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Malattie cardiovascolari principale causa di morte tra le donne, ma 6 su 10 non lo sanno. I fattori di rischio per il cuore


di
M.G.F.

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La scarsa consapevolezza femminile sui rischi cardiovascolari confermata da un recente studio coordinato dall’IRCCS Policlinico San Donato di Milano, pubblicato su European Journal of Preventive Cardiology. Servono campagne di prevenzione mirate

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte delle donne ma molte ancora lo ignorano e trascurano la salute del cuore. La conferma della scarsa consapevolezza femminile sui rischi cardiovascolari arriva da un recente studio coordinato dall’IRCCS Policlinico San Donato di Milano, che ha coinvolto oltre 3.500 donne lombarde, pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Preventive Cardiology. 

Lo studio

All’indagine «A Call for Women» hanno partecipato 3.537 donne con un’età media di 48 anni, abitudini alimentari poco salutari, scarsa propensione all’attività fisica, ma basso consumo di tabacco e alcol. È stato chiesto quale fosse la principale causa di morte nella popolazione femminile. Ebbene, oltre 6 su 10 non sanno che la prima causa di morte tra le donne sono le malattie cardiovascolari (la risposta giusta è stata data solo da poco più del 35 per cento) e 4 donne su 10 credono – erroneamente – che il primato spetti ai tumori.   
Gli autori dello studio, coordinato dalla dottoressa Serenella Castelvecchio, responsabile del Programma di prevenzione cardiovascolare e medicina di genere dell’IRCCS Policlinico San Donato, hanno poi individuato tre gruppi distinti di donne, ciascuno con caratteristiche e bisogni specifici. 
In particolare: il primo gruppo era composto da donne con un’età media di 53 anni, quasi tutte in menopausa, con un buon livello di istruzione e discreto tasso di occupazione. Tra le più attive fisicamente, la maggior parte aveva un indice di massa corporea (BMI) normale e almeno una patologia, tra cui ipertensione e ipercolesterolemia. Secondo gli autori dello studio questo potrebbe spiegare una maggiore consapevolezza dei fattori di rischio (38%).
Il secondo gruppo (età media: 62 anni) era composto da donne quasi tutte in menopausa, con livello di istruzione più basso, spesso in pensione, e con un indice di massa corporea più alto e con più malattie croniche (rispetto alle altre). Le donne appartenenti a questo gruppo chiedono, più spesso rispetto alle altre, informazioni sanitarie al medico di famiglia (36,1%). 
Il terzo gruppo era composto da donne con un’età media di 38 anni, con il più alto livello di istruzione e tasso di occupazione. Coerentemente con l’età sono quelle che fanno registrare le migliori condizioni di salute, ma hanno comportamenti a rischio: il 19,3% fuma, il 29,8% non svolge attività fisica, il 38,6% la pratica solo occasionalmente. Tra loro si registra una bassa consapevolezza dei fattori di rischio (33,2%), il che, secondo gli autori dello studio,  rende urgenti campagne di prevenzione mirate per le fasce di popolazione femminili più giovani.




















































Interventi di prevenzione «su misura»

«I dati mostrano con chiarezza che la prevenzione al femminile deve diventare personalizzata, modulata sull’età, sul contesto socioeconomico e sul vissuto clinico delle donne – spiega la dottoressa Castelvecchio –. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte a livello mondiale, in particolare tra le donne. Nell’Unione Europea, sono responsabili del 54% dei decessi nel genere femminile e del 43% in quello maschile, percentuali che in Italia si assestano al 37,7% per le donne e 31,7% per gli uomini, come rilevano i dati dell’ISTAT aggiornati a giugno 2024. Per affrontare questa emergenza, serve un nuovo approccio “su misura”. Lo studio – sottolinea l’esperta – rappresenta una fotografia dello stato di consapevolezza delle donne in Lombardia, ma offre spunti concreti per tutta l’Italia: “education, empowerment e awareness” sono le tre parole chiave per campagne mirate e per una rete di prevenzione che parta da dati reali e dai bisogni specifici delle donne».

Fattori di rischio e consigli per tutte 

I fattori di rischio evitabili per le malattie cardivascolari sono in primo luogo fumo di sigaretta e sedentarietà.
Secondo diversi studi scientifici, il rischio di infarto è più elevato nelle donne fumatrici rispetto agli uomini che fumano, in particolare con l’arrivo della menopausa.
Una regolare attività fisica aiuta a prevenire – o quantomeno ridurre – alcuni fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. In particolare, l’esercizio costante aiuta a ridurre l’ipertensione, a perdere o tenere sotto controllo il peso, a migliorare la gestione della glicemia, a far aumentare le concentrazioni nel sangue di colesterolo Hdl («buono»), riducendo quello Ldl («cattivo»). 
Occhio anche a tavola. Gli esperti suggeriscono di seguire una dieta equilibrata, un’alimentazione ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, riducendo i consumi di alimenti ad alta densità energetica e basso valore nutrizionale

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25 aprile 2025 ( modifica il 26 aprile 2025 | 12:30)



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