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Forum Ambrosetti: pil della Liguria in crescita trainato dalla blue economy


Il pil della Liguria lo scorso anno è cresciuto dello 0,5%, meno della media nazionale (0,7%), ma le previsioni per il 2025 stimano una crescita dello 0,7%, leggermente più alta di quella nazionale (0,6%). È quanto emerge dalla nona edizione del Rapporto strategico del Think Tank Liguria 2030 di The European House-Ambrosetti, illustrato oggi a Rapallo nel corso del consueto forum annuale.

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La crescita della Liguria nel 2024 è in lieve rallentamento rispetto al 2023 (+0,8%). Nel 2024, il commercio internazionale ligure ha registrato una flessione del 24% rispetto al 2023, contro un calo dello 0,4% della media nazionale e del 2% del Nord Ovest, con l’export a livello assoluto passato da 10,6 miliardi a otto. Allargando lo sguardo, però, negli ultimi cinque anni, l’export ligure è cresciuto il doppio rispetto alla media del Nord-Ovest (12,7% contro 6,6%). Inoltre, viene rimarcata una crescita delle esportazioni nel primo trimestre 2025, +0,7% contro un calo dello 0,2% della Media del Nord Ovest.

Il tasso di occupazione ligure nel 2024 è pari al 67,3%, valore superiore di 5,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale attestata al 62,2%, collocandosi al nono posto tra le regioni italiane. A livello assoluto, gli occupati in Liguria nel 2024 sono stati 634.000, di cui 352.000 uomini e 282.000 donne, con un tasso di occupazione rispettivamente del 74,8% e del 59,8%, entrambi superiori alla media nazionale del 71,1% e del 53,3%. La tendenza positiva registrata nel 2024 si conferma anche nel primo trimestre 2025, con un tasso di occupazione in Liguria pari al 69%, superiore di 6,5 punti percentuali rispetto alla media nazionale del 62,5%.

Per quanto riguarda il fenomeno dei Neet, i giovani tre i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano, nel 2024 sono cresciuti di 1,1 punti percentuali, passando dall’11,3% al 12,4% del 2024, valore che resta comunque inferiore di 2,8 punti percentuali rispetto alla media nazionale del 15,2%. Il dato ligure, inoltre, risulta in calo di otto punti percentuali nell’ultimo quinquennio, passando dal 20,4% del 2020 al 12,4% del 2024.

Anche in questa edizione del rapporto, Ambrosetti ha realizzato il “Tableau de Bord regionale strategico”, aggiornato con particolare attenzione alla Blue economy: la Liguria cresce o ha un posizionamento stabile rispetto all’anno precedente nel 60% dei punti chiave analizzati, 27 su 45, mentre peggiora rispetto all’anno precedente nel 40% dei punti, 18 su 45. Inoltre, si posiziona tra le prime cinque regioni italiane nel 48,9% dei settori analizzati, nei primi tre nel 29% e tra le ultime cinque nel 4,4%.

Tre i macro obiettivi presi in considerazione, con andamento nel complesso altalenante: il benessere economico, misurato come pil pro capite riferito al 2023, segna una crescita del 7,4% rispetto all’anno precedente, meglio della media italiana cresciuta del 6,6%; l’innovazione, misurata come spesa in ricerca e sviluppo in rapporto al pil resta sostanzialmente stabile all’1,5%, con un lieve calo di 0,09 punti percentuali; il benessere sociale, misurato attraverso la soddisfazione per la propria vita espressa dal 49,3% dei liguri, in calo di 1,2 punti.

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Sei le macro aree analizzate da Ambrosetti: struttura produttiva e lavoro; blue economy; innovazione, ricerca e formazione; infrastrutture fisiche e digitali; salute e società; ambiente e territorio. Guardando alcune voci più nel dettaglio, la regione si colloca nella top five nazionale in tre indicatori su sette del capitolo dedicato a produzione e lavoro: secondo posto per fatturato delle imprese della floricoltura, terzo per occupati nel settore “alloggio e ristorazione” correlato al turismo, quarto per valore aggiunto dei servizi.

Il presidente della Regione Liguria Marco Bucci dice: «Il destino della nostra regione si gioca oggi: infrastrutture strategiche, dalla nuova Diga del porto di Genova al Terzo Valico, sviluppo del Polo Nazionale della Subacquea alla Spezia, realizzare a Genova l’Authority di gestione del nucleare e una delle cinque gigafactory europee dedicate all’Intelligenza artificiale. Sono queste alcune delle direttrici su cui stiamo lavorando per costruire un futuro sempre più florido per la Liguria».

