TTecnologia, intelligenza artificiale, nuovi modelli organizzativi e una crescente attenzione al benessere e alla sostenibilità stanno riscrivendo – velocemente – le regole del lavoro. In questo scenario in continuo mutamento, aggiornare le proprie competenze non è più un’opzione: è una necessità.
I termini chiave sono reskilling e upskilling, due approcci diversi ma complementari per affrontare la trasformazione in atto. E non riguarda solo chi lavora nel digitale o nella tecnologia: riguarda tutti.
Secondo il World Economic Forum, entro il 2025, il 50% della forza lavoro globale dovrà aggiornare o reinventare le proprie competenze. Una rivoluzione silenziosa che impone un cambio di mentalità: formarsi continuamente è il modo più efficace per restare attivi, competitivi e liberi di scegliere il proprio percorso.
Reskilling e upskilling: due strade per affrontare il cambiamento
Con upskilling si intende il potenziamento delle competenze già acquisite: per esempio, un professionista del marketing che approfondisce la data analysis o un manager che lavora sul proprio stile di leadership.
Il reskilling, invece, è una svolta: imparare qualcosa di completamente nuovo per cambiare ruolo, settore o prospettiva. È la strada di chi anticipa l’automazione, puntando su nuove competenze legate alla sostenibilità, alla gestione dei dati o all’innovazione.
Strategie HR: come le imprese crescono con le persone
Sempre più imprese hanno capito che investire nella formazione interna è una strategia vincente. Non solo per motivare e trattenere i talenti, ma anche per reagire con maggiore agilità ai cambiamenti del mercato.
Chi si sente sostenuto nella propria crescita è più coinvolto, più fedele, più proattivo. E questo rafforza tutta l’organizzazione.
Reskilling e upskilling per un futuro del lavoro tecnico e umano
Dall’osservatorio di 24ORE Business School – supportato da una community attiva di alumni, oltre 1.200 docenti e 1.300 aziende partner – emerge un dato chiaro: le figure più richieste oggi combinano competenze tecniche e soft skill evolute, e continuano a formarsi attraverso percorsi chiari, agili e personalizzati.
Profili come il Data Analyst, il Sustainability Manager, l’HR Specialist o il Project Manager sono solo alcuni esempi di ruoli ibridi, che uniscono preparazione tecnica, visione strategica, pensiero critico e capacità di relazione.
Reskilling e upskilling: rendere la formazione parte integrante dell’organizzazione
Investire nella formazione continua significa rafforzare la capacità dell’organizzazione di reagire con prontezza ai cambiamenti e di orientarsi in modo autonomo verso obiettivi di crescita e innovazione. Il reskilling e upskilling diventa così un acceleratore di valore, capace di tradurre il potenziale delle persone in vantaggio competitivo.
Quando le aziende sostengono lo sviluppo delle competenze, costruiscono workforce più consapevoli, flessibili e ingaggiate. Non si tratta solo di aggiornamento tecnico, ma di alimentare un mindset orientato all’apprendimento, alla responsabilità e alla trasformazione.
Prepararsi al futuro significa agire con visione, rendere la formazione parte integrante della strategia e costruire, passo dopo passo, un’organizzazione capace di evolvere con coerenza e decisione.
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