Nel pieno della stagione estiva torna a pesare la prospettiva di un settembre più salato per chi ha figli a scuola. Il rincaro dei libri di testo, in media dell’1,7% alle medie e dell’1,8% alle superiori, tiene banco nel dibattito economico e sociale.
Le cifre diffuse dall’Associazione Italiana Editori, in linea con l’inflazione Istat, hanno scatenato la reazione di editori, librai e studenti che accusano le istituzioni di inerzia.
Il dossier caro-libri, ancora una volta, diventa il simbolo di una scuola che fatica a restare accessibile e di un settore distributivo sempre più schiacciato. Le voci di chi lavora, vende e studia chiedono al governo interventi immediati per non trasformare l’istruzione in un privilegio per pochi.
Libri di testo, listini restano fissi per l’intero anno scolastico
L’Aie ricorda che i prezzi dei manuali scolastici vengono fissati a gennaio e restano bloccati fino all’anno seguente. Dal 2021 al 2024 l’inflazione cumulata è arrivata al 14,7%, ma i listini sono cresciuti molto meno: +7,5% per le medie e +8,2% per le superiori, quindi circa la metà.
Giorgio Riva, presidente del gruppo Educativo Aie, evidenzia che
“nell’ultimo quinquennio gli editori hanno limitato gli aumenti dei prezzi contribuendo così a non aggravare il peso economico sulle famiglie, nonostante i costi che affrontano siano aumentati”.
Riva quindi invoca due interventi pubblici: una detrazione fiscale per tutte le famiglie e un rafforzamento degli aiuti destinati ai nuclei in povertà, da erogare in tempi più rapidi. Si tratta di una spesa importante, che non si può detrarre nel 730.
Per l’Associazione librai italiani (Ali) la forbice tra inflazione e prezzi dei libri è stata assorbita schiacciando ancora i margini delle librerie. Paolo Ambrosini, presidente Ali, chiede misure per sostenere la domanda, dalla detrazione fiscale, proposta dall’associazione fin dal 2008, all’attuazione immediata del Piano Olivetti e delle promesse del ministro Giuli al Salone del Libro.
Quanto peserebbe la detrazione sulle casse pubbliche
L’Aie calcola che una detrazione generalizzata peserebbe tra 50 e 100 milioni di euro, destinati a diminuire con il calo delle nascite. Nei primi mesi del 2025 il mercato editoriale ha perso oltre il 4%, con un peggioramento a giugno per i minori acquisti di biblioteche e giovani diciottenni.
L’associazione chiede al ministro Giuli di sbloccare subito i fondi straordinari per le biblioteche e ripensare il sistema delle carte giovani per renderlo davvero efficace.
Quanto si spende in media per i libri di testo
Secondo Federconsumatori, nel 2024 una famiglia ha speso in media circa 591 euro per i soli libri di testo obbligatori, con picchi vicini ai 1.200 euro se si considera anche il corredo scolastico. Per il 2025 la stima si attesta intorno ai 620 euro solo per i volumi, con un’incidenza sempre più pesante sul bilancio familiare, specie per chi ha più figli a carico.
C’è una mozione allo studio
La senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Floridia ha annunciato la presentazione di una mozione sul caro libri per chiedere “interventi immediati e strutturali: il sostegno alle famiglie, diffusione dei materiali digitali accessibili, rilancio dei comodati d’uso, detrazioni fiscali vere”. Floridia chiede scelte politiche chiare perché
“la scuola pubblica deve tornare a essere uno spazio di uguaglianza, non i silenzi a cui ci ha ormai abituato Giorgia Meloni”.
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