Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Ecco come l’Agenzia delle Entrate rischia di uccidere la voglia di fare innovazione


Effetti diretti e indiretti della pesca a strascico dell’Agenzia delle Entrate sulle imprese che 7 o 8 anni fa aveva fatto R&D. L’intervento di Angelo Ristori

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

In quale paese dell’eurozona nel 2025 una corte tributaria di primo grado è chiamata a decidere di un credito di imposta per ricerca e sviluppo maturato nel 2015? Elementare Watson: in Italia e più recisamente a Roma dove lo scorso 25 giugno la 33esima sezione della Corte di Giustizia Tributaria di Roma ha emesso una sentenza che sicuramente farà scuola su una vicenda che denota tutto il terzomondismo burocratico ed amministrativo del Belpaese ai tempi super accelerati dall’intelligenza artificiale.

Molti anni fa, al tempo del governo Renzi (che di riforme pro crescita e pro innovazione ne fece molte e valide) l’esecutivo, dando attuazione a una direttiva europea, introdusse un credito di imposta in favore della ricerca. L’obiettivo era quello di favorire gli investimenti per accrescere la competitività delle imprese, non solo in Italia.

L’Agenzia delle Entrate nulla fece per organizzarsi, come avviene nel resto dell’Eu ed anche nel Regno Unito, per vagliare preliminarmente le pratiche meritevoli di ricevere il credito R&D, ma più pilatescamente lasciò la porta della stalla spalancata così che ogni impresa, anche i ristoranti o le imprese di pulizie, potessero impostare mirabolanti progetti innovativi. Molti anni dopo la stessa AdE, svegliatasi come Cenerentola nel bosco del debito pubblico, inizia la più improvvida pesca a strascico degli accertamenti fiscali: atti di recupero a pioggia sulle imprese che 7 o 8 anni prima avevano fatto R&D.

Essendo passati molti anni dall’iniziale attività di ricerca ed avendo affidato una funzione prettamente tecnica per la quale occorrerebbero laureati in discipline STEM ai suoi funzionari ragionieri o laureati in Scienze politiche o nella migliore delle ipotesi in Legge, il risultato sono stati decine di migliaia di atti di recupero per credito di imposta inesistente (cioè quello nascente da una attività senza documentazione o frutto di frode) e non per credito di imposta non spettante. Insomma l’AdE, fregandosene dello statuto del contribuente ed anche del fatto che non può esistere una imposta senza una norma che la definisca nel merito, ha inventato la sua categoria fiscale: ogni credito di imposta R&D va qualificato come inesistente così i tempi per il recupero sono superdilatati.

I contribuenti onesti, cioè quelli che hanno fatto R&D vera, si sono ritrovati in un girone infernale che neppure il genio di Dante ha saputo immaginare: recuperare carte di 8 o 9 anni prima e spendere soldi per il contenzioso e per le relazioni degli esperti. E solo per aver provato a fare innovazione. Follia allo stato puro che rende in maniera cristallina la distanza tra la cultura guiridico-burocratica che impregna l’AdE e il mondo del business: ma quale impresa internazionale fa investimenti in ricerca in Italia per poi rischiare di essere accertata 7 anni o 10 anni dopo e, poi, ritrovarsi invischiata per 5 o più anni fino alla Cassazione in ricorsi tributari senza alcuna razionalità tecnica? E chi investe per farla crescere in una impresa in contenzioso con l’AdE in una materia tanto delicata all’estero come la ricerca? Adesso la corte tributaria ha scritto chiaramente: “Se si dovesse condividere la tesi dell’Agenzia delle Entrate verrebbe frustrato lo scopo perseguito dal legislatore che è quello di rendere più moderno e concorrenziale il sistema produttivo”.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Ovviamente ai burocrati dell’AdE che vivono di statistiche marziane importa nulla della cristallina motivazione dei giudici e ricorreranno fino in Cassazione contro il buonsenso non solo giuridico della Corte romana. La Corte dei Conti dovrebbe iniziare ad agire contro tutti questi accertamenti contra legem dell’AdE e contro lo spreco insensato di risorse pubbliche per intentare cause temerarie invece di scaricare tutto il costo della difesa dello stato di diritto sulle sole imprese colpevoli di aver voluto fare ricerca ed innovazione. Ed il Parlamento dovrebbe far sentire forte la sua voce visto che questo mostro burocratico-amministrativo lo ha partorito l’AdE guidata da Ernesto Maria Ruffini. Si, proprio lui quello che adesso ha vestito la casacca della politica per sognare di guidare il grande Centro post prodiano. Dopo aver distrutto la R&D made in Italy forse Ruffini punta alla deindustrializzazione su più larga scala del Belpaese. Preparata popcorn e bibite ghiacciate.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!