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“Julia”, l’assistente virtuale protagonista nella Rubrica Roma Capitale


Quali sono gli elementi abilitanti per la modernizzazione e la trasformazione della città? Per Roma Capitale la risposta arriva da una visione espressa nelle Linee guida del processo di trasformazione della città del Sindaco Gualtieri (anche in termini di interventi di digitalizzazione dei servizi, di integrazione di apposite app per consentire l’erogazione di servizi comunali).

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Le immani risorse del PNRR dedicate alla transizione digitale delle PA, insieme agli eventi come il Giubileo, hanno poi completato il quadro favorevole entro il quale è stata sviluppata l’assistente virtuale Julia. Ma la nascita di Julia non è stata propriamente dettata dalla disponibilità di fondi, bensì da una visione chiara e ambiziosa della modernizzazione della città. È sulla base di questa visione, sintetizzata nelle Linee programmatiche dell’amministrazione capitolina, che sono state costruite le fonti di finanziamento per sviluppare Julia, che incarna il passaggio da un modello di erogazione di servizi “da uno a molti” a un sistema “conversazionale” e “on-demand”.

La sua efficacia si fonda su alcune precondizioni: una rete di telecomunicazioni avanzata, solide piattaforme dati e la capacità di elaborare informazioni in modo strutturato, garantendo al contempo la trasparenza delle fonti e degli algoritmi attraverso i quali queste fonti sono elaborate.

Tecnicamente, Julia si basa su ChatGPT e su una “Roma Data Platform” certificata, frutto di un imponente lavoro di reingegnerizzazione e analisi del patrimonio informativo della città. L’assistente virtuale supporta il voice-to-text, offre un’interazione in 60 lingue in tempo reale, è gratuita e senza scopi commerciali. La sua evoluzione futura include la geolocalizzazione e l’utilizzo interno per l’amministrazione, ad esempio per la rielaborazione di documenti complessi.

A partire dall’esperienza di Julia, a FORUM PA 2025 si è esplorato il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale generativa come alleata dell’innovazione della pubblica amministrazione.

L’IA, con assistenti virtuali come Julia o Camilla di Regione Piemonte, usata anche da Formez per i bandi pubblici, offre servizi di qualità in tempo reale, ma non è l’unica tecnologia che sta modificando i servizi pubblici; la realtà virtuale, sebbene in una fase meno avanzata rispetto all’IA generativa, sta producendo sperimentazioni interessanti, spesso in combinazione con l’IA, aprendo nuove frontiere, come l’ospedale di Cagliari, il primo ospedale italiano in realtà virtuale. Allo stesso tempo, però, si apre un dibattito: mantenere questi sistemi totalmente aperti ai dati, col rischio di qualche errore, oppure chiuderli in un sistema di domande e risposte? La loro complessità richiede un monitoraggio continuo lungo l’intero ciclo di vita, dal procurement allo sviluppo, come richiesto dalle Linee Guida di AgID sull’adozione, l’acquisto e lo sviluppo di sistemi di IA nella Pubblica Amministrazione.

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Un aspetto critico e centrale è l’intersezione tra IA, sfide etiche e l’inderogabile obiettivo della parità di genere, affinché l’innovazione possa considerarsi realmente inclusiva e benefici tutti. Il lavoro sulla trasparenza delle basi dati e dei criteri di scelta, così come l’impegno nell’includere tutte le fasce della cittadinanza, dimostrano una scelta etica che pone le basi per un’IA responsabile. Le sfide sono diverse, ma la strada intrapresa da Roma Capitale e da altre realtà italiane ed europee indica una direzione chiara: innovare meglio, con una comprensione profonda degli impatti e la volontà di far sì che la tecnologia serva veramente a tutti.



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