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Nuovo Giornale Nazionale – ARTI, MESTIERI, ORDINI, IMPRESE E COMMERCIO FONDAMENTO DELLA NOSTRA CIVILTA’


“Nel sec. 12° Onorio Augustodunense (de animae exilio et patria, I; PL, CLXXII, col. 1243 e ss.) ricorda che esilio dell’uomo è l’ignoranza, sua patria la sapienza, cui si accede attraverso la scienza; ma questo itinerario spirituale può avvenire solo percorrendo le sette arti liberali, cui si aggiungono però la fisica, l’economia e la meccanica: i mestieri sono dunque passi sulla via della conoscenza”

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Ciò si può apprendere, per estratto, nel leggere il capitolo che l’Enciclopedia Treccani dedica al tema di “Corporazioni e Mestieri” https://www.treccani.it/enciclopedia/corporazioni-e-mestieri_(Enciclopedia-dell’-Arte-Medievale)/.

La “Rinascita” di una società consiste nel recuperare i Valori che sono stati i suoi fondamenti, e ciò passa attraverso la formazione scolastica e la cultura del lavoro.

Le associazioni di persone praticanti lo stesso mestiere hanno profonde ed antichissime radici.

Dalle “hetaireiai” (ἑταιρείαι) ateniesi citate da Solone nel 6° sec, a.c. ai “collegia et sodalitia” della Roma Repubblicana regolamentati “in primis” dalla “Lex Iulia” del 1° sec. a.C. per raggiungere un momento di massimo splendore nell’Italia Medievale del Duecento e Trecento con lo scomparire nel Seicento e Settecento.

Scrivere di corporazioni, gilde, associazioni di mestiere necessità di spazi superiori a quanto concesso da un articolo di giornale, ma lo “spirito” del testo desidera significare le origini del lavoro di quelle che poi diventeranno “ordini” professionali, “collegi”, “camere di commercio ed imprese”

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Notai e uomini di legge, medici, farmacisti, contabili, banchieri, ma anche fabbri, pellai, lanisti, agrari, calzolai, costruttori di chiese e cattedrali, ostetriche come esempi di massima ebbero la necessità di organizzarsi per dare contenuto e tutela alle loro attività in un periodo di profonda trasformazione e complessità. Si pensi ad esempio alla Firenze dell’epoca, ove non esisteva uno Stato come lo si intende oggi, bensì solo una amministrazione di potere della “res pubblica” a beneficio della famiglia regnante.

Nel tempo le varie rivoluzioni industriali, la nascita ed affermazione di quella che fu definita la “classe operaia” che in Italia vide negli anni ’60 la trasformazione di “contadini in operai”. La nascita del diritto sindacale a tutela dei lavoratori dipendenti fino alla nascita di nuove professioni.

Uno degli aspetti delle arti e mestieri di epoche lontane era rappresentato dalla figura dell'”apprendista” che a spese proprie frequentava botteghe e studi.

Il tempo e lo spazio sono tiranni ed è necessario proporre una interpretazione attualizzata ai tempi odierni.

Cosa genererà una società ove presenti arti, ordini, mestieri ed imprese? La risposta è facile: la cosiddetta “classe media” o “classe borghese” che ha come principio una “indipendenza” di reddito, cultura, capacità rispetto alle classi politiche ed alle grandi corporation ottenendo il rispetto dello Stato consapevole che tale “classe” è elemento di mediazione e moderazione dei conflitti sociali.

E cosa è successo negli ultimi decenni? Lo “sterminio” della classe media.

Gli strumenti? La magistratura coperta dal “potere” di sindacare tutto e tutti, la finanza delle grandi banche che con un semplice click capace di chiudere i rapporti di conto corrente all’imprenditore alla prima difficoltà, ma anche la “burocrazia” vero cancro istituzionale da cui la corruzione, i “pifferai magici” della carta stampata, i “servi sciocchi” della pubblica amministrazione veri e propri sicari sociali.

Effetti? Basta leggere i dati di Confindustria, delle camere di commercio, delle associazioni sindacali. Chiusure delle PMI, fallimenti, ma anche delocalizzazioni in altre aree geografiche per i più fortunati. E gli Ordini professionali? Basta leggere le cancellazioni degli iscritti anche a causa del mancato riconoscimento delle prestazioni professionali non idonee a garantire il minimo di decoro professionale.

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Abbiamo anche nuovi nemici. Tra il più pericoloso le nuove applicazioni professionali della IA che renderà inutile ogni consulto o prestazione professionale dando l’illusione al popolo di poterne fare a meno completando definitivamente alla “dittatura degli idioti” presenti sui social o su internet divenuti la nuova Bibbia del vivere comune.

Cosa fare allora?

Tra le tante cose che si possono fare, per l’intanto, si torni ai Valori fondatori degli Ordini professionali ove studio, cultura, serietà, onestà, prudenza, ma anche innovazione e ricerca devono essere parametri insormontabili.

Ai rappresentanti degli Ordini, ma anche ai Presidenti di Confindustria, Confcommercio, ai rappresentanti sul territorio delle Camere di Commercio ed Imprese l’invito a maggiori azioni a tutela del lavoro e prestigio degli associati.

Iniziamo dalle piccole cose di ogni giorno…….

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