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Incidenti sul lavoro, una semplice tessera può salvare vite


Gli ultimi numeri e dati disponibili in tema di salute e sicurezza sul lavoro non fanno dormire sonni tranquilli. Gli incidenti nell’esercizio delle mansioni contrattuali sono molto frequenti. Inail ha recentemente indicato che solo nel 2024 le denunce di infortunio presentate hanno superato ampiamente quota mezzo milione.

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Ecco perché parlare del tema, alla ricerca di migliori soluzioni, accorgimenti e strumenti di protezione non è mai fuori luogo e, anzi, è indice di attenzione al benessere psicofisico dei dipendenti, ingrediente essenziale per la produttività aziendale.

Inail suggerisce di considerare un recente studio dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), che dettaglia e spiega l’effettiva utilità delle tessere di identificazione ai fini della riduzione di imprevisti e danni alla salute negli ambienti lavorativi.

Lo studio sulle tessere di identificazione dei lavoratori

L’Agenzia segnala che, ogni anno, molte migliaia di lavoratori europei muoiono per malattie legate all’occupazione e che gli infortuni gravi e mortali continuano a verificarsi anche in paesi considerati “virtuosi” o avanzati.

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Insomma, se è vero che lavoro precario, Gic economy e digitalizzazione creano nuove forme di rischio, è altrettanto vero che la questione della salute sul lavoro è un problema non solo italiano, ma continentale.

Ecco perché Eu-Osha ha realizzato un approfondito documento di riflessione dal titolo Labour Identification Cards and their Use for Occupational Safety and Health.

Il contributo analizza studi e ricerche in materia e, in particolare, valuta ruolo e efficacia delle tessere identificative dei lavoratori come strumento per agevolare:

  • il rispetto delle regole nazionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro (Ssl);
  • le ispezioni dei luoghi e il monitoraggio dei rapporti e condizioni di lavoro;
  • la lotta al lavoro nero e alle frodi contributive.

Affrontando criticamente e con spirito costruttivo il problema degli infortuni sul lavoro, il citato documento definisce in sintesi queste carte come mezzi di certificazione individuale che contengono dati visibili e digitalmente archiviati, comprovanti il rispetto dei requisiti di salute e sicurezza da parte dell’azienda o del lavoratore.

E, focalizzandosi anche e soprattutto sul settore delle costruzioni – quello a più alto rischio di incidenti in tutta Europa – lo studio ricorda che, nell’ambito, i cantieri temporanei non sempre sono a norma, le catene di subappalto non sono affatto infrequenti e il distacco dei lavoratori è diffuso. Per questo il ricorso alle tessere andrebbe incentivato specialmente tra i lavoratori edili di tutta Europa.

L’Agenzia, inoltre, tiene a precisare che le difficoltà legate all’attuazione e trasversale diffusione di questi strumenti, includono la diversità dei quadri normativi nazionali, la protezione dati personali (in conformità al Gdpr) e i costi per le PMI.

Come possono aiutare i lavoratori

L’analisi dell’Agenzia europea non soltanto sottolinea che le tessere solleciterebbero la piena applicazione degli obblighi di legge previsti a livello nazionale, ma anche e soprattutto fa alcune considerazioni pratiche e utili a comprenderne tutte le potenzialità di prevenzione del danno alla salute.

Certificano la formazione

Le tessere semplificano il controllo dell’avvenuta formazione obbligatoria in materia di Ssl per chi lavora in cantiere, garantendo che soltanto personale qualificato e adeguatamente istruito operi in ambienti ad alto rischio di incidente.

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Si pensi ad esempio all’operaio edile che entra in un cantiere e mostra la sua tessera: il capocantiere, con una semplice scansione, può verificare che abbia completato il corso per il rischio alto, previsto dalla legge, e che può iniziare subito a lavorare senza dover esibire attestati cartacei o attendere controlli incrociati.

Abilitazioni specifiche

Inoltre includono informazioni su eventuali abilitazioni specifiche o certificazioni sanitarie, consentendo ai responsabili della sicurezza di comprendere appieno quali siano le effettive competenze e le condizioni di idoneità dei lavoratori in organico.

Si pensi al responsabile della sicurezza che deve assegnare un lavoro in quota su ponteggi. Scansionando le tessere dei presenti, individuerà subito chi ha l’abilitazione per i lavori in quota e la visita medica in corso di validità, evitando di affidare il compito a personale non idoneo.

Monitoraggio degli orari di lavoro

Possono monitorare gli orari di lavoro, contribuendo a prevenire la fatica eccessiva e i pericoli ad essa correlati.

Questo può essere il caso dell’operaio che ha già lavorato 10 ore consecutive in una giornata molto calda. Il sistema collegato alla tessera segnala automaticamente il superamento dei limiti orari, impedendo l’accesso a nuove attività per evitare infortuni dovuti alla stanchezza.

Limitazioni sul luogo di lavoro

Infine tracciano l’accesso ad aree con pericoli specifici, assicurando che solo il personale autorizzato possa accedervi.

Una situazione tipica dei cantieri con serbatoi chimici ad accesso riservato. Soltanto chi ha una tessera con specifica autorizzazione può attivare il badge per entrare, evitando che un lavoratore non formato o sprovvisto di dispositivi di protezione acceda per errore a un’area ad alto rischio.

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Come funzionano le carte di riconoscimento in Italia

Venendo alla dimensione del nostro Paese, lo studio in oggetto ci porta a ricordare che le carte di riconoscimento già esistono nel mondo edilizio. Questo perché, seppur non ci sia una regolamentazione organica a livello nazionale sull’obbligatorietà per tutti i settori lavorativi, il loro uso è una prassi consolidata, in particolare nei cantieri.

Infatti, il Testo unico sulla sicurezza (d.lgs. 81/08) contiene l’obbligo per i datori di fornire ai lavoratori una tessera di riconoscimento munita di fotografia, contenente i dati anagrafici dell’operaio e l’indicazione del datore.

Si tratta di una regola essenziale a garantire trasparenza e tracciabilità nelle attività edili, fondamentali per la prevenzione degli infortuni, il controllo dei rapporti lavorativi e il contrasto al sommerso.

L’utilità delle tecnologie Rfid e dei codici Qr

Non solo. Inail nel suo sito ricorda che varie imprese edili operanti nel nostro paese hanno da tempo implementato sistemi avanzati e funzionanti con tecnologie Rfid (già vista nei pagamenti contactless) o codici Qr, al fine di inserire nella carta identificativa non soltanto i dati generali del lavoratore – ma anche informazioni relative alla sua effettiva formazione sulla sicurezza, alle visite mediche periodiche e ad altre abilitazioni specifiche.

Concludendo, alla luce dei dati allarmanti sugli infortuni e malattie professionali e delle soluzioni tecniche già disponibili, è evidente che la vera sfida non sta nell’inventare nuovi strumenti, ma nel diffonderne l’uso consapevole e sistematico.

Le carte identificative non sono un orpello burocratico, ma una concreta opportunità per imprese e istituzioni di collaborare alla costruzione di ambienti di lavoro più sicuri, moderni e trasparenti, in cui il rispetto delle regole sia garanzia non solo di legalità, ma anche di dignità e tutela della vita umana.

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