Blue economy

La blue economy il settore che vede un dominio incontrastato della regione a livello nazionale, con il primo posto per incidenza di imprese, occupati e valore aggiunto, rispettivamente pari al 10,6%, 14,4% e 11,9%. A supportare il settore, il sistema portuale che nel 2024 ha movimentato nel complesso 4,1 milioni di teu, in crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente, rappresentando il 34% del traffico nazionale. Nel 2024, le merci movimentate dai porti liguri, pari a 76 milioni di tonnellate, risultano in crescita dello 0,7% rispetto al 2023, rappresentando il 15,8% delle merci movimentate a livello nazionale. Una flessione dell’11% si registra, invece, nel numero di crocieristi, passati da 3,3 milioni del 2023 a tre milioni. Infine, nel 2024, in calo l’export della cantieristica navale sul totale dell’export manifatturiero, pari al 14,3%.

Alessio Piana, consigliere delegato allo Sviluppo economico e alla blue economy della Regione Liguria ha annunciato che «La Liguria istituirà una cabina di regia dedicata alla blue economy per garantire un coordinamento unitario e rafforzare la leadership della nostra regione in un settore strategico per lo sviluppo, l’occupazione e la sostenibilità».

La cabina di regia, ha spiegato Piana, sarà il punto di riferimento stabile per coordinare le priorità infrastrutturali, monitorare le opere strategiche e garantire un dialogo costante con il Governo, coinvolgendo, oltre alla Regione Liguria, le Autorità di Sistema Portuale, gli operatori e i territori, nel pieno rispetto delle competenze previste dalla normativa vigente.

«Il mare per noi non rappresenta solo economia, ma anche cultura, identità e futuro − dichiara Piana – vogliamo consolidare la Liguria come hub europeo della blue economy, puntando su cantieristica sostenibile, energie rinnovabili offshore, subacquea avanzata, digitalizzazione portuale e turismo integrato».

Nel suo intervento, Piana ha ricordato che la Liguria è già al primo posto in Italia per incidenza delle imprese, valore aggiunto e occupazione nel settore della blue economy, con una crescita costante dei porti e delle filiere del mare, grazie anche a strumenti – come le Zone Logistiche Semplificate – che rappresentano un volano per attrarre investimenti e semplificare i processi a sostegno delle imprese dell’economia del mare.

«La Blue Economy non è uno slogan, ma un impegno concreto che si traduce in crescita sostenibile, occupazione qualificata e competitività internazionale – ha concluso Piana –. Con la cabina di regia intendiamo rafforzare il ruolo della Liguria come piattaforma logistica e produttiva, garantendo al nostro territorio un futuro all’altezza delle sfide che ci attendono».

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Innovazione, ricerca e formazione

Nella categoria dedicata a innovazione, ricerca e formazione, la Liguria è nei primi cinque posti nazionali per risorse umane impiegate in ambito scientifico o tecnologico (quarto posto), export high-tech (quinto) e numero di iscritti agli Its (secondo posti, tre ogni mille abitanti).

Se Genova ospitasse una delle cinque giga factory dell’intelligenza artificiale, come le istituzionali locali si sono candidate a fare, potrebbe avere 300 nuovi posti di lavoro ad alta specializzazione, prevalentemente nei settori dell’analisi dei dati, ingegneria del software, sviluppo algoritmico e manutenzione dei sistemi di intelligenza artificiale. Inoltre, sfruttando parte dei cinque miliardi che l’Unione europea prevede di investire per cinque spoke, si potrebbe arrivare a un incremento del valore aggiunto regionale di almeno 30 milioni all’anno, grazie alla maggiore produttività e al contenuto tecnologico delle nuove posizioni. A questo, si aggiunge una stima di oltre 400 milioni in investimenti complessivi, derivanti dalla realizzazione e attivazione delle infrastrutture, nonché dall’indotto creato da attività di ricerca e sviluppo sul territorio.

Infrastrutture

Nel capitolo dedicato alle infrastrutture, invece, spicca il primo posto per densità della rete ferroviaria e quinto per chilometri offerti dal trasposto pubblico locale.

