(Immediapress) – Villafranca Padovana ha ospitato un evento strategico su energia, innovazione e futuro sostenibile. Con interventi di Arturo Lorenzoni, Enrico Faggian, Jonathan Morello Ritter e altri autorevoli protagonisti della transizione energetica e digitale. Tra visione, opportunità e pragmatismo.
(Padova 30.06.2025) In un periodo di grande instabilità geopolitica ed economica, parlare di sviluppo territoriale sostenibile non è solo importante, è fondamentale. È con questo messaggio che si è aperto l’evento “Il motore per lo sviluppo dei territori”, organizzato a Villafranca Padovana per approfondire le nuove frontiere della transizione energetica e digitale, con particolare attenzione al ruolo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Il saluto iniziale è stato rivolto ai partecipanti da Alessandro Salvalaio – Presidente di GIFT Solutions, società specializzata in fotovoltaico per le imprese – tra gli organizzatori dell’iniziativa, che ha sottolineato quanto oggi sia necessario «mettere in circolo idee, esperienze e opportunità concrete per trasformare le sfide globali in occasioni locali di crescita». A moderare il dibattito Jonathan Morello Ritter, Ad di Ambico Group, che da anni si occupa di finanza agevolata, ponendosi al servizio delle imprese.
Contesto globale e prospettive locali
Il primo intervento è stato affidato al professor Arturo Lorenzoni, docente di Economia dell’Energia all’Università di Padova e Consigliere Regionale del Veneto, subito capace di fornire un quadro lucido e aggiornato sul tema: «Nei giorni scorsi la Commissione Europea, attraverso la vicepresidente Teresa Ribera, ha presentato un pacchetto di misure volto a rafforzare l’adozione delle rinnovabili, sostenere i consumatori e aprire a nuove tecnologie come i mini-reattori nucleari, con obiettivi al 2030», ha rimarcato Lorenzoni. «Il contesto geopolitico incerto sta influenzando i costi energetici e le forniture, rendendo ancora più urgente puntare su fonti rinnovabili e sicure».
Una riflessione che comporta, come conseguenza improcrastinabile, quella di evitare rincorse dell’ultimo minuto nell’uso dei fondi europei, con l’auspicio di «una pianificazione seria, che tuteli sia l’efficienza economica che la sicurezza nei cantieri». E, tuttavia, occorre interrogarsi su ciò che accadrà dopo il PNRR: «Quale sarà il piano strutturale per il futuro? Le CER sono parte della risposta, perché permettono a territori e PA di auto-produrre, gestire e condividere energia, diventando autonomi e resilienti».
Enrico Faggian: la Comunità che funziona
E proprio da qui è partita l’analisi dell’ingegner Enrico Faggian, che, nell’occasione, ha condiviso l’entusiasmo per il primo compleanno di Facciamo Energia – ente privato senza scopo di lucro che aiuta cittadini, PMI ed enti a creare e gestire CER – di cui è presidente: «Facciamo Energia è una cooperativa che aiuta i privati, piccole e medie imprese ed enti a creare e gestire Comunità Energetiche in tutto il Nord Italia. In questo primo anno di vita abbiamo voluto concentrarci sul “fare” e non sull’“annunciare” ma oggi, con quattro Comunità già attive e altre nove in rampa di lancio, siamo pronti per il passaggio successivo: invitare quanti vorranno partecipare al progetto ad aggiungersi, aiutandoli a sfruttare le opportunità offerte dalle CER e dal PNRR. Le opportunità ci sono, è un sistema che funziona, e che adesso, con le nuove normative, può consentire di beneficiare fino al 40% di contributi a fondo perduto».
Nel suo intervento, Faggian ha raccontato il percorso di Facciamo Energia, nata per produrre energia da fonti rinnovabili e condividerla tra cittadini, imprese ed enti pubblici. È poi passato a illustrare il funzionamento della Comunità, basato su logiche di prossimità e condivisione. Tra i vantaggi la riduzione della bolletta, la valorizzazione dell’energia prodotta localmente, l’indipendenza energetica, gli incentivi statali e benefici ambientali e sociali.
«Un punto va evidenziato», ha aggiunto. «Quelle a disposizione sono agevolazioni rivolte non solo ai privati, come in genere succedeva in passato, ma anche alle aziende. E, però, bisogna muoversi: i bandi hanno scadenze precise e finestre brevi per sfruttarli. Davanti c’è circa un anno di tempo, ma in realtà bisogna decidersi nei prossimi sei mesi, perché altri sei vanno via per incombenze burocratiche».
Tavola rotonda: dati, sicurezza, digitale e pianificazione
La seconda parte dell’evento è stata dedicata a una tavola rotonda che ha coinvolto diversi esperti operativi sul campo. Luca Scontarin (SONAR Italia) si è soffermato sull’interconnessione tra transizione digitale ed energetica: «Oggi non è possibile gestire una CER senza un buon sistema di gestione del dato. Le aziende devono digitalizzarsi: chi non lo fa, resta indietro», passando poi a descrivere il funzionamento del portale sviluppato da SONAR per la gestione delle Comunità Energetiche. Riccardo Grigolon (GIFT Solutions) ha invece presentato i progetti innovativi realizzati, tra cui la ristrutturazione della villa sede dell’evento e i futuri sviluppi all’interporto, non mancando di evidenziare «le difficoltà tecniche ancora presenti nel campo delle rinnovabili e l’importanza di una visione a lungo termine». A Sandro Vanin (EZI Inspection) il compito di mettere in guardia sulla sicurezza nei cantieri: «La fretta imposta dai bandi può comprometterla. Servono pianificazione e certificazione». In tal senso, un ruolo di primo piano lo riveste la norma ISO 45001, una certificazione che tutela i lavoratori e genera anche ritorni economici. Daniele Stecco (Ambico) si è infine focalizzato sull’analisi di Transizione 5.0, evidenziando come sia ancora una grande opportunità, ma da integrare con le CER: «Serve un approccio integrato e pianificato, basta con la logica del bando singolo. Dobbiamo programmare gli investimenti e le agevolazioni in modo coordinato». Ed è importate ribadire che CER e Transizione 5.0 sono cumulabili e in grado, pertanto, di offrire un forte incentivo all’azione.
Leva strategica
C’è una riflessione su cui hanno concordato tutti i partecipanti, prendendo spunto dalla conclusione di Jonathan Morello Ritter: «Le CER rappresentano una leva strategica per lo sviluppo dei territori. Ma, per funzionare, hanno bisogno di informazione, digitalizzazione, sicurezza, pianificazione e collaborazione». E in un’Italia che cerca nuove strade per crescere in modo sostenibile, l’esempio di Villafranca Padovana può e deve diventare un modello da replicare. Come ha affermato in chiusura il professor Lorenzoni, infatti, «il vero motore per lo sviluppo dei territori sono le persone che li abitano e li guidano, con visione e coraggio».
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