Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

meno fondi ai poveri come la Calabria, più soldi alle lobby delle armi


Hanno chiamato “coesione” ciò che oggi serve a finanziare la guerra. Hanno sbandierato per anni la retorica della solidarietà europea, della riduzione dei divari territoriali, del sostegno alle regioni povere. Poi, con un colpo di mano ben confezionato tra Bruxelles e Strasburgo, stanno trasformando i Fondi di Coesione in una cassaforte per l’industria bellica europea.

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

È tutto nero su bianco, e lo sarà ancor di più la prossima settimana, quando il Parlamento Europeo voterà la Risoluzione sul rapporto sulla coesione economica e sociale, già approvato dalla Commissione Regi (quella sullo Sviluppo Regionale, per capirci).
Un rapporto che apre esplicitamente all’uso dei fondi per lo sviluppo di tecnologie a “duplice uso”: ovvero droni, software, sistemi e strumenti utilizzabili sia in ambito civile che militare. Insomma, un bel pacchetto di innovazione ibrida, che parte dall’agricoltura di precisione e finisce sulle piste della NATO.

Come funziona lo scippo

Il meccanismo è semplice, e per questo efficace. I fondi di coesione – cioè i miliardi europei destinati a ridurre le disuguaglianze tra le aree ricche e quelle depresse – verranno “flessibilizzati”. In nome delle nuove sfide globali (leggi: difesa comune europea), potranno essere usati dagli Stati membri per sostenere lo sviluppo di tecnologie militari.

Tutto “su base volontaria”, ovviamente. Ma sappiamo bene come funziona l’Europa: prima si concede una “possibilità”, poi la si premia con incentivi, poi si impone come nuova priorità strategica. E chi non si adegua? Resti pure con le buche sulle strade e gli ospedali senza personale.

Fitto e l’urgenza dell’urgenza

Lunedì sera si voterà anche sulla procedura d’urgenza del Piano Fitto, cioè la proposta italiana di rivedere la politica di coesione inserendo ufficialmente anche la Difesa tra le finalità dei fondi. Il governo Meloni – che a parole diceva di no – nel concreto accelera, anche a costo di dividere la maggioranza Ursula in Europa.
Il voto per l’urgenza è già passato in Commissione per un solo voto, e il dissenso dei socialisti non ha fermato la macchina.

La Calabria e il futuro a perdere

E ora veniamo alla Calabria. Cosa significa tutto questo per una regione come la nostra, da sempre tra le principali beneficiarie dei fondi di coesione? Significa: meno fondi saranno destinati alle vere priorità locali, come la sanità, le infrastrutture, il lavoro per i giovani, il contrasto allo spopolamento; rischio concreto è che le risorse si concentrino dove c’è un tessuto industriale già pronto a riconvertirsi al militare, ovvero nei grandi poli del Nord o in altri Paesi Ue. La Calabria, che fatica ancora a spendere i fondi per rigenerare i centri storici, digitalizzare le scuole o rendere sicure le strade provinciali, resterà al margine, mentre l’Europa si riposiziona su logiche da Guerra Fredda.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

L’ipocrisia bipartisan

A rendere il quadro grottesco, c’è il silenzio – o peggio, il doppio gioco – di molti partiti italiani. La premier Meloni si era detta contraria, ma il suo governo spinge per il Piano Fitto.
La segretaria Pd Elly Schlein aveva alzato le sopracciglia, ma in Commissione Regi i socialisti hanno votato a favore del rapporto.
L’unica voce fuori dal coro? Qualche eurodeputato dei 5 Stelle e di The Left, ormai confinati alla testimonianza. E il Pd? Al momento del voto, nessuno presente, dicono per “impegni sovrapposti”. Una scusa perfetta per non disturbare il manovratore.

Dal welfare con warfare

La verità è brutale: l’Europa ha cambiato pelle, e la Calabria rischia di pagarne il prezzo.
Non più una politica di riequilibrio, ma una politica di proiezione militare. Non più una coesione tra territori, ma una convergenza verso la guerra. E chi sperava che l’Europa potesse risollevare le nostre periferie, si ritroverà con un pugno di slide, zero investimenti e qualche drone in vetrina.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese