Dopo mesi di silenzio dovuti a una grave depressione, Vittorio Sgarbi è tornato a farsi sentire. Non di persona, ma con un messaggio vocale registrato, la sua prima dichiarazione pubblica dopo la malattia, come confermato dalla sorella Elisabetta. La voce, affaticata ma lucida, è risuonata sabato sera nel chiostro del Centro civico San Bernardino di Caravaggio, in occasione della presentazione del volume San Bernardino a Caravaggio. La bellezza ritrovata, pubblicato a sua cura per La nave di Teseo.
“Sono felice che questa impresa sul santuario di San Bernardino a Caravaggio sia arrivata a compimento grazie all’impegno di molti studiosi – ha detto Sgarbi – che hanno profuso la loro conoscenza su una materia così importante e rara e il coordinamento del sindaco Bolandrini che ha voluto in tutti i modi questo libro come documento della civiltà artistica del Quattrocento in Lombardia e a Caravaggio in particolare. La mia volontà – aggiunge il critico – è quella di perseguire l’impegno per portare a compimento l’impresa della ricerca, dello studio, della conoscenza approfondita di San Bernardino: il più importante monumento che documenta la grandezza dell’arte lombarda e l’impegno nel nome della chiesa prima che Caravaggio compia i suoi capolavori. Una visita al tempio di San Bernardino – sottolinea – è il modo per conoscere tutto quello che in Lombardia è stato fatto tra il Quattrocento e il Cinquecento per indicare una strada della realtà della vita delle cose, del pensiero dell’uomo che testimonia la presenza di Dio sulla terra. Mi dispiace – conclude – non essere presente in questa occasione”.
A margine dell’evento è intervenuto anche il sindaco Claudio Bolandrini, che ha coordinato il progetto editoriale e il percorso di valorizzazione del santuario: “L’opera intende promuovere a livello nazionale la conoscenza della chiesa di San Bernardino come testimonianza di un lungo percorso artistico ed emblema dell’arte lombarda tardo rinascimentale, tornato fruibile al pubblico al termine dei lavori di restauro che hanno riportato allo splendore originale il suo patrimonio culturale e spirituale. La serata è stata anche l’occasione per ringraziare pubblicamente i mecenati che con generosità hanno consentito questa rinascita. Il saluto che il prof. Vittorio Sgarbi ha fatto pervenire a testimonianza del suo apprezzamento e sostegno a questo rinascimento caravaggino e al libro che ne ripercorre la storia – prosegue il primo cittadino – è stato accolto con un affettuoso applauso”.
Il libro, edito da La nave di Teseo, è frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto il professor Francesco Tadini per la ricostruzione del contesto storico, gli architetti GianMaria Labaa e Maria Teresa Piovesan, direttori dei lavori, per quanto riguarda lo sviluppo architettonico e pittorico, l’ex soprintendente Luca Rinaldi il quale ha trattato il modulo architettonico dei Minori Osservanti e la dottoressa Beatrice Bolandrini per lo studio delle decorazioni settecentesche. Il contributo centrale è firmato da Sgarbi il quale analizza l’influenza dell’opera di Fermo Stella sul giovane Michelangelo Merisi. Le fotografie sono di Gianfranco Tadini.
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