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approvato il DDL al Senato


L’Italia verso l’allineamento con l’AI Act europeo

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Il Senato italiano ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, che passa ora all’esame della Camera dei Deputati. Il Ddl 1146/24 recante “Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale è articolato in 26 articoli e conferisce delega al Governo per adottare, entro un anno, uno o più decreti legislativi per allineare la normativa nazionale all’AI Act europeo entrato in vigore il 13 marzo 2024.

I principi fondamentali stabiliscono che i sistemi di intelligenza artificiale devono essere sviluppati e applicati nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale umano, garantendo la supervisione e l’intervento delle persone.

I settori ad alto rischio: giustizia, sanità e lavoro

Uno degli ambiti più delicati disciplinati dal provvedimento è quello della giustizia, considerato dall’AI ACT come settore ad alto rischio. In particolare, nelle attività giudiziarie ogni decisione su interpretazione e applicazione della legge, valutazione dei fatti e delle prove, e adozione dei provvedimenti deve spettare esclusivamente al magistrato. Questo principio ribadisce che l’intelligenza artificiale deve essere al servizio dell’uomo e non sostituirsi a esso. Pertanto, l’uso dell’AI è invece ammesso per l’organizzazione dei sistemi relativi alla giustizia, semplificazione del lavoro giudiziario e attività amministrative accessorie.

Tra le previsioni di maggior rilievo, la normativa prevede che le comunicazioni relative al trattamento dei dati connessi all’utilizzo dell’AI avvengano con linguaggio chiaro e semplice. Specifica attenzione è rivolta ai minori: l’accesso alle tecnologie di intelligenza artificiale per i ragazzi sotto i 14 anni richiederà il consenso dei genitori o dei tutori legali.

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Un altro aspetto centrale riguarda la sicurezza nazionale: i sistemi di AI destinati all’uso pubblico dovranno essere installati su server situati in territorio italiano per garantire la sovranità e la protezione dei dati personali dei cittadini. Sono escluse dall’ambito applicativo della legge le attività legate alla sicurezza nazionale, alla cybersicurezza e alla difesa.

Nuove regole per un uso etico e trasparente dell’AI

Il provvedimento tutela inoltre il diritto d’autore per le opere generate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, purché costituiscano risultato del lavoro intellettuale dell’autore. Vengono consentite, nei limiti della legge sul diritto d’autore, le riproduzioni e le estrazioni da opere o materiali accessibili legittimamente per l’estrazione di dati attraverso modelli e sistemi di AI.

In ambito penale, il disegno di legge introduce una nuova circostanza aggravante quando un reato viene commesso mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale. Stabilisce inoltre sanzioni per chi diffonde contenuti generati o alterati dall’AI senza il consenso delle persone coinvolte, con pene che vanno da uno a cinque anni di reclusione.

Nel settore sanitario, l’utilizzo dei sistemi di AI non potrà selezionare o condizionare l’accesso alle prestazioni secondo criteri discriminatori. I pazienti avranno diritto di essere informati sull’impiego di queste tecnologie. È prevista la creazione di una piattaforma di intelligenza artificiale, sviluppata da Agenas, per supportare la prevenzione, la diagnosi e la cura, pur lasciando sempre la decisione finale ai professionisti sanitari.

Il testo stabilisce anche che l’intelligenza artificiale nel contesto lavorativo deve migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psico-fisica dei lavoratori e accrescere la qualità delle prestazioni lavorative. Il Ministero del Lavoro istituirà un Osservatorio dedicato per monitorare l’impatto dell’AI sul mercato del lavoro e promuovere la formazione di lavoratori e datori di lavoro.

I contenuti informativi generati o modificati attraverso sistemi di intelligenza artificiale dovranno essere chiaramente identificabili mediante l’inserimento di un elemento visibile con l’acronimo “IA” o, nel caso di contenuti audio, attraverso annunci specifici.

Il disegno di legge autorizza investimenti fino a un miliardo di euro nel capitale di rischio di imprese che operano nei settori dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza e delle tecnologie abilitanti, compresi il quantum computing, il 5G e le sue evoluzioni, e il Web 3. Questi investimenti saranno effettuati attraverso il Fondo di sostegno al venture capital.

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