Trasformazione digitale e resilienza devono procedere su una roadmap condivisa. Nel nuovo scenario della cyber security la previsione di strumenti e strategie per la protezione degli asset aziendali non può più essere considerata come un percorso “sganciato” dall’implementazione di strumenti digitali.
A maggior ragione in una fase in cui l’intelligenza artificiale promette di trasformarsi in un fattore determinante nell’evoluzione dei sistemi IT aziendali.
“La cyber security non è un elemento accessorio, ma un fattore critico nel processo di trasformazione digitale delle aziende” spiega Alberto Roseo, Chief Marketing Communication & Innovation Officer di Lutech. “La nostra realtà considera il settore come un focus specifico della sua attività e dedica a questo settore oltre 200 specialisti”
Partnership mirate per la crescita nel digitale
La collaborazione con soggetti in grado di fornire soluzioni al passo con le esigenze del momento è uno degli aspetti fondamentali nell’interpretazione del processo di trasformazione digitale.
L’elevato livello di partnership con uno dei leader del settore come Check Point, spiega il manager di Lutech, rappresenta un elemento distintivo per chi affianca le aziende in questo percorso. “Il raggiungimento del livello Elite nella partnership con Check Point è uno dei fattori che permette di garantire ai nostri clienti di poter contare su un percorso di crescita ispirato alla sicurezza e alla resilienza”.
Il ragionamento avviato da Roseo si colloca in uno scenario in cui le aziende devono fronteggiare sfide sempre più impegnative. “Negli ultimi anni il mondo della cyber security si è dovuto adattare a un contesto estremamente complicato” sottolinea Pier Luigi Nardelli, Sales Manager di Check Point. “Gli attacchi crescono del 50% anno su anno, in ambienti cloud addirittura del 150%. Gli attacchi ransomware crescono di più del 50% e il tempo che intercorre fra una compromissione e la prima esfiltrazione di dati è arrivato a 20 minuti”.
Secondo Nardelli, le priorità in ambito security sono due: un’adeguata capacità di intervention per andare a diminuire i potenziali rischi di una compromissione e il consolidamento tecnologico per abbassare i costi gestionali delle tecnologie.
Prevenire gli attacchi con efficacia
Un ruolo di primo piano, in questo quadro, lo svolgono i servizi gestiti. L’erogazione di servizi evoluti di cyber security consente infatti alle aziende di migliorare la loro postura di sicurezza sia a livello predittivo che reattivo.
L’affidamento di attività specifiche a soggetti che hanno competenze e mezzi superiori a quelli che potrebbero essere implementati all’interno dell’azienda non rappresenta solo un vantaggio a livello di efficienza, ma anche di efficacia.
“Il ruolo della prevenzione sta assumendo un ruolo di primo piano” puntualizza Nardelli. “Non si tratta solo di aumentare i livelli di sicurezza, ma di avere visibilità su tutto ciò che succede all’esterno del perimetro aziendale, andando per esempio a monitorare Deep e Dark Web per individuare i rischi quando sono ancora in forma embrionale”.
“La Cyber Threat Intelligence cambia alle basi l’ecosistema di sicurezza” conferma Roseo. “L’adozione degli strumenti di Check Point orientati a questo tipo di attività rappresenta uno dei pillar della nostra strategia di security”.
Il cambio di passo nell’era dell’AI
Attenzione, però, a non considerare il quadro come qualcosa di “statico” e facilmente leggibile. Il prossimo movimento tellurico nel settore IT è rappresentato dall’avvento degli strumenti di intelligenza artificiale.
Per sua natura, infatti, l’AI rappresenta un fattore in grado di aumentare la superficie di attacco dei cyber criminali e richiede alle aziende un ulteriore sforzo per intercettare i trend che caratterizzano l’evoluzione della sicurezza informatica. La soluzione, in questo caso, può affondare le sue radici nello stesso ambito da cui nasce il problema.
“Quando realizziamo soluzioni di artificial intelligence, dove Lutech ha un competence center molto molto importante, associamo sempre delle soluzioni di cyber security che utilizzano l’intelligenza artificiale per proteggerle” spiega Roseo. “Questo permette di migliorare il livello di resilienza delle aziende e prevenire in questo modo gli attacchi.
Il doppio ruolo dell’AI viene sottolineato anche da Pier Luigi Nardelli. “L’intelligenza artificiale è di grande aiuto per analizzare pattern pressoché infiniti di dati e riesce a individuare eventuali comportamenti anomali o minacce emergenti” spiega.
“Purtroppo – prosegue il manager di Check Point – non siamo gli unici ad utilizzarla. Gli attaccanti fanno largo uso di intelligenza artificiale, ad esempio per creare delle campagne di phishing iper-realistico, oppure per andare a bypassare quelli che sono i controlli di sicurezza di una di un’infrastruttura”.
La partita è quindi ancora molto aperta e solo chi riuscirà a tenere il passo sarà in grado di prevalere.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Lutech e Check Point
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