Secondo il rapporto le nuove grandi infrastrutture in corso di realizzazione in Liguria potrebbero portare un aumento del pil regionale di 8,3 miliardi da qui al 2030. Nello specifico, gli interventi sulle grandi opere hanno la potenzialità di generare un aumento del pil regionale del 16,7% nel 2030 rispetto al 2019. Tuttavia, dall’analisi dei cronoprogrammi emergono ritardi nel 79% delle opere infrastrutturali analizzate, che costano nel complesso 4,2 miliardi di minore impatto cumulato al 2030. Più nel dettaglio, la nuova diga foranea del porto di Genova è stimato che potrà generare 260 milioni in più di valore aggiunto ogni anno, pari a circa il 6% del valore aggiunto generato dal sistema portuale. In particolare, l’incremento di Teu derivante dalla realizzazione della diga è stimato in 315.000 teu al 2029, portando l’ammontare complessivo dei Teu movimentati del porto di Genova a 2,8 milioni, con un incremento del 3% rispetto ai valori attuali. Ancora di più si stima farà il Terzo valico ferroviario dei Giovi, con una crescita del valore aggiunto stimata in 330 milioni.

Salute e società

Nel comparto dedicato a salute e società, primo posto della Liguria per impianti sportivi nelle scuole e terzo per medici specialisti, 39,8 ogni 10.000 abitanti (in crescita del 2,1% rispetto al 2023).

«La Regione Liguria dà il via a una strategia concreta e innovativa per affrontare la sfida della longevità e vara il Piano Regolatore sociale» dice l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò.

Con l’avvio del Tavolo permanente per l’Invecchiamento Attivo, costituito il 14 maggio 2025, la Regione ha voluto trasformare l’invecchiamento in un’opportunità, attraverso un nuovo modello di welfare fondato su inclusione, prevenzione, partecipazione e sviluppo locale: «La vera innovazione sociale consiste nel prepararsi al cambiamento e questo piano è un investimento nel futuro della nostra comunità − aggiunge Nicolò − il Piano Regolatore Sociale per l’Invecchiamento Attivo rappresenta uno strumento strategico, in coerenza con il Piano Sociale Integrato Regionale 2024-2026 e nasce da un Accordo di collaborazione tra l’Assessorato alla Sanità, Terzo Settore, enti locali, sindacati, mondo produttivo, università e Terzo Settore. L’accordo sarà presentato pubblicamente a luglio e firmato entro settembre».

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Le azioni più innovative del piano riguardano, tra l’altro: progettazione di spazi pubblici e abitativi accessibili, pensati per favorire autonomia, socialità e incontro tra generazioni, percorsi di alfabetizzazione digitale per over 65, utilizzo di applicazioni e dispositivi intelligenti per il monitoraggio a distanza e la cura, in collaborazione con progetti europei già attivi in Liguria. Inoltre, un approccio globale alla salute: alimentazione, movimento, stimolazione cognitiva, con particolare attenzione alla fragilità femminile over 80.

Ambiente e territorio

Infine, nella categoria dedicata ad ambiente e territorio, primo posto per la Liguria per spiagge con bandiere blu, non solo a livello assoluto ma anche in rapporto alla superficie (12,4 spiagge ogni cento chilometri) e quinto posto per arrivi turistici in rapporto agli abitanti, 345.000 ogni 100.000, in crescita del 6,8%. Qui, però, è contenuto anche il dato peggiore che riguarda la transizione green: la Liguria si conferma ultima in Italia per consumi di energia da fonti rinnovabili, pari al 7%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2022.

Lo sviluppo del nuovo nucleare in Italia potrebbe generare un mercato potenziale stimato tra 1,8 e 2,6 miliardi di euro entro il 2050 per le imprese liguri, solo considerando il contesto nazionale. Estendendo l’orizzonte anche al mercato europeo, il valore complessivo degli investimenti potenzialmente attratti in Liguria potrebbe oscillare tra 3,1 e 4,9 miliardi.

Agricoltura

Il vicepresidente della Regione Liguria con delega agli Enti locali, Alessandro Piana dichiara: «Il futuro delle aree rurali della Liguria passa da uno sviluppo sostenibile, dalle infrastrutture, dai servizi e dalle nuove imprese. Con il Complemento per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 abbiamo una leva concreta da oltre 205 milioni di euro per contrastare lo spopolamento, favorire l’insediamento di giovani, rilanciare le comunità interne e rafforzare la competitività del nostro sistema agricolo e forestale».

