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Genova, il rilancio di Confindustria: “Spazio alla cantieristica in porto”


Genova – La città che ospita il primo porto italiano ha una nuova sindaca, Silvia Salis, e un nuovo commissario-presidente in pectore dell’Autorità portuale, Matteo Paroli. E il tema del Piano regolatore dello scalo (Prp) torna alla ribalta.

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Da sinistra: Giovanni Costaguta, presidente di Genova for Yachting; Giovanni Mondini, presidente della Confinudustria Liguria; Gloria Rosellini, direttore finanziario dei cantieri Amico & Co.; Luigi Tossini, amministratore delegato del gruppo omonimo e Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di Commercio di Genova

 (ansa)

È Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Liguria, a chiedere per il comparto della cantieristica «spazi: la Blue Economy è il settore trainante della nostra regione. A Genova stiamo costruendo una nuova Diga foranea per dare al porto altre opportunità. La cantieristica, specie le riparazioni navali, dove sta oggi non è particolarmente amata, ma è stato dimostrato che a queste aziende, appena gli si è dato un po’ di spazio, hanno investito e sono cresciute». Da sempre la Confindustria sostiene un’estensione delle Riparazioni verso il mare, opzione che allo stato attuale non parrebbe nelle bozze del Prp.


La sindaca di Genova, Silvia Salis

 (ansa)

L’occasione è la presentazione del 24esimo Rapporto sulle medie imprese industriali italiane e il relativo scenario competitivo, a cura dell’area studi di Mediobanca, il centro studi Tagliacarne e Unioncamere. Un comparto, quello delle medie imprese, che in Italia supera Germania, Francia e Spagna per competitività, è secondo in Ue per fatturato e occupazione, e prevede nel 2025 un +2,2%del giro d’affari.


Luigi Attanasio, presidente della Camera di Commercio di Genova

 (ansa)

Numericamente poco consistenti, come ha ricordato il presidente della Camera di Commercio di Genova, Luigi Attanasio, queste aziende hanno però un ruolo del tutto strategico essendo l’elemento aggregante delle filiere industriali che fanno capo ai grandi gruppi, come accade nei tre casi liguri ricordati da Mondini: impiantistica industriale; difesa e appunto la navalmeccanica in tutte le sue declinazioni: difesa, mercantile, nautica. Al vertice c’è Fincantieri, in mezzo le aziende medie che contribuiscono a moltiplicare il valore della filiera.


Emanuela Salerno, senior analyst area studi Mediobanca

 (ansa)

Una di queste è il riparatore di yacht Amico, e il direttore finanziario, Gloria Rosellini, dimostra l’assunto di Confindustria: potendo investire in un bacino in più, l’azienda a suo tempo ha raddoppiato il fatturato. La navalmeccanica, fa notare la manager, è tra l’altro uno dei pochi comparti che esporta da fermo: «Per esempio, l’80% delle barche sopra 30 metri sono costruite in Europa, e con esse i pezzi di ricambio. Saranno gli armatori a trovare più conveniente riparare le barche qui che in patria, costerà meno. I dazi potrebbero essere un’opportunità. Anche le politiche migratorie stanno scoraggiando molte figure tecniche a permanere in Usa».

Tra le diverse analisi di Emanuela Salerno, Senior Analyst area studi Mediobanca, Marco Pini, Senior Economist centro studi Tagliacarne e Giovanni Battista Pittaluga, direttore scientifico rivista Economia Internazionale c’è sempre il tema degli investimenti. Pini da riferimento alle categorie del Rapporto Draghi: investimenti tecnologici (deep tech) e in ambiente (clean tech). Ancora troppo bassi in Italia, minano competitività e merito creditizio delle aziende.

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La Liguria della Blue Economy è però terreno per i brevetti: ne parla Giovanni Costaguta, presidente di Genova for Yachting direttore commerciale di Yachtline 1618, che ha inventato i pannelli di arredo interni agli yacht rimovibili (evitano la semi-demolizione della barca quando si rinnovano gli interni). Esempio non blu (ma che curiosamente ricorda un po’ il ruolo del Dpa nelle compagnie di navigazione) è Tossini, che dalla sede centrale controlla la temperatura di forni e celle frigo di tutti i negozi, mentre l’ad Luigi Tossini annuncia l’espansione del gruppo dal Levante ligure a tutta Italia.

Sotto diverse prospettive, la sindaca Salis, il consigliere per lo Sviluppo economico della Regione, Alessio Piana e il presidente di Unioncamere, Andrea Prete hanno messo in evidenza i temi del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, la formazione, la fuga dei talenti all’estero (o su un piano locale, verso altre regioni e città). Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di commercio di Genova, sottolinea come attraverso il sistema Excelsior c’è almeno la possibilità di quantificare il mismatch.


Andrea Prete, presidente Unioncamere; Giuseppe Molinari, presidente del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne – Unioncamere; il consigliere delegato per lo Sviluppo economico della Regione Liguria, Alessio Piana

 (ansa)

Qualche numero sulle medie imprese in Liguria elaborato dall’area studi di Mediobanca: nel 2023 erano 35 (0,9% del totale nazionale) per un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro (0,8% del totale). Il fatturato medio è di circa 44,2 milioni, l’Ebit Margin dell’8,5%. Le medie imprese liguri occupano 3.790 addetti e il loro export rappresenta il 40% del fatturato complessivo, pari a quasi 621,7 milioni di euro.



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