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Unimore e Ordine ingegneri Modena, uffici primo piano al Tecnopolo: una porzione per due


Forse causa il ballottaggio per l’elezione del nuovo Rettore in atto, la documentata ricostruzione dei fatti, pubblicata da La Pressa, che hanno portato al trasloco della sede dell’Ordine degli ingegneri di Modena negli spazi Unimore al Tecnopolo di via Pietro Vivarelli 2 per 210mila euro in sei anni, non è stata commentata nè dall’Ordine stesso nè dalla Università che hanno preferito il silenzio.
Eppure qualche sommessa attenzione da parte degli iscritti di ambedue le istituzioni coinvolte pare averla suscitata, ma come può un così corposo passaggio fra due enti sollevare appena un chiacchiericcio?
Le voci – perché di questo si tratta in mancanza d’altro – provenienti dal ventre dell’Ateneo si rincorrono e si contraddicono e forse allora la delicatezza dell’argomento – che, ricordiamo, riguarda due dei più rispettati soggetti pubblici della nostra provincia – sconsiglia conclusioni affrettate, suggerisce domande e merita un approfondimento.
Come sappiamo Unimore ha valutato come congrua ed ammissibile l’offerta ferma ricevuta dall’Ordine degli Ingegneri il 9/11/2023, protocollarla già l’indomani con numero 274965 del 10/11/2023 e su quella offerta vi ha ritagliato sopra in soli 10 giorni il bando pubblico numero 0307819 del 2023 (qui e sotto). La domanda dunque emerge naturalmente: cosa ha portato l’Amministrazione dell’Ateneo a dicembre 2023 a pubblicare un bando-flash – che aveva evidentemente caratteristiche di estrema urgenza essendo stato aperto lo ricordiamo il 21/12/2023 e chiuso il 05/01/2024, appena 8 giorni dopo, nel bel mezzo delle festività natalizie – per portare a reddito immediato quei locali?

Ma oggi possiamo fare un passo ulteriore, in base ai documenti in nostro possesso, ci risulta infatti che quei locali erano già stati assegnati a molteplici e strategiche attività di ricerca scientifica solo due anni prima, ossia il 22/10/2021 (qui e foto sotto). Con tanto di planimetrie e assegnatari (foto in alto).

Come ha potuto qualcuno in Unimore prospettare all’Ordine degli Ingegneri – prospetto che poi l’allora presidente dell’Ordine in carica ha prontamente particolareggiato all’adunanza degli iscritti il 10/2/2021 (qui e sotto) – di collocare propria sede in locali che a quella data erano già destinati ad altro, tanto che dieci mesi dopo la assegnazione di locali sarebbe stata sancita dalla delibera del 22 ottobre?

In pratica Unimore ha sfrattato i ricercatori assegnatari i quali si trovavano ufficialmente in quei locali dal 22/10/2021, promettendo sulla parola quegli stessi locali ad un ente terzo, appunto l’Ordine degli ingegneri dieci mesi prima. Un errore dovuto ad omesso controllo da parte di qualcuno con annesso danno collaterale minore oppure risiko con rischio calcolato? Chi ai massimi livelli era perfettamente informato? Chi in Unimore – oltre al Cda in carica al tempo che probabilmente era all’oscuro di tutto – aveva mandato per fare promesse?
Ma non solo. Come mai chi occupava già i locali non ha presentato la sua offerta e non ha in qualche modo eccepito che la sequenzialità degli eventi abbia posto l’Ordine degli Ingegneri in condizione di avvantaggiarsi rispetto a chi già occupava i locali che – forte di una assegnazione già avvenuta – avrebbe anche potuto far valere una sorta di diritto di prelazione?Allo stesso tempo – ed il fatto risalta ancor di più in un momento storico in cui anche il Comune di Modena si deve prodigare per agevolare addirittura la ricollocazione di migliaia di locali adibiti ad ufficio sfitti (a Modena mancano case e abbiamo abbondanza di uffici sfitti) con quali strumenti l’Ordine ha ritenuto così sicura l’occasione promessagli tanto da offrire inderogabilmente già il 9/11/2023 210mila euro – tutti e subito – per ottenere proprio quella concessione su locali poi da adibire a propria sede? Perchè tutti questi passaggi sono stati conclusi prima di ottenere il mandato da parte dell’assemblea degli iscritti che si sarebbe riunita solo il 6/12/2023 e quindi i convenuti erano ignari del fatto che un’offerta ufficiale era già stata inviata senza il loro mandato. E non solo, tale offerta non era tra i documenti allegati tanto che il voto è stato chiesto su una bozza in word incompleta, quando i “giochi” in realtà erano già fatti? Chi, all’interno del Consiglio dell’Ordine o tra i suoi consulenti era informato di tutti questi passaggi?
Giuseppe Leonelli



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