I fondi della politica di coesione dell’Unione Europea stanno giocando un ruolo cruciale nel supportare la transizione digitale delle imprese, con un focus su cybersecurity, cloud computing e ricerca e sviluppo tecnologico. In particolare, gli investimenti mirati nelle regioni meno sviluppate, come Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, stanno contribuendo a colmare i divari digitali territoriali, rafforzando la resilienza delle Pmi e la sicurezza delle infrastrutture digitali.
Nel contesto di una crescente esposizione delle imprese italiane agli attacchi informatici — secondo il Clusit, nel 2024 gli attacchi cyber in Italia sono aumentati del 12% rispetto all’anno precedente — l’intervento dei fondi europei diventa un moltiplicatore strategico non solo per lo sviluppo, ma anche per la protezione dell’economia digitale nazionale.
Sinergie nazionali ed europee
Il Piano Italia 5G, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è uno degli strumenti chiave per la diffusione delle reti mobili di nuova generazione, con un occhio di riguardo ai territori più svantaggiati. I fondi del Programma React-EU, in sinergia con il Fesr e il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, hanno alimentato la realizzazione di infrastrutture digitali avanzate, in particolare in Campania e Calabria, contribuendo all’estensione della connettività ultraveloce anche nelle aree rurali e periferiche.
Parallelamente, il Bonus Tlc per la cybersicurezza — una misura varata per sostenere l’adozione di soluzioni digitali sicure da parte delle Pmi — ha trovato copertura in parte attraverso risorse del Pon Imprese e Competitività, dimostrando come l’integrazione tra fondi europei e misure nazionali possa generare effetti strutturali duraturi, soprattutto in chiave di messa in sicurezza digitale delle filiere produttive locali.
L’impatto sul territorio: digitalizzazione e cybersecurity
La Campania, con il progetto dell’Apple Developer Academy di Napoli, è un esempio emblematico di come l’innovazione supportata dai fondi strutturali possa innestarsi anche in quartieri complessi. La riqualificazione dell’area di San Giovanni a Teduccio è divenuta simbolo di trasformazione digitale e inclusione, con migliaia di giovani formati ogni anno in ambiti come programmazione, sicurezza delle app e sviluppo di piattaforme cloud. La struttura, finanziata attraverso Fesr e Fse, ha anche attivato partnership con enti pubblici e privati per creare ecosistemi di innovazione sostenibile, che integrano anche percorsi di sensibilizzazione sulla cyber hygiene.
In Puglia, nell’ambito della strategia “Smart Puglia”, i fondi europei sono stati utilizzati per potenziare le infrastrutture digitali delle Pmi e per promuovere progetti innovativi nei settori dell’Ict e delle biotecnologie, con particolare attenzione alla protezione dei dati e all’adozione di sistemi informativi integrati. Il caso della prima mano bionica adattiva sviluppata da una startup locale è significativo: al centro non solo l’innovazione meccatronica, ma anche l’uso di tecnologie digitali protette da infrastrutture cloud sicure.
Dalla Rete Alta Tecnologia alla protezione delle supply chain
In Emilia-Romagna, grazie ai finanziamenti Fesr, è stata potenziata la Rete Alta Tecnologia, un sistema di laboratori pubblici e privati che supporta le imprese nella sperimentazione di soluzioni digitali sicure, in settori chiave come l’automazione industriale, l’agroalimentare e l’Ict. La presenza di poli avanzati per la cybersecurity e la data governance ha attratto negli ultimi anni importanti investimenti da parte di aziende multinazionali, rendendo la regione un modello replicabile nel resto del Paese.
Anche in Lazio, i fondi del PR Fesr hanno favorito lo sviluppo di piattaforme digitali per il monitoraggio delle supply chain regionali, con l’obiettivo di prevenire vulnerabilità nei flussi produttivi e garantire la tracciabilità dei dati. Il focus è stato in particolare su smart manufacturing, intelligenza artificiale e sicurezza informatica, con la collaborazione delle università e dei centri di ricerca locali.
Fondi di coesione per digitalizzazione e cybersecurity
Non si tratta solo di investimenti episodici: la programmazione 2021-2027 della politica di coesione dell’UE prevede una quota significativa delle risorse destinate alla transizione digitale, con un’enfasi crescente sulla cybersecurity come fattore abilitante dello sviluppo economico. Come sottolinea l’Agenzia per la Coesione Territoriale nel portale “Le parole della coesione”, le tecnologie digitali sono oggi il cuore delle nuove politiche industriali europee, e la sicurezza informatica è parte integrante delle strategie di innovazione regionali.
L’integrazione tra progetti di digitalizzazione, formazione e protezione dei dati consente alle imprese non solo di innovare, ma di farlo in modo sostenibile e sicuro, contribuendo alla competitività del sistema Paese.
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