Il Complemento per lo Sviluppo Rurale (Csr) costituisce uno strumento fondamentale non solo per il settore primario, ma per tutto il tessuto economico e sociale delle aree interne. «In Liguria – sottolinea Piana – sono stati attivati 45 interventi mirati, con una programmazione lungimirante e coerente con le esigenze del territorio». Tra questi spiccano gli interventi infrastrutturali (SRD07, SRD08, SRD09 e SRD11), che consentono di finanziare opere strategiche come reti viarie, infrastrutture idriche, sistemi digitali, impianti per energia da fonti rinnovabili, infrastrutture silvo-pastorali e irrigue e mezzi di trasporto scolastici più moderni e sicuri. «Si tratta – prosegue Piana – di opere indispensabili per garantire la qualità della vita, l’operatività delle imprese e l’attrattività delle aree montane».

Oltre 33 milioni di euro saranno destinati a queste misure, che prevedono anche un premio per i progetti condivisi da più enti pubblici con il coinvolgimento di soggetti privati, in un’ottica di governance partecipata e sviluppo locale.

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A questi si affiancano gli interventi per le start-up agricole e non agricole (SRE01, SRE02, SRE03, SRE04), con più di 13 milioni di euro destinati a favorire l’insediamento di giovani agricoltori e nuove imprese forestali o extra-agricole nelle zone rurali. «Diamo sostegno concreto – spiega il vicepresidente – a chi sceglie di vivere e lavorare nei nostri territori, anche su terreni abbandonati, attraverso un pacchetto integrato che prevede incentivi per l’avvio, l’ammodernamento e la diversificazione delle attività. Con il Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (Fosmit) ci siamo già occupati, di interventi di messa in sicurezza e restyling dei centri urbani. Ora intendiamo avviare un’interlocuzione con il Governo per proseguire su questa linea, rafforzando gli investimenti nei territori montani, anche attraverso infrastrutture strategiche come gli impianti di risalita, ad esempio a Monesi e Santo Stefano d’Aveto».

Valerio De Molli, managing partner e amministratore delegato Teha Group e The European House – Ambrosetti, commenta: «Le analisi contenute nella nona edizione del Rapporto 2030 evidenziano un contesto territoriale segnato da un forte dinamismo. Basti, infatti, vedere come il tasso di occupazione in Liguria superi di 6,5 punti percentuali la media nazionale. Il Tableau de Bord strategico − ormai punto di riferimento per il monitoraggio degli indicatori territoriali che viene annualmente aggiornato e integrato − conferma questa tendenza positiva: la Liguria mostra segnali di miglioramento nel 60% degli indicatori analizzati, mantenendo una posizione di assoluta leadership nella Blue Economy, in cui si colloca al primo o al secondo posto a livello nazionale in tutti e sette gli indicatori considerati».

Sport

Dall‘Osservatorio Valore sport di The European House-Ambrosetti è emerso che la quota di sedentari in Liguria è inferiore alla media italiana, con il 31,1% della popolazione che non pratica nessuna attività fisica. Nell’ultimo decennio, il fenomeno della sedentarietà è calato di 6,8 punti percentuali. E’ quanto emerge, all’interno del report annuale dedicato all’economia della regione, illustrato oggi a Rapallo. I livelli di sedentarietà differiscono in base alle condizionin sociodemografiche della popolazione: i livelli di sedentarietà più alti in Liguria si registrano tra le persone con un’età compresa tra 55-64 anni (38,2%), tra gli uomini (32,4%) e tra le persone con una minore educazione scolastica (34,5%). La quota di popolazione adulta in sovrappeso od obesa è pari al 37,4% nel 2024, inferiore rispetto alla media nazionale del 39,5% e in lieve calo dal 2014 di -0,2 punti percentuali. Grazie alla diminuzione della sedentarietà, si stima un risparmio di 139 milioni del costo sanitario da qui al 2050, dagli attuali 181 milioni a 91 milioni. Dati positivi arrivano dall’impiantistica sportiva: la Liguria è la quarta regione in Italia per densità dell’offerta impiantistica sportiva, con 168 impianti sportivi ogni 100.000 abitanti (+27,5% rispetto alla media nazionale). La Liguria, inoltre, è la regione con la maggior dotazione sportiva scolastica, raggiungendo il 58,2% degli edifici scolastici con palestra o piscina. Ancora, è tra le regioni con le più alte possibilità di praticare multisport, con il 97% delle discipline praticabile. E’ anche grazie a questi dati che è stato rilevato un aumento del 2,2% di aspettativa di vita negli ultimi 15 anni, arrivata a 83,5 anni, accompagnato da un calo della mortalità evitabile del 5,7%, frenato solo nel recente passato dalla pandemia da Covid-19.



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