Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

fringe benefit auto aziendali, dichiarazione web tax e comunicazione contributi pubblici



Contributi e agevolazioni

per le imprese

 





Il 30 giugno 2025 è una data da segnare in agenda per imprese, enti e professionisti, poiché coincide con tre importanti adempimenti fiscali e amministrativi:

  1. La determinazione del fringe benefit per le auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti, secondo le nuove regole introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.

  2. La presentazione della dichiarazione annuale relativa alla web tax, l’ultima secondo il vecchio regime prima delle modifiche normative.

  3. La comunicazione di contributi pubblici ricevuti, obbligatoria per imprese e associazioni che nel 2024 hanno beneficiato di erogazioni superiori a 10.000 euro.

Nell’articolo si approfondiscono i dettagli di ciascun adempimento per aiutare i soggetti obbligati a evitare sanzioni o ritardi.

Auto aziendali: novità 2025

Dunque la scadenza del 30 giugno 2025 è fondamentale per stabilire il trattamento fiscale del fringe benefit relativo alle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. Tuttavia, a oggi non sono ancora stati forniti chiarimenti ufficiali sulle nuove regole.

A partire dal 1° gennaio 2025, è cambiato radicalmente il modo in cui viene calcolata la tassazione per le auto aziendali date in uso promiscuo ai dipendenti, cioè utilizzate sia per lavoro che per fini personali. Questa riforma è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024) e ha lo scopo principale di favorire la diffusione dei veicoli a basso impatto ambientale, come le auto elettriche e le ibride plug-in.

La novità principale riguarda il criterio usato per determinare il cosiddetto fringe benefit, cioè il valore fiscale dell’auto che va a comporre il reddito del dipendente. Fino al 2024 questo valore si basava sulle emissioni di CO₂ dell’auto. Dal 2025, invece, il riferimento è diventato il tipo di alimentazione del veicolo.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Come funziona la nuova regola?

Il nuovo sistema si applica solo se si verificano tutte e tre queste condizioni:

  1. l’auto è nuova di immatricolazione;
  2. l’uso promiscuo da parte del dipendente inizia dal 1° gennaio 2025 in poi;
  3. il contratto di assegnazione è stato firmato a partire dal 1° gennaio 2025.

Se questi tre requisiti sono rispettati, la tassazione sarà la seguente:

  • 10% del valore convenzionale per le auto 100% elettriche,
  • 20% per le ibride plug-in,
  • 50% per tutte le altre (benzina, diesel, metano, GPL, idrogeno, ibride “tradizionali” HEV).

In pratica, più l’auto è ecologica, meno peserà fiscalmente sul dipendente.

Ma cosa succede per le auto già ordinate o assegnate tra fine 2024 e inizio 2025?

Inizialmente, la Legge di Bilancio non prevedeva un periodo di transizione, creando confusione per i veicoli già in fase di acquisto o assegnazione. Per sistemare la situazione, è intervenuto il Decreto Legge “Bollette” (DL 19/2025), poi convertito in legge (n. 60/2025). Questo decreto ha introdotto una clausola di salvaguardia.

In sostanza, si stabilisce che il vecchio metodo di tassazione, basato sulle emissioni di CO₂, resta valido:

  • per tutte le auto concesse ai dipendenti dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2024,
  • anche per le auto ordinate entro il 31 dicembre 2024, purché vengano assegnate entro il 30 giugno 2025.

Se invece un’auto ordinata nel 2024 viene data in uso promiscuo solo dal 1° luglio 2025 in poi, allora si applicherà il nuovo sistema basato sul tipo di alimentazione.

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

Per completezza, ecco le vecchie percentuali calcolate sui costi chilometrici ACI:

  • 25% per auto con emissioni fino a 60 g/km di CO₂,
  • 30% per emissioni tra 61 e 160 g/km,
  • 50% tra 161 e 190 g/km,
  • 60% se le emissioni superano i 190 g/km.

Ultima dichiarazione per la “vecchia” web tax

Entro il 30 giugno 2025, le imprese interessate devono inviare la dichiarazione annuale relativa ai servizi digitali forniti nel 2024, soggetti alla cosiddetta web tax (o imposta sui servizi digitali – ISD). Questa sarà l’ultima dichiarazione basata sulle regole precedenti, dato che la Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha modificato la disciplina.

Si tratta di un’imposta del 3% sui ricavi derivanti da specifici servizi digitali, come:

  • pubblicità mirata su siti, app e altre interfacce digitali;
  • piattaforme che mettono in contatto più utenti (social, marketplace, forum);
  • trasmissione di dati degli utenti generati tramite l’uso di interfacce digitali.

Non importa dove ha sede il fornitore del servizio: ciò che conta è dove si trovano gli utenti al momento dell’uso, secondo criteri tecnici stabiliti dalla normativa.

Secondo la versione precedente della legge, erano soggette alla tassa le imprese (o gruppi) che:

  • avevano ricavi totali globali di almeno 750 milioni di euro;
  • ricavi da servizi digitali in Italia di almeno 5,5 milioni.

Con la riforma 2025, è stata eliminata la soglia dei 5,5 milioni in Italia: ora basta superare i 750 milioni a livello globale per essere soggetti all’imposta.

La dichiarazione va presentata telematicamente entro il 30 giugno 2025 utilizzando il modello DTS, che include:

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

  • i ricavi tassabili ottenuti nel 2024,
  • i dati territoriali utili per calcolare la parte dei ricavi rilevante per l’Italia,
  • eventuali crediti o rimborsi da richiedere.

In caso di gruppi societari, una singola società designata può occuparsi di presentare la dichiarazione e versare l’imposta per tutte le altre società del gruppo.

Contributi pubblici: comunicazione

Le imprese e le associazioni che hanno ricevuto contributi pubblici devono prestare attenzione a un importante adempimento previsto dalla normativa sulla trasparenza.

La Legge n. 124/2017, modificata successivamente dal Decreto Legge n. 34/2019, stabilisce infatti che ogni soggetto che abbia ricevuto, nel corso dell’anno precedente, aiuti o vantaggi economici da parte della pubblica amministrazione (o da soggetti a essa collegati) deve renderlo noto attraverso una comunicazione ufficiale.

Questa comunicazione riguarda:

  • sovvenzioni,
  • sussidi,
  • contributi,
  • aiuti in denaro o in natura,
  • qualsiasi vantaggio economico.

L’adempimento non è richiesto nel caso in cui le somme ricevute abbiano natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria, oppure siano erogazioni di carattere generale, cioè rivolte a una pluralità indistinta di beneficiari.

In particolare, l’obbligo di comunicazione riguarda:

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

  • enti non commerciali (come ad esempio: associazioni ambientaliste, associazioni dei consumatori, organizzazioni non lucrative di utilità sociale, fondazioni, cooperative sociali che operano a supporto delle persone straniere);
  • imprese, di qualsiasi natura giuridica.

L’obbligo riguarda solo i soggetti che hanno ricevuto un totale di almeno 10.000 euro di tali benefici nel corso dell’anno precedente.

La comunicazione va effettuata entro il 30 giugno di ogni anno.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura