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etichette d’artista di San Leonardo


(Di Giorgio Cellini) L’unicità del progetto, la ciclicità di un tempo che si ripete in modo ogni volta differente, l’incontro tra innovazione e artigianalità sono i temi che, secondo Anselmo Guerrieri Gonzaga e Ilaria Tronchetti Provera, accomunano arte e produzione vitivinicola. Nella storica tenuta vinicola, situata ad Avio, in Trentino, nella Valle dell’Adige, si svolge Arte a San Leonardo, progetto valoriale curato da Giovanna Amadasi: grandi artisti e artiste italiane, a seguito di una residenza d’artista, realizzano etichette in grado di raccontare il territorio e i suoi prodotti. 

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Linda Fregni Nagler, Memoria di cose affidabili, Arte a San Lorenzo, ph Studio CLOU

Perché e come nasce Arte a San Leonardo?

Anselmo Guerrieri Gonzaga e Ilaria Tronchetti Provera: «Arte a San Leonardo più che da un’esigenza nasce dal desiderio di mettere in dialogo l’identità e la storia di San Leonardo con lo sguardo e il lavoro degli artisti contemporanei. San Leonardo è un’azienda che da 300 anni vive e si sviluppa in sinergia con il proprio territorio e con le persone che lo abitano, con uno sguardo sempre volto al futuro e aperto alla ricerca. È proprio questo l’elemento che ci ha spinto a coinvolgere gli artisti, capaci, con la propria pratica e l’attitudine alla sperimentazione, di aprire prospettive sempre nuove e sorprendenti. Questo per noi è un progetto valoriale, il cui principale apporto è costituito dallo scambio tra mondi differenti e dalla crescita che ne deriva». 

Che rapporto si instaura tra voi, l’azienda e l’artista?

AGG e ITP: «La decisione di coinvolgere un artista in Arte a San Leonardo nasce sempre dall’interesse per il suo lavoro, una scintilla. Un interesse che si sostanzia in un profondo rispetto per la sua pratica e che ci porta a dare completo supporto e libertà nello sviluppo del progetto. Il rapporto tra noi e l’artista si sviluppa lungo il corso di un anno: dal momento in cui arriva a San Leonardo viene coinvolto nei diversi aspetti della vita dell’azienda e inevitabilmente della nostra vita. È naturale che spesso si crei una relazione estremamente personale».

Quali artisti sono stati coinvolti? 

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Giovanna Amadasi: «Per queste tre edizioni abbiamo coinvolto Simone Berti, Marzia Migliora e Linda Fregni Nagler. L’idea è stata quella di invitare artiste e artisti italiani nella cui pratica potesse risuonare l’interesse per qualcuno dei molti aspetti che costituiscono la storia e l’identità di San Leonardo: dal paesaggio al lavoro, dalla storia al territorio. È importante per noi che artiste e artisti riescano a concepire questo progetto in modo molto naturale all’interno del proprio percorso, senza forzature. La scelta di selezionare artisti italiani parte dal desiderio di facilitare una relazione non solo con il luogo, ma anche con la comunità di persone che vivono e lavorano a San Leonardo, che è molto presente e coinvolta nel progetto».

etichette d’artista San Leonardo
Senza titolo (Memorie di Cose Affidabili), cinque gelatin silver prints, 50x50cm, 53x43cm (con cornice) ognuna, 2025

In che modo gli artisti interagiscono con San Leonardo? 

GA: «Ogni artista interagisce con il contesto di San Leonardo in modo diverso e personale, a seconda della propria sensibilità e dei propri interessi. Simone Berti è stato affascinato dalla presenza di macchinari d’epoca e dalla relazione osmotica tra la natura e il lavoro dell’uomo; Marzia Migliora si è focalizzata su quello che c’era “fuori”, sulla relazione tra il paesaggio montuoso intorno all’azienda e la sua storia geologica; Linda Fregni Nagler invece si è concentrata sul Museo della cultura agricola presente nell’azienda e su oggetti desueti e poco noti». 

Quali sono gli strumenti che hanno a disposizione?

GA: «Gli strumenti che mettiamo a disposizione degli artisti sono prima di tutto la disponibilità e l’accoglienza di tutti i professionisti dell’azienda, che spesso accompagnano direttamente gli artisti in diversi momenti dello sviluppo del progetto, la possibilità di utilizzare uno spazio per stare e per produrre il lavoro, l’apertura a qualsiasi richiesta che possa arricchire l’esperienza di ricerca e di produzione».

etichette d’artista San Leonardo
Marzia Migliora, La rivoluzione del tempo, Arte a San Leonardo, ph Studio CLOU

Cosa è stato realizzato al termine di queste tre residenze?

GA: «Tutte le edizioni hanno come esito un’opera e un’etichetta d’artista per un’edizione in serie limitata di bottiglie di San Leonardo. Simone Berti per l’edizione 2022 ha realizzato un libro d’artista partendo da una serie di immagini fotografiche di San Leonardo che ha poi trasformato attraverso il disegno e diverse tecniche di collage digitale: il risultato è un paesaggio onirico e al tempo stesso molto quotidiano. Marzia Migliora nel 2023 ha lavorato, invece, partendo da una ricerca sul campo, esplorando i monti intorno a San Leonardo, per poi ricostruirne la storia geologica e realizzare un grande trittico concepito come una stratigrafia immaginaria del territorio, in cui il tartaro del vino (la polvere minerale di colore rosso che rimane nelle botti dopo la fermentazione) unisce, come un sistema circolatorio, tutti gli esseri viventi e non viventi; Linda Fregni Nagler per la terza edizione del 2024 ha fotografato alcuni oggetti del Museo di San Leonardo, utilizzati in passato per la produzione del vino e oggi dimenticati; in seguito ne ha selezionati cinque che ha ridisegnato minuziosamente a mano fotografandoli in un secondo momento a contatto. Il risultato sono cinque immagini fotografiche in negativo, che restituiscono a chi guarda la bellezza di oggetti che hanno perso la loro funzione pratica ma di cui rimane la traccia di saperi artigianali millenari».

Marchesi Anselmo Guerrieri Gonzaga e Ilaria Tronchetti Provera con l_artista Linda Fregni Nagler foto Studio CLOU

Qual è il ruolo del curatore in un progetto come questo che vede il coinvolgimento di realtà complesse come le aziende?

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GA: «In questo progetto il mio ruolo come curatrice è prima di tutto quello di generare degli incontri che siano felici e produttivi sia per i committenti sia per gli artisti. San Leonardo è un’azienda in cui le relazioni personali sono al centro di ogni processo, dove c’è molta attenzione al ruolo di ognuno. Ed è anche un luogo molto legato a una storia, al paesaggio, al clima. L’artista che arriva a San Leonardo porta con sé idee e visioni inedite ma prima di tutto deve sentirsi accolto e poter entrare in sintonia con tutti questi elementi: quando questo incontro funziona (e sono felice di poter dire che fino a oggi abbia funzionato), il lavoro che ne scaturisce è qualcosa di bello e unico, proprio perché nasce da un dialogo armonico». 

Raccontaci di più.

GA: «Il mio modo di lavorare riflette quella che fin dal principio è stata anche la visione di Anselmo e Ilaria: lasciare gli artisti molto liberi di immaginare, fornire loro tutto il supporto possibile senza mai cercare di orientare il lavoro e la ricerca, il medium, il linguaggio. In questa libertà e da questo dialogo nascono i progetti in cui non solo i committenti, ma anche gli artisti possono riconoscersi pienamente: in tutte e tre queste edizioni è successo che i lavori e le suggestioni nati a San Leonardo siano successivamente entrati a far parte di nuovi progetti, mostre e altri capitoli del percorso degli artisti».

etichette d’artista San Leonardo
Senza titolo (Memorie di Cose Affidabili), cinque gelatin silver prints, 50x50cm, 53x43cm (con cornice) ognuna, 2025

Esistono dei punti di contatto tra la produzione vitivinicola e quella artistica?

AGG, ITP e GA: «I temi e i valori che accomunano il processo di realizzazione di un’opera d’arte con la produzione di un vino d’eccellenza sono molteplici: l’unicità del progetto così come quella di ogni annata di vino, la ciclicità di un tempo che si ripete in modo ogni volta differente, la capacità di coniugare ricerca e innovazione con l’artigianalità». 

Dopo tre edizioni del progetto quali sono i risultati e quali sono le ambizioni per il suo proseguimento?

AGG, ITP: «Tre anni è presto per trarre delle conclusioni: al momento siamo molto felici dei lavori che sono nati dall’incontro tra gli artisti e San Leonardo, così come delle etichette che hanno contribuito a creare un’edizione limitata di bottiglie di San Leonardo già diventata iconica. Ma come dicevamo prima, il risultato meno misurabile è anche quello più di valore: la consapevolezza che lo sguardo degli artisti può portare in modi inaspettati grande ricchezza nella vita della nostra azienda e delle persone che ci lavorano».

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