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Novamont e imprese laziali insieme per la sfida della green economy e l’economia circolare


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Le aziende del Lazio stanno portando avanti un cambio di passo nella gestione delle risorse e dell’ambiente. Dai dati più recenti emerge un miglioramento nell’adozione di pratiche sostenibili e modelli di economia circolare, come dimostra la crescita dell’indice di circolarità nel territorio. Proprio in questo contesto si è svolto un incontro importante presso la sede di Novamont a Patrica, dove rappresentanti istituzionali e imprenditori hanno dibattuto le strategie adottate nel campo della green economy.

La visita a novamont e il ruolo del gruppo tecnico green economy

L’assessore regionale all’ambiente del Lazio, Elena Palazzo, ha incontrato nei giorni scorsi il gruppo tecnico Green Economy a Patrica, nella sede di Novamont, società parte del gruppo Versalis, che a sua volta fa capo a Eni. Questa azienda si distingue proprio per le sue pratiche nella bioeconomia circolare, utilizzando risorse vegetali per creare materiali rigenerabili nel territorio. La riunione ha accolto anche il consiglio direttivo della sezione chimica, gomma e materie plastiche di Unindustria, guidato da Emilio Mazza.

Durante l’incontro sono stati presentati i risultati della terza edizione del questionario “La sfida green: produzione sostenibile e circular economy”, realizzato con la collaborazione delle aziende locali. Questo strumento annuale monitora le iniziative prese dalle imprese per ridurre l’impatto ambientale, puntando su una gestione responsabile dei rifiuti, piena attenzione all’efficienza energetica e al risparmio idrico, e certificando processi produttivi più rispettosi dell’ambiente. L’indice di circolarità, che rappresenta il livello di applicazione di questi principi, è passato dal 65,5% al 70%, segnale di un percorso in netta crescita.

Strategie concrete per la gestione dei rifiuti e dell’energia nelle imprese laziali

Lo studio appena presentato mette in luce quali azioni stanno intraprendendo le imprese nel territorio laziale per ridurre l’uso delle risorse non rinnovabili. Novamont è proprio un esempio di realtà che ha adottato un modello agro-industriale fondato sull’efficienza e sulla rigenerazione. Le aziende si concentrano sulla raccolta differenziata e sulla trasformazione dei materiali di scarto in nuova materia prima, evitando sprechi e riducendo la produzione di rifiuti tossici.

La sfida non riguarda solo il riciclo ma anche la riduzione delle emissioni di gas serra, tramite l’adozione di impianti più efficienti e fonti rinnovabili. La gestione dell’acqua è un altro aspetto cruciale: molte imprese hanno ottimizzato l’uso idrico per minimizzare gli sprechi e utilizzare sistemi di recupero. Lo studio si basa su un questionario che ha raccolto dati dettagliati dalle imprese circa queste iniziative, rendendo possibile un confronto continuo e lo sviluppo di nuovi modelli che siano replicabili sul territorio.

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La transizione ecologica come priorità per il lazio

Elena Palazzo ha ribadito che “la transizione ecologica non rientra più tra le opzioni da valutare ma è ormai un punto di partenza obbligato”. Per la regione Lazio rappresenta una sfida urgente e reale, che va accolta con un approccio pragmatico e orientato all’azione. L’incontro con le imprese ha confermato la presenza sul territorio di realtà pronte a sviluppare un’economia circolare legata allo sviluppo sostenibile.

La Regione sta supportando questi processi con investimenti mirati, utilizzando i fondi europei FESR per spingere la trasformazione energetica sia nel comparto industriale sia nel settore pubblico, come la riqualificazione degli edifici. L’assessore non ha mancato di sottolineare l’importanza del dialogo continuo tra istituzioni e imprese, essenziale per far emergere soluzioni condivise che uniscano la crescita economica all’attenzione per l’ambiente.

La risposta delle imprese laziali tra impegni e ostacoli

Il vicepresidente di Unindustria con delega alla green economy, Giovanni Turriziani, ha riconosciuto come le aziende della regione continuino a investire in modelli di produzione più attenti all’ambiente, nonostante ostacoli burocratici e difficoltà normative. “La strada verso un’economia circolare resta impegnativa ma le imprese non rallentano.” Il questionario di quest’anno è visto come uno strumento utile per orientare le politiche pubbliche e stimolare collaborazioni tra attori pubblici e privati.

L’obiettivo è avere un percorso comune, in cui imprese e istituzioni lavorano assieme per diffondere l’adozione di processi produttivi meno impattanti. Lo scambio di informazioni e la pianificazione condivisa diventano fondamentali per consolidare la transizione ecologica e rafforzare il ruolo delle imprese nel cambiamento ambientale.

La chimica come elemento centrale nella green economy laziale

Il direttore dello stabilimento Novamont e presidente della sezione chimica, gomma e materie plastiche di Unindustria, Emilio Mazza, ha evidenziato che “il processo di cambiamento ambientale passa anche e soprattutto dalla transizione dei materiali impiegati”. Le aziende devono abbracciare soluzioni che favoriscano prodotti e processi circolari, abbandonando logiche lineari più dannose.

Il settore chimico può giocare un ruolo decisivo, perché ha la capacità di sviluppare materie prime rigenerative e migliorare i processi produttivi. Nella regione vi sono realtà già attive in questa direzione, che investono in tecnologie e metodi che rispettano l’ambiente e promuovono la sostenibilità. Il sostegno a queste imprese diventa quindi un punto chiave per rafforzare la competitività della produzione regionale, traducendo il rispetto ambientale in opportunità di crescita concreta.





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