Nel commercio globale, ogni mercato presenta regole, consuetudini e rischi differenti. Per un’impresa italiana che guarda fuori dall’UE, l’aspetto legale diventa parte integrante della strategia di internazionalizzazione. Ne parliamo con l’Avvocato Luca Davini, docente e consulente specializzato in diritto del commercio e degli investimenti internazionali, che collabora con il Centro Estero del Piemonte e con Assoenologi Milano nella formazione su tematiche contrattuali e contenziose a livello internazionale.
1. Quali sono oggi le principali complessità normative che le imprese italiane devono affrontare quando si affacciano a mercati extra-UE?
Le complessità maggiori derivano dalla diversità tra i sistemi giuridici, dalla scarsa prevedibilità delle regole applicabili e dall’assenza di un quadro uniforme per la tutela contrattuale. Le imprese devono spesso fare i conti con normative locali che incidono sulla validità dei contratti, sull’esecuzione delle obbligazioni, sul trasferimento dei pagamenti o sul riconoscimento delle decisioni giudiziarie. Questo rende fondamentale un approccio legale proattivo già in fase di negoziazione.
2. Come sta evolvendo il quadro normativo internazionale in tema di investimenti esteri e quali ricadute pratiche vede per le PMI?
Stiamo assistendo a una maggiore attenzione alla sovranità economica da parte degli Stati, con conseguente incremento dei controlli sugli investimenti esteri. Le PMI, spesso meno strutturate delle grandi aziende, devono adottare modelli contrattuali più accorti, prevedere exit strategy chiare, tutelare la proprietà intellettuale e garantirsi un’effettiva risolvibilità delle controversie, preferibilmente in sede arbitrale. In quest’ottica, il supporto legale specializzato è imprescindibile.
3. Nel suo lavoro con le imprese, quali criticità emergono più spesso nella gestione dei pagamenti internazionali?
Tra le criticità più frequenti vi sono: condizioni di pagamento mal definite o squilibrate, assenza di garanzie effettive in caso di inadempimento, difficoltà nell’escussione di crediti in giurisdizioni estere e scarsa consapevolezza delle implicazioni contrattuali del rischio di cambio. Troppo spesso le imprese sottovalutano il peso di una clausola di pagamento mal formulata o non adattata al contesto giuridico della controparte.
4. Quali strumenti consiglia alle aziende per tutelarsi nei rapporti commerciali con controparti estere?
Il primo presidio è una contrattualistica solida e calibrata sul contesto giuridico ed economico dell’operazione. È essenziale disciplinare in modo puntuale le obbligazioni reciproche, le garanzie, i rimedi in caso di inadempimento, la legge applicabile e il foro competente (o l’arbitrato). Consiglio inoltre di supportare i contratti con strumenti operativi come lettere di credito, accordi di escrow o polizze assicurative per il rischio credito. La prevenzione contrattuale è sempre meno un’opzione e sempre più una necessità.
5. Quanto conta oggi una contrattualistica ben costruita per prevenire rischi legali e contenziosi?
Conta moltissimo. In ambito internazionale, dove differenze culturali, linguistiche e normative possono generare incomprensioni, la chiarezza e la precisione contrattuale sono essenziali. Un contratto ben redatto riduce drasticamente i margini di ambiguità, rafforza la posizione dell’impresa e può fare la differenza tra una controversia gestibile e una perdita economica rilevante.
6. Qual è, secondo lei, il valore aggiunto di percorsi come il Master AEO per chi lavora nell’ambito giuridico o contrattuale dell’impresa?
Ritengo che percorsi come il Master AEO offrano un’importante integrazione per chi opera nella contrattualistica internazionale. Comprendere le implicazioni giuridiche legate alla supply chain, alle certificazioni e alla compliance rafforza la capacità di negoziare e redigere contratti in modo più efficace e consapevole. In un mercato globale, la collaborazione tra area legale e area operativa è sempre più cruciale.
In un contesto in cui le regole cambiano da paese a paese e la contrattualistica richiede sempre più competenze trasversali, investire in formazione giuridico-operativa è una scelta strategica. Il Master per Responsabile per le questioni doganali in ambito AEO con acquisizione degli standard pratici di competenza offre una visione integrata dei temi doganali, logistici e legali, utile per rafforzare le competenze contrattuali e gestire in modo più sicuro i rapporti con l’estero.
Per conoscere il programma del Master, consulta la pagina dedicata o contatta il nostro team per un approfondimento.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link