Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

Il risparmio è un settore strategico per l’economia nazionale


Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

La richiesta, da rispedire al mittente, da parte della Commissione europea, di precisazioni sul possibile ricorso del Governo italiano ai poteri speciali previsti dalla golden power è un’inaccettabile interferenza su questioni fondamentali per l’economia nazionale. È grazie all’elevata propensione al risparmio precauzionale delle famiglie che l’Italia aveva raggiunto il quinto-sesto posto nelle classifiche tra le potenze economiche mondiali. Oggi si colloca all’ottavo posto, superata da Paesi come la Cina e l’India che contano insieme quasi tre miliardi di abitanti. Nelle economie di mercato il risparmio gestito da intermediari finanziari abilitati è il fulcro dell’economia. La ricchezza finanziaria accantonata dalle famiglie, per far fronte a possibili esigenze future, alimenta i depositi bancari ed è la linfa vitale dei mercati finanziari regolamentati che sono la fonte principale di finanziamento alle imprese. Grazie al risparmio privato parte significativa del debito italiano è detenuta da risparmiatori italiani. Secondo gli ultimi dati la ricchezza finanziaria complessiva degli italiani supera i 6mila miliardi di euro, il doppio del nostro debito sovrano. Le famiglie italiane sono le meno indebitate tra quelle del mondo occidentale. Grande ricchezza privata in uno Stato fortemente indebitato.

I fondamentali dell’economia italiana sono solidi. Il testo unico sulla Legge bancaria del 1936 all’articolo 1 recitava “la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito sono funzioni d’interesse pubblico”. Già durante il ventennio fascista i tecnici del regime avevano capito l’importanza del risparmio come fattore di sviluppo dell’economia. Infatti, la tutela del risparmio era assoluta al punto che la legge garantiva il risparmiatore, ristorando integralmente lo stesso, in caso di dissesto delle banche. Era definita “garanzia indiretta dello Stato”. Alla fine degli anni Ottanta si passa alla tutela diretta mediante la costituzione di un “fondo interbancario di garanzia”, prima su base volontaria delle banche e, successivamente, resa obbligatoria. Il fondo di garanzia è alimentato in percentuale sulla massa fiduciaria di raccolta delle aziende di credito. Il risparmiatore è tutelato, oggi, fino ad un ammontare massimo di 100mila euro depositati sul conto corrente bancario.

Con l’introduzione del nuovo testo unico sulla legge bancaria, disciplinato dal Decreto legislativo 01 settembre 1993 numero 385, si è passati da un oligopolio protetto della vecchia disciplina (le banche erano prevalentemente pubbliche e non operavano in concorrenza tra di esse) ad un “mercato” oligopolistico privato nel quale le aziende di credito apparentemente dovrebbero operare in concorrenza. Il processo di integrazione verticale tra le banche iniziato con la Legge Amato (fusioni per incorporazioni di piccole e medie banche in istituti bancari di più grandi dimensioni) o di fusioni propriamente dette (più aziende di credito si fondono per la creazione di istituti di credito per aumentare il livello dimensionale), ha ridotto significativamente le imprese bancarie che operavano nel sistema bancario italiano limitando di fatto la concorrenza che, ovviamente, danneggia il cliente. Resistono, fortunatamente, ancora le banche di credito cooperativo che sono istituti di credito di prossimità. Le grandi banche attraverso l’integrazione verticale chiudono sportelli, riducono il personale ed incrementano i profitti per i loro azionisti. Nulla di male se svolgessero la funzione creditizia per la quale sono state autorizzate, ovvero “raccogliere il risparmio ed esercitare il credito” alla produzione per le imprese e al consumo per le famiglie.

La micro e la piccola impresa, se non si rivolgesse alle banche del territorio, difficilmente troverebbe ascolto da parte delle banche “sistemiche”, grandi gruppi bancari che sono interessati alla lucrosa gestione dei patrimoni mobiliari e ai finanziamenti delle grandi aziende piuttosto che sostenere il tessuto produttivo italiano, composto in larga parte da piccole e medie imprese. Il cosiddetto “risiko bancario” che è in atto ha l’obiettivo di gestire il patrimonio finanziario degli italiani da tempo nel mirino delle grandi banche francesi e tedesche. Il golden power (potere speciale), che il Governo si è riservato a tutela dell’interesse nazionale relativo al tentativo di scalata di Unicredit sulla Banca popolare di Milano, è sacrosanto! È assurda la richiesta di chiarimenti da parte della Commissione europea sulle ragioni per cui l’Esecutivo vuole esercitare i poteri speciali d’intervento per tutelare gli interessi nazionali in settori strategici. La risposta perentoria che il Governo italiano dovrebbe dare alla Commissione europea è la seguente: la gestione del risparmio degli italiani e la concorrenza tra le aziende di credito sono settori strategici nazionali, a tutela dell’economia nazionale!

Aggiornato il 10 luglio 2025 alle ore 10:32

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari