Luigino Bruni e il Dizionario di Economia Civile

Sabato 28 giugno, Luigino Bruni ha presentato il Dizionario di Economia Civile (Ecra, Città Nuova) a Passaggi Festival, nell’ambito della rassegna Passaggi di Economia. L’ospite, professore ordinario di economia politica presso la Lumsa di Roma e promotore, con Stefano Zamagni, della Scuola di Economia civile, ha conversato con il giornalista Vincenzo Varagona.

Il Dizionario di Economia Civile

Il Dizionario di Economia Civile, a cura di Stefano Zamagni e Luigino Bruni, contiene una cinquantina di voci, frutto del contributo di numerosi economisti. L’opera, uscita per la prima volta nel 2009, è arrivata alla seconda edizione. Un aggiornamento del dizionario è stato reso necessario, ha raccontato Bruni, dal radicale cambio di contesto. Nel 2009 l’Italia e il mondo si trovavano in piena crisi finanziaria, mentre negli anni più recenti, in cui è stata scritta la seconda edizione, richiamando le parole di papa Francesco, le crisi che l’umanità sta vivendo sono quattro: la crisi ambientale, quella sociale, quella relazionale e quella spirituale. È, quindi, evidente la necessità di ampliare il Dizionario di Economia Civile, per fornire un’opera adatta ai tempi.

Un’economia ispirata alle piante

Secondo Luigino Bruni, si può discutere di alcuni fattori del capitalismo e dei loro effetti, ma se c’è un ambito in cui questo modello non sta funzionando è sicuramente quello dell’ambiente:

“il capitalismo non è stato custode della terra, ne è stato predatore”.

Per questo motivo per parlare di un’economia diversa, è necessario un nuovo lessico, come quello che Bruni e Zamagni ci propongono nel Dizionario di Economia Civile. In questa e in altre sue opere, Bruni suggerisce un nuovo paradigma con cui ricostruire l’economia: quello vegetale. Secondo l’ospite, l’economia è stata costruita sul paradigma animale ed è questo il motivo per cui non è sostenibile. L’unico ente che si è ispirato al modello vegetale è la cooperativa: essa ha radici, è legata al territorio, elemento da cui non si separa nemmeno nei momenti di crisi, con la conseguenza che per la sua sopravvivenza è necessario dialogare con tutto l’ecosistema. Zamagni e Bruni cercano di proporre un’economia di questo genere, che si ispiri proprio alle piante per essere più sostenibile.

I monti frumentari: la comunità alla base dell’economia

Luigino Bruni si è dedicato allo studio di un particolare ente creditizio inventato alla fine del ‘400 dai frati cappuccini: i monti frumentari. Questi erano delle vere e proprie banche del grano. In un momento di crisi in cui mancava la moneta, i francescani la sostituirono con i cereali, permettendo ai contadini di prendere a prestito il grano “a raso”, cioè a raso del contenitore, quindi ancora da seminare, e poi restituirlo “a colmo”, ossia dopo la mietitura. La differenza tra “raso” e “colmo”, che era circa del 5%, rappresentava il tasso di interesse corrisposto all’ente creditizio. I monti frumentari erano molto diffusi soprattutto nelle Marche, in Abruzzo e in Umbria, dove sono sopravvissuti fino al 1861, quando con l’arrivo dei Piemontesi furono sostituiti dalle casse di prestanza, fu impedito il prestito in grano e consentito solo quello per moneta. L’eredità di queste banche del grano, però, arriva fino ai giorni nostri: dietro molte casse rurali ci sono monti frumentari. Inoltre, questa esperienza, può esserci ancora di ispirazione: essa è una testimonianza del fatto che la comunità e gli incontri sono necessari per il fiorire dell’economia.

Imprese ed economia: un mondo da non demonizzare

“Nelle contraddizioni di tutti i giorni, l’economia resta una cosa bella” ha affermato Luigino Bruni. L’ospite, dialogando con Vincenzo Varagona e il pubblico di Passaggi Festival, ha citato Simone Weil ricordando che “nelle imprese ogni giorno si fanno azioni collettive generative”. Le aziende aumentano la biodiversità della terra creando prodotti e servizi e ciò non lo fanno solo gli “imprenditori illuminati” e di successo, ma anche le imprese più piccole e comuni. Secondo Bruni l’economia può essere riportata a una condizione di umanità solo “parlandone bene”, descrivendola come un ambiente positivo, così da attrarre in questo mondo i giovani più in gamba, che oggi stanno lasciando le imprese per lavorare nelle ONG o come liberi professionisti.

Luigino Bruni e l’impegno nel contrasto al gioco d’azzardo

L’economia è un insieme di mondi: propulsione, lavoro, impresa, consumo…
Secondo l’ospite, quando il capitalismo si è spostato verso il consumo, il nostro popolo è rimasto incantato: il consumo ci ha conquistato totalmente. Ciò si vede, ad esempio, nella diffusione, soprattutto tra le persone più fragili, del gioco d’azzardo, che, anche se condotto in buona fede, porta sempre a un consumo perverso. Il tema del gioco d’azzardo sta molto a cuore a Luigino Bruni, che da anni si spende contro questo fenomeno promuovendo azioni di sensibilizzazione, anche in collaborazione con BCC. Ad esempio, qualche anno fa l’economista ha invitando i cittadini a non tenere i propri conti correnti nelle banche che finanziano le attività di questo genere.

Aiutare: un asset per la vita di tutti

La presentazione del Dizionario di Economia Civile si è conclusa con una riflessione di Luigino Bruni sulle tragiche sfide che l’umanità si trova ad affrontare oggi, prime tra tutte le guerre e la crisi climatica.

“La prima forma di amore civile è star male per un mondo sbagliato”.

L’invito di Luigino Bruni non è a soffrire ogni giorno, ma a non essere indifferenti. Non poter aiutare tutti non deve diventare un alibi per non aiutare nessuno. Si è sempre nella condizione di poter prestare sostegno almeno a una persona e aiutare è, per usare un lessico economico, un asset che apporta valore in ogni ambito della propria vita.