Il Piano metropolitano per l’economia sociale, disegna un territorio equo, giusto e sostenibile
Il Piano persegue il modello di una Torino metropolitana più equa, più giusta e più sostenibile e lo fa affrontando 6 macro temi, che declina in obiettivi, azioni e strumenti:
– governance e partnership, per rafforzare l’efficacia delle politiche di sviluppo locale e favorire un ecosistema favorevole all’economia sociale, all’imprenditorialità e agli investimenti ad impatto sociale
– social procurement, per promuovere il ruolo degli appalti pubblici come strumento di integrazione di criteri sociali ed ecologici
– finanza ad impatto sociale, per stimolare l’innovazione sociale e catalizzare investimenti che combinino benefici sociali e ambientali e ritorni economici
– formazione continua, sviluppo di competenze, giovani, per sostenere l’innovazione e la competitività degli attori dell’economia sociale
– connessioni fisiche e digitali e innovazione tecnologica, per migliorare la connettività materiale e immateriale
– inclusione sociale e lavorativa, per affrontare le sfide poste dalle transizioni ecologiche e tecnologiche.
Per conoscere nel dettaglio le analisi, le soluzioni e le strategie proposte nel Piano basta consultare il sito Internet della Città metropolitana di Torino all’indirizzo www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2025/piano_economia_sociale/
ASCOLTO DEL TERRITORIO E DELLE ESIGENZE DELLE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE, SOCIALI ED ECONOMICHE
“Dietro questo Piano, c’è un lungo lavoro di ascolto del territorio. – sottolinea la Consigliera metropolitana Sonia Cambursano, delegata allo sviluppo economico, alle attività produttive, alla pianificazione strategica e al turismo – Il Piano si pone come strumento di supporto per sviluppare le connessioni tra tutti i soggetti dell’economia sociale e incrementare le loro competenze, per supportare le imprese sociali e per sviluppare i percorsi trasformativi del sistema delle imprese, tenendo ferma la necessità di una valutazione del valore oggettivo, misurabile e concreto dell’impatto sociale che portano”.
“Sul nostro territorio, – sottolinea Cambursano – sono presenti tutte le risorse necessarie per intercettare il cambiamento nella direzione dell’impatto sociale e renderlo fattore determinante per le politiche di sviluppo locale. Il piano è stato ritagliato sui nostri territori, anche e soprattutto quelli montani e rurali, che hanno maggiormente bisogno di dimensioni e strutture economiche flessibili”. Le redazione del Piano è stata un’occasione per far dialogare tra loro soggetti non profit e for profit e in questo senso, come sottolinea la Consigliera Cambursano, “la Città metropolitana ha sperimentato con successo un bando, finanziato con risorse proprie dell’Ente per 1 milione e 200.000 euro, per promuovere attività for profit con ricadute socialmente desiderabili e dall’impatto misurabile”. Ma quali ricadute positive concrete del Piano possono attendersi i territori rurali e montani? “L’obiettivo, -spiega la Consigliera Cambursano – è quello di creare le giuste condizioni perché coloro che lo desiderano possano vivere fuori dai grandi centri urbani, con opportunità uguali per tutte e per tutti, a prescindere dal fatto che vivano in centro a Torino o a Ceresole Reale”.
UN’OCCASIONE PER FAR COLLABORARE SOGGETTI PROFIT E NON PROFIT A VANTAGGIO DEL TERRITORIO
Numeri alla mano, dalle analisi che hanno preceduto l’elaborazione per Piano per l’economia sociale emerge che il territorio metropolitano torinese conta 448 cooperative sociali, cioè il 47% del totale piemontese: un motore economico significativo. Sono 91 invece le imprese sociali, cioè il 49% delle 131 regionali: un settore in crescita, con un incremento significativo rispetto al passato. Le associazioni di promozione sociale sono 1212, mentre le organizzazioni di volontariato sono 1241. Le startup a vocazione sociale sono 17, su di un totale di 23 in Piemonte. Nel territorio della Città metropolitana di Torino si trovano 124 delle 177 società-benefit piemontesi, il 70%, il che indica un crescente interesse per modelli imprenditoriali innovativi e sostenibili.
Per Irene Bongiovanni, presidente di Confcooperative Piemonte Nord, “il Piano può dare dignità ad un’economia sociale e civile che deve diventare protagonista di un nuovo modello di economia. Noi della cooperazione abbiamo in mente cosa significa fare economia sociale, ma avere politiche e strategie condivise è fondamentale per fare crescere questo modello di economia e attivare le nostre imprese. Possono crearsi sinergie tra soggetti profit e non profit che hanno iniziative da pensare e realizzare insieme, per far emergere le competenze di ognuno”.
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