Roma, 10 luglio 2025 – Sempre meno ‘prudenti’ e più sbilanciati sull’azionario, i portafogli delle famiglie italiane. A rivelarlo è una ricerca del team Client Solutions and Analytics di Pimco, che rileva come gli investimenti italiani hanno una componente di rischio azionario pari al 77%. Dunque non solo Titoli di stato oppure obbligazioni a tasso fisso, ma anche azioni. Un cambio delle abitudini finanziarie legato al fatto che molte nuclei possiedono aziende a conduzione diretta, il che rappresenta una forte esposizione al capitale di rischio.
Il portafogli tipico di una famiglia
Lo studio ha analizzato i dati dei Conti Finanziari della Banca d’Italia, rilevando che il patrimonio tipico di una famiglia è composto da diverse classi di attivo e prodotti finanziari: Obbligazioni, azioni quotate, fondi comuni di investimento, liquidità e l’azienda familiare. Nell’analisi si sottolinea come il 77% della volatilità sia da attribuire alla componente azionaria, mentre solo nel 10% dei casi è legata alle obbligazioni. In pratica, le famiglie potrebbero essere più esposte di quanto credano a rischi sul mercato, non cogliendo a pieno come la differenza del rischio sia legata ai movimenti dei listini.
L’azienda di famiglia come il private equity
La notevole esposizione ai rischi azionari può essere attribuita principalmente alle aziende familiari: queste rappresentano infatti il 25% del valore di mercato del portafoglio, arrivando a toccare il 37% per la fascia dei più abbienti. Tali imprese, viene sottolineato nella ricerca, “sono un bene estremamente prezioso dal punto di vista non solo economico ma sotto il profilo del rischio vanno equiparate alle azioni e quindi devono essere prese in considerazione nel processo di risk analysis”. Per l’esattezza, poiché la taglia è quella della classica Pmi in cui investono i fondi di categoria, gli analisti ritengono siano parificabili a un investimento di private equity. Prova ne è che, durante la crisi finanziaria globale del 2008, il loro valore di mercato è sceso di circa il 50% e ci ha messo quasi 15 anni per essere recuperato.
Nelli (Pimco): “Rischio azionario non percepito in pieno”
“La nostra analisi evidenzia che il rischio azionario gioca un ruolo molto più importante di quanto comunemente percepito – ha dichiarato l’head of Italy di Pimco Adriano Nelli –. Adottare un approccio olistico, basato sui fattori di rischio, è essenziale per gli investitori italiani per prendere decisioni informate e gestire al meglio il proprio futuro finanziario. Per comprendere il vero profilo di rischio dei portafogli delle famiglie italiane è necessario guardare oltre le tradizionali classificazioni degli asset. Inoltre, la collaborazione con un consulente finanziario può essere preziosa per individuare rischi azionari nascosti e garantire una valutazione approfondita e personalizzata del proprio portafoglio”.
Andando a scomporre i portafogli degli italiani, emerge la seguente ripartizione del valore di mercato: il 30% è composto da liquidità, il 25% da aziende familiari, il 19% da assicurazioni e fondi pensione, il 14% da fondi comuni, l’8% da obbligazioni e il 4% da azioni.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link