie di resa dei conti, una spaccatura tra chi dice che va tutto bene e chi invece, sostiene che va tutto male. Il Forum di San Pietroburgo, chiusosi pochi giorni, ha sancito la profonda spaccatura, travestita da lotta di potere, in seno alla visione sullo stato dell’economia. Come raccontato da questo giornale, si sono aperte le prime importanti crepe: banchieri, ministri e lo stesso portavoce del Cremlino hanno ammesso che no, la sola industria bellica non basta più a tenere in piedi l’economia russa. E forse questo comincia a pensarlo anche lo stesso Vladimir Putin.

Nel corso del suo intervento conclusivo al Forum, lo zar ha, tra le righe e con la massima accortezza, ammesso che qualcosa, effettivamente non va. E che una recessione non è accettabile. Segno, inequivocabile, di una prima, timida, consapevolezza. Ma la frattura più netta è quella con la Banca centrale, guidata dalla granitica e costantemente in odore di fronda, Elvira Nabiullina. Anche la governatrice era presente a San Pietroburgo e anche lei ha instillato il dubbio che l’economia dell’ex Urss non stia poi così tanto bene. “La Russia sta uscendo da uno stato di surriscaldamento, abbiamo avuto una crescita della domanda negli ultimi due anni, mentre l’offerta è rimasta indietro. Da qui surriscaldamento e inflazione”, ha spiegato Nabiullina, indicando nella carenza di manodopera uno dei principali problemi per le imprese.

Il problema è che la numero uno della Bank of Russia è da tempo nel mirino del Cremlino, a causa di una politica monetaria rea di aver imbrigliato gli investimenti e affossato la domanda di prestiti da parte di famiglie e imprese. Difficile, per onestà intellettuale, pensare che con tassi al 21% si possa chiedere o rimborsare un mutuo a una banca. Per non parlare dei costi delle materie prime, che si riflettono sui consumi finali, dunque al supermercato. L’economista è alla guida della Banca centrale dal 2013, ed è riuscita a evitare la crisi finanziaria e valutaria rischiata dalla Russia nel 2022 per via delle pesanti sanzioni internazionali.

E oggi la Bank of Russia mantiene tassi di interesse elevatissimi, al 20%, ridotti di appena un punto percentuale nell’ultimo incontro. Una scelta volta a rallentare la crescita dei prezzi, sì, ma che come detto sta anche rendendo molto onerosi gli investimenti e i prestiti. Ecco spiegato il malumore di buona parte della classe imprenditoriale russa, che non può finanziarsi all’estero viste le sanzioni e dunque alimenta gli allarmi sullo stato dell’economia. Per tutti questi motivi, le esternazioni di Nabiullina non sono piaciute a Maksim Reshetnikov, il potente ministro per lo Sviluppo russo. “L’inflazione è importante, ma sono favorevole a mostrare un po’ di amore all’economia, oltre a credere nel 4% (il target di inflazione che si è posta Nabiullina, ndr)”.

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C’è dell’altro. E anche questo è un segnale di debolezza. Mosca sta cercando altre sponde all’estero, nel tentativo di dare nuova linfa al rublo, ormai in caduta libera. La parola d’ordine è criptovaluta. Dopo i bond di Stato ancorati a Bitcoin, ora sono arrivati i primi accordi strutturali, sostenuti dal governo. Tanto per citarne uno, Intelion, un operatore russo di data center e miner di criptovalute, ha annunciato due giorni fa che la sua struttura nell’Oblast’ di Samara, situata a sud-est di Mosca e al confine meridionale con il Kazakistan, è diventata operativa. Opera contemporaneamente come data center e come struttura di mining di criptovalute. L’azienda ha già investito 1 miliardo di rubli (15,3 milioni di dollari) nel data center e in futuro la cifra complessiva dovrebbe aumentare fino a 12 miliardi di rubli (153 milioni di dollari).



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