Nel cuore dell’Europa dell’innovazione, l’Italia si prende la scena. Secondo l’ultima classifica pubblicata da Sifted, testata del Financial Times specializzata in startup, ben 28 realtà italiane figurano tra le 100 aziende in più rapida crescita in Francia e Sud Europa. Un risultato che non solo impressiona, ma lancia un segnale forte: l’ecosistema tricolore non è più una promessa, ma una realtà in fermento.
La classifica si basa sul tasso di crescita annuo composto (CAGR) del fatturato negli ultimi tre anni. E a guidare la carica italiana sono soprattutto le startup B2B SaaS – soluzioni software pensate per le imprese – che rappresentano circa la metà delle presenze italiane nella lista. Una conferma del trend globale verso prodotti digitali scalabili, agili e capaci di rispondere a esigenze concrete in settori chiave come salute, energia, risorse umane e sostenibilità.
Dentro la top 10: dieci storie che raccontano il futuro dell’impresa italiana
- Serenis – La startup che ha normalizzato la terapia online
Nata a Milano nel 2021, Serenis è oggi uno dei casi più eclatanti: con un CAGR del 253%, ha scalato la classifica fino all’11° posto. Fondata da Silvia Wang e Daniele Francescon, offre psicoterapia online con un algoritmo che abbina pazienti e terapeuti. L’idea, nata da un’esperienza personale, ha già attratto 6,5 milioni di euro in investimenti e creato un team di 60 persone. - 2WATCH – Il digitale che parla la lingua di Gen Z
Da Napoli arriva 2WATCH, specializzata in contenuti immersivi e digitali, tra AI, CGI e VFX. Solo 10 dipendenti, una crescita speculare a Serenis (253%) e 1,3 milioni raccolti: un concentrato di creatività ad altissima efficienza. - Toduba – Addio ai buoni pasto di carta
Una rivoluzione silenziosa parte da Torino. Toduba ha digitalizzato i buoni pasto, portandoli su smartphone. Crescita del 215%, 3,4 milioni raccolti e una missione chiara: semplificare l’esperienza quotidiana di milioni di lavoratori. - Wibo – Executive coaching alla portata di click
Sempre da Torino, Wibo propone coaching su misura per professionisti e manager. Fondata da due giovani imprenditori, ha già coinvolto figure executive come coach e raccolto mezzo milione di euro. La sua crescita (204%) dimostra che anche i servizi ad alta specializzazione possono essere scalati digitalmente. - Exein – Sicurezza informatica made in Italy
Dalla Capitale arriva Exein, una delle realtà più promettenti nel campo della cybersecurity per l’Internet of Things. Crescita del 201% e un round Serie B da 15 milioni con nomi come Partech e United Ventures. Un segnale: la sicurezza digitale non è più opzionale. - Simplifhy – Energia green senza complicazioni
Una startup climate-tech già profittevole? In Italia esiste. Si chiama Simplifhy, ha sede a Monza e propone soluzioni plug-and-play per generare energia rinnovabile. Crescita del 197% con appena 10 persone in organico. - Unobravo – L’antesignana della psicoterapia digitale
Se Serenis è la rivelazione, Unobravo è la pioniera. Fondata nel 2019 dalla psicologa Danila De Stefano, ha raccolto 17 milioni di euro e oggi impiega oltre 150 persone. Il suo tasso di crescita (196%) parla di una domanda reale e in crescita. - Doctorsa – La telemedicina in sette persone
Una piattaforma che collega pazienti e medici in 10 minuti, con prescrizioni digitali, e gestita da un team di appena sette persone: Doctorsa è l’esempio perfetto di startup lean e ad alto impatto. Bootstrapped, oltre 100.000 utenti e un CAGR del 148%. - Smartness – L’AI che fa il lavoro dell’hotel manager
Nel settore travel tech si fa largo Smartness, piattaforma SaaS per automatizzare le attività degli hotel. Crescita del 140%, oltre 18 milioni raccolti, 134 dipendenti: la digitalizzazione dell’hospitality è già in corso. - Green Future Project – La sostenibilità come servizio
Da Milano, Green Future Project supporta le aziende nel misurare, ridurre e compensare il proprio impatto ambientale. Con 2,2 milioni raccolti e 30 persone in squadra, è la dimostrazione che la sostenibilità può essere un business scalabile e misurabile.
Non solo Milano: l’Italia dell’innovazione è policentrica
Il dato forse più interessante? La geografia. Se Milano resta un punto di riferimento, sono anche Torino, Napoli e Roma a sfornare innovazione ad alta crescita. Un ecosistema che si sta articolando, rendendo il Paese meno dipendente da un’unica metropoli.
Il dominio delle startup SaaS B2B evidenzia inoltre una maturità crescente: meno “idee da pitch” e più modelli di business solidi, orientati all’export, con margini elevati e cicli di vendita ben strutturati.
Lezione per il futuro: meno storytelling, più execution
Cosa ci raccontano queste dieci storie (e le 18 che le accompagnano nella classifica)? Che il problema dell’Italia non sono le idee, ma la scala. Le aziende che stanno emergendo oggi sono quelle che hanno imparato a lavorare con attenzione ai fondamentali: capitale umano snello, focus verticale, gestione rigorosa.
Il messaggio è chiaro: i venture capitalist internazionali – da Insight Partners a Partech – stanno già scommettendo sull’Italia. Ma per far sì che queste scommesse diventino exit di successo, serve continuare a investire in un ecosistema che premi l’esecuzione, la scalabilità e l’impatto reale.
Il prossimo unicorno potrebbe nascere proprio da qui.
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