I dati del primo trimestre di Unioncamere, Confindustria e Intesa. In flessione anche l’export. Veronesi (Unioncamere): «Il clima di incertezza si abbassa ma sta diventando costante»
È un quadro di profonda incertezza, dove produzione e investimenti dell’industria sono in caduta libera, quello disegnato dalla congiuntura in Emilia-Romagna presentata da Unioncamere, Intesa Sanpaolo e Confindustria territoriali che insistono sull’urgenza di adottare misure correttive o di rilancio, dai costi dell’energia alla realizzazione del Passante d Bologna. A fronte di un contesto internazionale sfavorevole che già aveva impattato sull’economia del 2024, nel 2025 — funestato da guerre militari e commerciali— ancora non si intravede una ripresa. Tra gennaio e marzo il volume della produzione delle piccole e medie imprese della regione è sceso rapidamente (-3,2%), come nell’ultimo trimestre del 2024. Stesso andamento per il fatturato complessivo (-3%), mentre quello estero ha registrato un lieve incremento (+0,7%). In flessione gli ordini (-2,5%), con quelli dall’estero senza variazioni di rilievo (-0,2%) e il grado di utilizzo degli impianti è sceso al 72,8%. Solo l’industria alimentare e delle bevande è cresciuta anche se ad un ritmo inferiore rispetto agli ultimi mesi del 2024 (fatturato +1,3%, produzione +0,9%, ordini +0,6%). In flessione anche l’export (-1,5% rispetto allo stesso periodo del 2024). Il valore delle esportazioni del manifatturiero è sceso a circa 20 miliardi di euro, ovvero 13,2% dell’export nazionale, un dato in controtendenza rispetto all’accelerazione dell’export totale manifatturiero nazionale (+3%).
Le contromisure
Per quanto le stime elaborate a metà aprile da Prometeia in «Scenari per le economie locali», prevedano una ripresa dello 0,8%, resta la percezione di un sistema pericolosamente in bilico. «Per sostenere la fiducia di imprese e consumatori — pungola la presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi — dobbiamo mettere al centro la manifattura e la nostra capacità del fare, l’eccellenza delle nostre produzioni, la spinta propulsiva del digitale, e rilanciare investimenti ed esportazioni, che sono la vera leva della crescita economica. Occorre investire nelle nostre città, per renderle più attrattive non solo per il turismo ma anche per i lavoratori», e preme sulle infrastrutture «a partire dal Passante di Bologna la cui rilevanza non può essere messa in discussione a progetto approvato». A proposito dei dazi, «dobbiamo negoziare con gli Stati Uniti per diminuirne il più possibile l’impatto sull’economia europea, ma soprattutto diversificare i mercati di sbocco delle nostre merci: penso all’Africa, al Sud est asiatico, al Mercosur, aree del mondo con cui accelerare gli accordi di libero scambio».
Le urgenze
«Il clima di incertezza — ragiona a sua volta il presidente di Unioncamere regionale, Valerio Veronesi— si abbassa ma sta diventando costante. La difficoltà per le imprese è programmare gli investimenti, che guardano sempre al lungo periodo. È in questo sfasamento temporale — fra notizie che cambiano lo scenario di settimana in settimana e la necessità di strategie di impresa di medio lungo periodo — che devono essere innestati con rapidità stimoli e incentivi. Cioè fiducia per correre sul cronometro dei tempi attuali della competizione internazionale. Per questo abbassare i costi dell’energia, rendere più facile e veloce investire, trasformare le piccole imprese in grandi pionieri dell’autoimprenditorialità, trattenere i giovani e trasformare la loro formazione nelle nostre future filiere. «È ora urgente — incalza — quanto forse mai prima dal dopoguerra». L’accesso al credito è, naturalmente, uno degli strumenti di resilienza e la direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo Alessandra Florio, rassicura che, comunque, per quanto riguarda la divisione Banca dei territori del gruppo (che ha di recente messo a disposizione 10 miliardi di euro) la «dinamica del credito è positiva nei primi mesi dell’anno pur permanendo una domanda condizionata dall’incertezza». «I depositi delle aziende — va avanti — sono in aumento anno su anno, confermando la persistenza di un buon cuscinetto di liquidità disponibile. In accelerazione, ancora, i prestiti alle famiglie».
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