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operai di nuovo in «cig»


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«Gentile risorsa, a causa di contrazioni del mercato, da lunedì 30 giugno lei osserverà un periodo di cig. Seguiranno aggiornamenti. Cordialità». È arrivata domenica sera, con questo sms, la doccia fredda per i circa duecento lavoratori della San Giorgio di Acerra, l’ultima fabbrica a marchio tutto italiano della progettazione e produzione di lavatrici. E così i dipendenti della San Giorgio sono improvvisamente ripiombati in cassa integrazione dopo soli dieci giorni di produzione ricominciate, a loro volta, al termine di un altro periodo di cig. Le attività erano state riprese mercoledi 18 giugno ma la gran parte degli addetti è rientrata nello stabilimento il lunedi successivo, 23 giugno.

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Il blocco

Una ripresa su cui c’è stato chi ha sperato molto visto che la stessa azienda, proprio in vista della riapertura imminente dei giorni scorsi, aveva parlato di un piano di rilancio dello stabilimento acerrano preannunciando, contestualmente, la fine della cassa e il ritorno al lavoro. Ma non appena gli operai hanno rimesso mano alle produzioni è stato ordinato il dietrofront, con un messaggio telefonico inviato domenica sera. Nel frattempo si moltiplicano le preoccupazioni.

Le rsu della San Giorgio hanno chiesto alla proprietà di poter effettuare un’assemblea nello stabilimento. «Abbiamo bisogno di stabilità e di rapporti sindacali improntati sulla fiducia e sulla chiarezza», spiegano alcuni lavoratori. Dal canto suo il titolare della San Giorgio, Elia Izzo, spiega l’andamento della situazione produttiva. «C’è stata un’improvvisa contrazione del mercato – riferisce Izzo – e quando c’è una contrazione non si può continuare a produrre se non si vende». Non si sa quando finirà quest’ulteriore periodo di cassa integrazione. Izzo ha fatto sapere che potrebbe terminare già nella settimana in corso e che quindi le porte dello stabilimento si riapriranno lunedi 7 luglio. Ma è ancora presto per fare previsioni certe.

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Restano dunque alcune difficoltà in un mercato globale molto difficile. Quello della San Giorgio è l’ultimo marchio completamente italiano che si occupa della progettazione e della produzione di lavatrici. Ha un solo stabilimento, quello di Acerra. Intanto in Italia sono rimasti in piedi tre fabbriche di lavatrici. Un’altra ha chiuso appena ieri, si tratta del reparto lavatrici della cinese Haier di Brugherio, ij Brianza.

Le prospettive

C’è una situazione in chiaroscuro. Degli altri due impianti sopravvissuti in Italia insieme alla San Giorgio di Acerra, il reparto lavatrici della svedese Electrolux di Porcia, in provincia di Pordenone, si è rimesso a regime solo in queste settimane mentre la fabbrica turca Beko di Comunanza, provincia di Ascoli Piceno, è stata appena salvata grazie a un intervento del governo. A questo proposito è notizia recente che la San Giorgio abbia inviato di nuovo al ministro del made in Italy, Adolfo Urso, una lettera-appello finalizzato alla tutela del marchio storico della produzione di elettrodomestici nazionali.

La sfida al mercato da parte della San Giorgio di Acerra iniziò nel 2014, quando l’imprenditore casalnuovese Izzo rilevò il marchio dalla fabbrica di La Spezia che proprio quell’anno chiuse i battenti.

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