Sugli operatori europei delle Tlc grava un impianto di decine di regole che ostacola la competitività, rallenta l’innovazione e frammenta il mercato unico digitale. Lo afferma lo studio realizzato per Connect Europe, l’associazione che riunisce gli operatori europei di telecomunicazioni, dalla società di consulenza Arthur D. Little, . Secondo il rapporto sono 34 gli obblighi normativi, spesso “sovrapposti e incoerenti tra loro”, che le aziende delle Tlc del continente devono affrontare, con impatti negativi sulla chiarezza per i consumatori e sulla sostenibilità economica del settore. Al tempo stesso, le big tech restano in gran parte escluse da obblighi equivalenti, generando uno squilibrio competitivo.
Questo onere normativo incide significativamente sulla chiarezza delle norme per gli utenti finali e complica la possibilità di offerte transfrontaliere a causa di sostanziali divergenze nazionali, si legge nello studio.
“Le aziende europee non possono più competere con una mano legata dietro la schiena. Una semplificazione radicale è essenziale per favorire innovazione e qualità dei servizi”, ha dichiarato Alessandro Gropelli, Direttore generale di Connect Europe.
“È il momento di passare a una regolamentazione orizzontale, armonizzata e basata sui servizi, nell’interesse dei consumatori e della competitività dell’Ue”, ha aggiunto Elisabetta Cafforio, Partner di Arthur D. Little.
Lo studio propone una roadmap concreta per semplificare il quadro regolatorio, migliorare la protezione degli utenti e sostenere la competitività del settore.
Tlc, lo studio di Connect Europe: regulation insostenibile
Il report di Connect Europe mostra come il percorso di un utente telecom – ovvero il customer journey del cliente di un operatore – sia influenzato da 34 obblighi regolatori distinti, derivanti da 9 normative settoriali e 19 regolamenti orizzontali, spesso sovrapposti e frammentati tra gli Stati membri. Tra questi, ci sono almeno 12 obblighi che si sovrappongono tra le normative settoriali e quelle generali a tutela dei consumatori, di cui 16 classificati come particolarmente rigorosi e specifici per le telecomunicazioni. Ciò crea tre sfide principali: eccessiva regolamentazione, condizioni di concorrenza diseguali e frammentazione del mercato.
Di conseguenza, i clienti sperimentano confusione e incoerenze sia all’interno che tra i mercati nazionali, riducendo la soddisfazione complessiva del servizio.
Nonostante queste sfide, il settore ha prodotto un valore straordinario: tra il 2014 e il 2023, gli operatori di telecomunicazioni europee hanno decuplicato l’utilizzo di dati mobili per cittadino, riducendo al contempo il ricavo medio per GB dell’85%, consentendo un accesso diffuso a una connettività conveniente e di alta qualità.
Gli impatti sulla sostenibilità finanziaria e il mercato unico
La complessità normativa incide anche sulla sostenibilità finanziaria delle Tlc. Tra il 2014 e il 2023, gli operatori di telecomunicazioni europei hanno registrato un calo medio annuo della capitalizzazione di mercato dell’1,8%. Al contrario, i concorrenti meno regolamentati, tra cui le telecomunicazioni di altre regioni e le piattaforme tecnologiche globali, hanno registrato una crescita annua della capitalizzazione di mercato rispettivamente dell’1,1% e del 36%.
Un’altra conseguenza della moltiplicazione delle regole è l’impossibilità di realizzare un vero mercato unico digitale delle Tlc, prosegue Connect Europe: il rapporto descrive in dettaglio la grave frammentazione nell’attuazione delle norme sulle telecomunicazioni negli Stati membri dell’Ue, in particolare per quanto riguarda la tutela dei consumatori, la neutralità della rete, le misure di sicurezza, la conservazione dei dati e la segnalazione degli incidenti di sicurezza.
Per esempio, per quanto riguarda la neutralità della rete, ci sono almeno 10 diversi approcci di implementazione in tutta Europa, che hanno avuto un impatto negativo sul lancio di servizi innovativi come il network slicing 5G e la telemedicina in tempo reale.
Tlc e big tech, Connect Europe denuncia il “big gap”
Nonostante la concorrenza diretta in mercati come i servizi vocali, di messaggistica e Internet, gli operatori delle Tlc sono soggetti a regolamentazione in otto aree politiche rilevanti, mentre le aziende tecnologiche sono soggette a obblighi solo in tre, il che significa che gli utenti finali non beneficiano della stessa protezione a seconda del servizio che utilizzano.
Lo studio di Connect Europe osserva inoltre che le piattaforme tecnologiche rimangono in gran parte non regolamentate nonostante il loro crescente predominio sulla distribuzione del traffico e sulla qualità del servizio. Questo squilibrio colpisce gli utenti e ha implicazioni più ampie per la concorrenza e la competitività complessiva dell’ecosistema della connettività, in particolare in settori quali la gestione del traffico, la differenziazione e il reindirizzamento.
Semplificazione: 3 azioni per la connettività in Europa
Per raggiungere gli obiettivi del Decennio Digitale europeo, il rapporto Connect Europe raccomanda una strategia di riforma in tre fasi: semplificare le norme sostituendo gli obblighi obsoleti e sovrapposti con tutele orizzontali semplificate e a misura di consumatore; garantire una concorrenza leale applicando in modo uniforme a tutti i fornitori di servizi digitali garanzie coerenti per i consumatori e principi di neutralità della rete; armonizzare l’applicazione delle norme in tutta l’Ue per ridurre la frammentazione, garantendo diritti dei consumatori ed esperienze di servizio coerenti.
L’obiettivo è chiaro: stimolare gli investimenti, accelerare l’adozione del 5G, migliorare la connettività transfrontaliera e assicurare diritti digitali equi per tutti i cittadini europei.
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