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Il Piano metropolitano per l’economia sociale, disegna un territorio equo, giusto e sostenibile


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Il Piano metropolitano per l’economia sociale, disegna un territorio equo, giusto e sostenibile

3.358 organizzazioni a impatto sociale, circa il 50% delle 6.719 presenti in Piemonte, un ecosistema che va dalle imprese alle cooperative, dalle associazioni di promozione sociale alle organizzazioni di volontariato e gli altri Enti del Terzo settore, comprese le società di mutuo soccorso, le società-benefit e altre forme ibride orientate all’innovazione sociale. È questa la fotografia da cui sono partite la Città metropolitana e la Camera di commercio di Torino per elaborare il Piano metropolitano per l’economia sociale presentato ufficialmente il 30 giugno nella sede di corso Inghilterra della Città metropolitana.
Il Piano persegue il modello di una Torino metropolitana più equa, più giusta e più sostenibile e lo fa affrontando 6 macro temi, che declina in obiettivi, azioni e strumenti:
governance e partnership, per rafforzare l’efficacia delle politiche di sviluppo locale e favorire un ecosistema favorevole all’economia sociale, all’imprenditorialità e agli investimenti ad impatto sociale
social procurement, per promuovere il ruolo degli appalti pubblici come strumento di integrazione di criteri sociali ed ecologici
finanza ad impatto sociale, per stimolare l’innovazione sociale e catalizzare investimenti che combinino benefici sociali e ambientali e ritorni economici
formazione continua, sviluppo di competenze, giovani, per sostenere l’innovazione e la competitività degli attori dell’economia sociale
connessioni fisiche e digitali e innovazione tecnologica, per migliorare la connettività materiale e immateriale
inclusione sociale e lavorativa, per affrontare le sfide poste dalle transizioni ecologiche e tecnologiche.
Per conoscere nel dettaglio le analisi, le soluzioni e le strategie proposte nel Piano basta consultare il sito Internet della Città metropolitana di Torino all’indirizzo www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2025/piano_economia_sociale/

ASCOLTO DEL TERRITORIO E DELLE ESIGENZE DELLE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE, SOCIALI ED ECONOMICHE

Dietro questo Piano, c’è un lungo lavoro di ascolto del territorio. – sottolinea la Consigliera metropolitana Sonia Cambursano, delegata allo sviluppo economico, alle attività produttive, alla pianificazione strategica e al turismo – Il Piano si pone come strumento di supporto per sviluppare le connessioni tra tutti i soggetti dell’economia sociale e incrementare le loro competenze, per supportare le imprese sociali e per sviluppare i percorsi trasformativi del sistema delle imprese, tenendo ferma la necessità di una valutazione del valore oggettivo, misurabile e concreto dell’impatto sociale che portano”.
“Sul nostro territorio, – sottolinea Cambursano – sono presenti tutte le risorse necessarie per intercettare il cambiamento nella direzione dell’impatto sociale e renderlo fattore determinante per le politiche di sviluppo locale. Il piano è stato ritagliato sui nostri territori, anche e soprattutto quelli montani e rurali, che hanno maggiormente bisogno di dimensioni e strutture economiche flessibili”. Le redazione del Piano è stata un’occasione per far dialogare tra loro soggetti non profit e for profit e in questo senso, come sottolinea la Consigliera Cambursano, “la Città metropolitana ha sperimentato con successo un bando, finanziato con risorse proprie dell’Ente per 1 milione e 200.000 euro, per promuovere attività for profit con ricadute socialmente desiderabili e dall’impatto misurabile”. Ma quali ricadute positive concrete del Piano possono attendersi i territori rurali e montani? “L’obiettivo, -spiega la Consigliera Cambursano – è quello di creare le giuste condizioni perché coloro che lo desiderano possano vivere fuori dai grandi centri urbani, con opportunità uguali per tutte e per tutti, a prescindere dal fatto che vivano in centro a Torino o a Ceresole Reale”.

UN’OCCASIONE PER FAR COLLABORARE SOGGETTI PROFIT E NON PROFIT A VANTAGGIO DEL TERRITORIO

Numeri alla mano, dalle analisi che hanno preceduto l’elaborazione per Piano per l’economia sociale emerge che il territorio metropolitano torinese conta 448 cooperative sociali, cioè il 47% del totale piemontese: un motore economico significativo. Sono 91 invece le imprese sociali, cioè il 49% delle 131 regionali: un settore in crescita, con un incremento significativo rispetto al passato. Le associazioni di promozione sociale sono 1212, mentre le organizzazioni di volontariato sono 1241. Le startup a vocazione sociale sono 17, su di un totale di 23 in Piemonte. Nel territorio della Città metropolitana di Torino si trovano 124 delle 177 società-benefit piemontesi, il 70%, il che indica un crescente interesse per modelli imprenditoriali innovativi e sostenibili.
Per Irene Bongiovanni, presidente di Confcooperative Piemonte Nord, “il Piano può dare dignità ad un’economia sociale e civile che deve diventare protagonista di un nuovo modello di economia. Noi della cooperazione abbiamo in mente cosa significa fare economia sociale, ma avere politiche e strategie condivise è fondamentale per fare crescere questo modello di economia e attivare le nostre imprese. Possono crearsi sinergie tra soggetti profit e non profit che hanno iniziative da pensare e realizzare insieme, per far emergere le competenze di ognuno”.

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