Approfondiamo con il dott. Baldassarri il metodo MindUp®, volto al potenziamento delle capacità individuali in contesti di alta prestazione
Il dott. Lorenzo Baldassarri, esperto in Psicologia Funzionale e co-fondatore di MindUp®, ha creato un approccio innovativo chiamato Psicologia del Potenziamento®: nato inizialmente come metodo applicato allo sport, il suo approccio si è evoluto per rispondere alle esigenze di diversi ambiti ad alta prestazione, come il business e la leadership. In questa intervista, il dott. Baldassarri ci racconta come ha sviluppato il suo metodo e le sue applicazioni pratiche.
Come nasce la Psicologia del Potenziamento®?
«Ho iniziato il mio percorso oltre dieci anni fa nel campo della psicologia dello sport, lavorando in un centro di medicina sportiva internazionale mentre completavo la mia formazione in Psicologia funzionale. Questo approccio integrato, che considera anche gli aspetti fisiologici e corporei oltre a quelli cognitivi ed emotivi, mi ha permesso di sviluppare un protocollo per migliorare le performance sportive, approfondito poi nella mia tesi di specializzazione. In quegli anni ho conosciuto Riccardo Paterni, il mio attuale socio in MindUp-Enhancement Psychology®: fu proprio lui a riconoscere il valore innovativo del mio approccio e a propormi di strutturarlo e portarlo avanti in modo più organizzato.
Nasce così l’idea della Psicologia del Potenziamento®: a differenza di approcci che restano più in superficie, come il coaching, molto spesso messi in atto da figure improvvisate, noi di MindUp® interveniamo sulle fondamenta psicologiche della performance, come la consistenza interna, il senso di efficacia, la calma, la sicurezza, l’autostima, l’aggressività agonistica, e anche sugli aspetti fisiologici autonomi, per ottenere un potenziamento reale e duraturo».
Quali sono i principi comuni che valgono sia nello sport che nel mondo del business?
«Questa riflessione è nata dal confronto diretto con Riccardo, che ha una lunga esperienza nel mondo del business e delle aziende. Chiunque sia chiamato a dare il massimo, sotto pressione, si trova a dover affrontare le stesse sfide psicologiche: la gestione del risultato, l’ansia da prestazione, il bisogno di sicurezza in sé, la capacità di concentrazione, l’efficacia dell’attenzione e il mantenimento nel tempo dei risultati.
Ecco perché la Psicologia del Potenziamento® funziona in entrambi i mondi, sportivo e manageriale: essa non lavora sui contenuti del contesto, ma sulla risposta personale alla pressione e alla richiesta di eccellenza.
Proprio lo scorso aprile abbiamo organizzato un torneo di golf, uno sport che è emblematico della connessione fra il mondo dello sport e quello del business. Svoltosi presso il Montecatini Golf Club, l’evento ha coinvolto circa 60 partecipanti, che hanno potuto sperimentare valutazioni e training basati sul nostro approccio. Durante la giornata, abbiamo proposto diverse attività dimostrative, tra cui l’utilizzo del nostro simulatore di golf e l’esperienza di monitoraggio delle onde cerebrali durante la performance, offrendo un’opportunità unica per esplorare la connessione mente-corpo in tempo reale. I vincitori delle varie categorie hanno vinto un assessment base MindUp® che potranno sfruttare per potenziare la loro performance sportiva e/o professionale».
Che tipo di servizi offrite alle aziende?
«Offriamo principalmente due tipologie di servizi: innanzitutto le attività di team building, che però hanno “un’impronta MindUp®”: nel nostro approccio, infatti, il team building non è solo un momento aggregativo, ma diventa un’occasione per raccogliere dati oggettivi e lavorare in profondità sulla performance del gruppo, controllando parametri come la concentrazione, l’attivazione del sistema nervoso, la gestione emotiva.
Inoltre, per le aziende MindUp® offre un servizio strutturato di potenziamento personale, che parte da una fase di assesment per valutare le capacità individuali e stabilire un punto di partenza chiaro e misurabile. Anche qui ci basiamo su dati scientifici e oggettivi, grazie all’utilizzo di strumenti biomedici avanzati, come quelli di neurofeedback e sensori HEG (Hemodynamic Brain Monitoring), che permettono di monitorare parametri cerebrali come le onde cerebrali, l’ossigenazione e il flusso sanguigno del cervello, in condizioni sia di riposo che di stress.
Un punto che per noi è fondamentale – e che ci distingue – è che, mentre molti professionisti si concentrano sul migliorare lo stile di vita dei manager, noi lavoriamo invece sullo “stile di performance” rendendo sostenibile quello che già motiva e appassiona le persone, trasformandolo in una performance efficace e duratura, supportata da basi scientifiche e monitoraggio costante».
Quanto conta la componente mentale rispetto a quella tecnica o strategica nelle performance di alto livello?
«La componente mentale è cruciale ed è ormai sempre più riconosciuta come determinante per il successo, sia nello sport che nel mondo aziendale. Oggi, fortunatamente, la figura dello psicologo delle performance è più accettata, ma c’è ancora chi, erroneamente, associa la componente mentale alla malattia o alla debolezza. Tuttavia, è ormai chiaro che ci sono aspetti mentali che, se allenati adeguatamente, possono fare una differenza significativa nelle performance.
In un contesto di alta performance, sia che si tratti di un atleta che di un professionista aziendale, ci sono quattro aree principali che vanno sviluppate: la fisiologia, intesa come resistenza allo stress fisico e gestione delle energie; la tecnica, che riguarda la capacità di eseguire correttamente le azioni richieste; la strategia, che riguarda la capacità di prendere decisioni, adattarsi alle circostanze e leggere il contesto; e infine la componente mentale, che riguarda la forza interiore, la consistenza personale, la concentrazione, la gestione dello stress e la motivazione. Se tutte queste aree sono ben curate, la performance complessiva migliora significativamente».
Pensa che la Psicologia del Potenziamento abbia anche altri ambiti di applicazione?
«Da anni collaboriamo con academy, allenatori e team per valutare il talento associato al funzionamento già in fase di scouting, in modo da fare previsioni accurate sul rendimento di un atleta. Stiamo lavorando per applicare questo protocollo valutativo e innovativo anche per quanto riguarda la selezione del personale aziendale. Questo metodo ci permette di fare una valutazione approfondita del talento in modo pratico e concreto».
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