Nessuna loggia massonica segreta, ma un cerchio magico di potere e corruzione attorno all’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto. È questo, in sintesi, il verdetto pronunciato oggi dal Tribunale di Trapani, al termine del processo “Artemisia”, iniziato nel 2019 dopo un’inchiesta dei Carabinieri che portò anche allo scioglimento per mafia del Comune di Castelvetrano.
Dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, il collegio presieduto dal giudice Franco Messina, con a latere Bandiera e Cantone, ha emesso una sentenza che segna la fine di un processo durato quattro anni, 75 udienze, decine di testimoni e migliaia di intercettazioni.
Le condanne
La pena più severa – dodici anni di carcere – è stata inflitta a Giovanni Lo Sciuto, 62 anni, ex deputato regionale, già vicepresidente della Commissione antimafia all’Ars e figura storica del centrodestra siciliano, con rapporti politici di lungo corso con Angelino Alfano e Francesco Cascio.
Condanne anche per:
- Paolo Genco, ex presidente dell’Anfe: 8 anni
- Giuseppe Angileri: 6 anni
- Isidoro Calcara: 4 anni
- Salvatore Passanante, Salvatore Virgilio, Vincenzo Giammarinaro: 6 anni ciascuno
- Salvatore Giacobbe e Rosario Orlando: 7 anni
Le assoluzioni
Assolti Maria Luisa Mortillaro, Tommaso Geraci, Gaspare Magro, Vincenzo Chiofalo, Luciano Perricone, Felice Errante Jr, Giuseppe Berlino. Cade così l’ipotesi dell’esistenza di una loggia segreta con finalità occulte, sostenuta dalla Procura, che aveva parlato di un potere parallelo nascosto tra le logge ufficiali della massoneria castelvetranese.
La “galassia Lo Sciuto”: una macchina di favori e clientele
Secondo i giudici, attorno a Lo Sciuto non c’era una loggia segreta, ma un sistema di potere opaco, costruito attraverso rapporti personali, corruzione e fedeltà politiche. Un “cerchio magico” che operava per favori reciproci: pensioni d’invalidità facili tramite il medico Rosario Orlando (Inps), assunzioni all’Anfe pilotate da Paolo Genco, e informazioni coperte fornite da poliziotti infedeli.
Tra questi, Passanante (commissariato Trapani), Virgilio (Dia Trapani) e Giacobbe, condannati per aver passato notizie riservate a Lo Sciuto in cambio di vantaggi, come assunzioni per i familiari o agevolazioni per cooperative legate alle loro famiglie.
“Sportello unico” per il potere
La segreteria politica dell’on. Lo Sciuto, secondo l’accusa, agiva come uno “sportello unico” per risolvere qualsiasi problema: pratiche Inps, concorsi, invalidità, posti di lavoro. Tutto ruotava attorno alla figura del deputato castelvetranese e al consenso elettorale da alimentare attraverso favori e promesse.
La pubblica accusa, rappresentata dalla pm Sara Morri, aveva ricostruito in una memoria di oltre mille pagine l’intreccio di relazioni e scambi corruttivi, definendo Lo Sciuto e i suoi fedelissimi “moschettieri del malaffare”. Oggi il Tribunale ha riconosciuto l’esistenza di quel sistema.
Le reazioni e i prossimi passi
Le difese degli imputati condannati hanno già annunciato ricorso in appello. Anche la Procura potrebbe impugnare alcune assoluzioni. Bisognerà però attendere il deposito delle motivazioni.
Una vicenda complessa, che intreccia politica, formazione professionale, sanità, forze dell’ordine e massoneria ufficiale. Il tentativo di svelare una loggia segreta è caduto, ma è rimasto in piedi un sistema di potere che ha trasformato l’accesso ai diritti in merce di scambio.
Cronologia del caso “Artemisia”
➤ Marzo 2019 – I Carabinieri eseguono 27 misure cautelari nell’ambito dell’operazione “Artemisia”. Al centro delle indagini l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto. Tra gli indagati, anche dirigenti pubblici, medici, agenti di polizia, politici locali.
➤ 2019-2020 – Il Comune di Castelvetrano viene sciolto per infiltrazioni mafiose. Le indagini su Lo Sciuto e il suo entourage contribuiscono al provvedimento del Viminale.
➤ Ottobre 2020 – Si apre il processo “Artemisia” davanti al Tribunale di Trapani. Le accuse principali: corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio, violazione della Legge Anselmi sulla massoneria segreta.
➤ 2021–2024 – Il dibattimento si snoda in 75 udienze, con l’ascolto di decine di testimoni e la trascrizione di ore di intercettazioni.
➤ 27 giugno 2025 – Dopo cinque ore di camera di consiglio, i giudici emettono la sentenza. Cade l’accusa sulla loggia segreta. Arrivano pesanti condanne per Lo Sciuto (12 anni), Genco (8 anni), e altri imputati, soprattutto per reati di corruzione.
➤ Prossimi passi – Le difese annunciano appello. Il deposito delle motivazioni sarà determinante per i futuri sviluppi giudiziari.
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