Redazione Perugia
PERUGIA – L’Umbria del turismo si appresta a vivere un’estate da record: 3.640 assunzioni previste tra giugno e agosto. I dati del sistema informativo Excelsior parlano chiaro. Gli operatori si aspettano la stagione più affollata di sempre. E Terni fa il botto: +23,8% le assunzioni nel trimestre. L’obiettivo? Toccare, e magari sfondare, quota 8 milioni di presenze nel 2025.
«Per troppi anni il turismo è stato trattato come un settore marginale, quasi un riempitivo dell’economia umbra – così Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria – Oggi, finalmente, si prende atto di una realtà che noi sottolineiamo da tempo: il turismo è un’industria, a tutti gli effetti. Produce occupazione, anche qualificata, attira investimenti, valorizza le competenze locali e promuove l’immagine della nostra regione nel mondo. I dati Excelsior lo dicono chiaramente: la crescita degli avviamenti al lavoro nel comparto turistico non è episodica, ma strutturale. È la spia di una trasformazione profonda, che dobbiamo accompagnare con politiche mirate e strumenti adeguati. L’Umbria ha tutte le carte in regola per fare del turismo una leva strategica di sviluppo economico e sociale, integrata con cultura, ambiente, artigianato e agricoltura. E noi, come sistema camerale, siamo stati e saremo sempre in prima linea per sostenere questo percorso con determinazione e visione».
Quando le imprese assumono di più, vuol dire che si aspettano di lavorare di più. E, in Umbria, questa semplice equazione descrive alla perfezione l’estate 2025. I dati del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, restituiscono un’istantanea nitida: gli imprenditori del settore turistico prevedono 3.640 avviamenti al lavoro nei tre mesi clou della stagione, da giugno ad agosto, con un incremento del +6,4% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Dietro quei numeri c’è molto di più: fiducia, programmazione, prenotazioni, aspettative. Gli operatori del comparto “Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici” – la voce che fa da proxy all’andamento turistico stagionale – scommettono su un’estate da tutto esaurito. E non a caso: il 2024 ha già sfiorato il massimo storico con oltre 7,3 milioni di presenze, e il 2025 potrebbe essere l’anno del sorpasso, con quota 8 milioni ormai nel mirino.
Il segnale più forte arriva subito, già nel mese di giugno. Secondo Excelsior, le assunzioni previste nel settore turistico in Umbria passano da 1.120 a 1.310 in un anno, con un balzo del +17%. È come dire: il buongiorno si vede dal mattino, e qui la giornata si annuncia luminosa.
Spicca il dato della provincia di Terni, che sfoggia una crescita del +36,4%, passando da 220 a 300 avviamenti al lavoro previsti nel mese. Ma anche Perugia tiene il passo, con un solido +11% (da 910 a 1.010). Una dinamica simile si ritrova nel trimestre complessivo: a Terni il salto è del +23,8%, mentre a Perugia si registra comunque una crescita, ma molto più contenuta, del +2,5%.
A cambiare non sono solo i numeri, ma anche i profili cercati. Gli imprenditori cercano figure sempre più qualificate, capaci non solo di garantire l’accoglienza, ma di rappresentare il valore esperienziale del soggiorno. Non basta più servire un piatto o rifare un letto: si cercano competenze linguistiche, digitali, relazionali, con attenzione alla gestione delle prenotazioni online, all’utilizzo dei social, al customer care.
Questo dimostra che il turismo umbro sta facendo un salto di qualità. E con esso, cresce la necessità di formazione mirata, percorsi professionalizzanti, orientamento al lavoro. Una filiera che unisce scuola, istituzioni e imprese, e che va rafforzata con visione di lungo periodo.
Ma non è tutto rose e fiori. La difficoltà di reperimento resta elevata: in Umbria, il 56% delle figure richieste nel turismo è giudicato “difficile da trovare”, una percentuale stabile rispetto al 2024. A Terni, la situazione è addirittura peggiorata, con un balzo dal 50% al 56% di figure difficili da reperire, mentre Perugia segna una lieve riduzione (dal 57% al 56%).
Un campanello d’allarme che richiama l’urgenza di azioni sistemiche: l’offerta di lavoro c’è, ma la mancanza di profili adeguati può diventare un freno. Servono percorsi più flessibili, sinergie formative tra ITS, scuole professionali, Università e operatori del settore. Il turismo è pronto a dare lavoro: ora bisogna mettere le persone nella condizione di cogliere questa opportunità.
A trainare la stagione 2025 c’è una congiuntura eccezionale. Innanzitutto il Giubileo, che porta in Italia milioni di pellegrini e che trova in Umbria una delle sue mete privilegiate, grazie a luoghi iconici come Assisi, Norcia, Cascia e Terni, ma anche tanti borghi spirituali meno noti ma altrettanto carichi di fascino.
A questo si aggiunge un evento storico: l’ottavo centenario della morte di San Francesco, cuore del Giubileo francescano 2023–2026. Si celebrerà in tutto il mondo, ma sarà Assisi il centro simbolico e operativo di questo straordinario anniversario. Le ricadute sul turismo sono già evidenti, e le imprese si stanno organizzando per coglierle al meglio.
L’Umbria non arriva impreparata. Negli ultimi anni, le campagne di promozione turistica hanno segnato un cambio di passo radicale. Hanno smesso di inseguire la “moda” per rivalutare un’identità profonda, autentica, distintiva. Il claim “non è di moda, è senza tempo”, adattissimo per l’Umbria, significa intercettare un turismo più consapevole, in cerca di esperienze significative.
Natura, silenzio, spiritualità, artigianato, enogastronomia, arte diffusa, cultura e altro ancora: sono questi gli asset che rendono l’Umbria unica. E lo dimostrano i dati: non solo più turisti, ma anche più lavoratori, più imprese, più opportunità. Una regione che riscopre sé stessa attraverso gli occhi di chi arriva da fuori.
Tutto questo porta a una conclusione netta: il turismo non è più una voce laterale dell’economia regionale, ma una vera industria del presente e del futuro. Produce valore aggiunto, crea posti di lavoro, attira energie giovani e competenze, rigenera i territori. E restituisce all’Umbria un ruolo centrale in quella geografia interiore che sempre più persone cercano.
La stagione che si apre non è solo una prova per gli operatori, ma un’occasione per tutta la regione. Un test per le politiche del lavoro, per la capacità di accogliere, per la qualità dei servizi e per l’orgoglio con cui l’Umbria può tornare a dirsi protagonista, senza effetti speciali, ma con la forza silenziosa di chi sa durare nel tempo.
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