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Formazione in carcere: inclusione sociale e lavorativa nell’Istituto penitenziario di Capanne


Hanno preso avvio nel mese di giugno, all’interno dell’Istituto penitenziario di Capanne, due nuovi percorsi formativi professionalizzanti rivolti a detenuti e detenute, con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale attraverso il lavoro qualificato nel settore edile.

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L’iniziativa nasce nell’ambito del Protocollo d’intesa siglato tra la Direzione del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia, l’UDEPE, il CESF – Scuola edile di Perugia – e le parti sociali del settore costruzioni (Ance Umbria, CNA Umbria, Confartigianato Imprese Umbria, Legacoop Produzione e Servizi, Fillea Cgil Umbria, Filca Cisl Umbria, Feneal Uil Umbria).

I corsi si rivolgono a coloro che rientrano nelle misure alternative previste dall’articolo 21 dell’Ordinamento Penitenziario, che consente quindi di svolgere attività lavorative esterne durante il giorno. L’obiettivo è duplice: sostenere il reinserimento sociale e professionale dei detenuti e contribuire, al tempo stesso, a contrastare la carenza strutturale di manodopera nel settore.

I due percorsi attualmente in corso prevedono:

  • un corso di “Costruzione, ripristino e consolidamento di murature e intonaco armato” per 15 detenuti della sezione maschile;
  • un corso di “Finiture” rivolto a 12 detenute della sezione femminile.

Entrambi i corsi, a prevalente contenuto pratico, si concluderanno nel mese di luglio con un esame finale. Successivamente, per i partecipanti che avranno superato la prova e risulteranno idonei, verranno organizzati colloqui individuali con imprese edili del territorio interessate all’assunzione. Tra i corsisti, si segnalano già diverse figure con esperienza in cantiere, due in carpentieria,  tre in muratora e un autista con patente D/E e CQC.

A rendere ancora più attrattivo il percorso per le imprese è l’applicazione della Legge Smuraglia (n.193/2000), che prevede importanti sgravi fiscali e contributivi per le aziende che assumono detenuti ammessi a misure alternative.

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L’iniziativa si integra inoltre con le azioni promosse dal progetto “Donne sicure in cantiere”, frutto dell’accordo tra CESF, TeSEF e INAIL Umbria, che punta a rafforzare la cultura della sicurezza sul lavoro in un’ottica di genere e a valorizzare il ruolo delle donne nel settore edile. In questo ambito, sono previsti incontri informativi all’interno della sezione femminile dell’Istituto di Capanne per sensibilizzare le detenute sulle opportunità occupazionali nel settore delle costruzioni, con particolare attenzione ai temi della salute e della sicurezza.

Tra le possibilità previste anche la costituzione di una cooperativa femminile, che possa offrire a imprese, enti o privati del territorio, servizi di finitura e manutenzione, così da creare occasioni reali di lavoro e autonomia per le detenute coinvolte.

L’esperienza, che nel 2024 ha portato all’assunzione di 5 detenuti, si conferma un esempio efficace di inclusione, formazione e reinserimento sociale, fondato sulla collaborazione tra istituzioni, sistema produttivo e parti sociali.





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