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I prestiti Ue per le armi e il Mes ancora bloccato dall’Italia


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Next, la newsletter di Europa Today che ogni domenica mattina vi racconta cosa succederà nella settimana europea a venire, a cura di Alfonso Bianchi (per commenti, suggerimenti o critiche scrivete ad alfonso.bianchi@citynews.it). 

In cima all’agenda

Prestiti per la difesa – È in stallo il dibattito tra gli Stati membri sullo strumento Safe, proposto dalla Commissione per fornire 150 miliardi di prestiti a tassi agevolati ai Paesi che ne faranno richiesta per acquistare armamenti. In settimana un incontro tra gli ambasciatori non è riuscito a trovare un accordo e ora la palla passa ai ministri delle Finanze riuniti martedì 13 nell’Ecofin, anche se non si prevede una svolta. Non è chiaro in quanti siano realmente interessati a questi prestiti, ma al momento 16 Paesi hanno chiesto di attivare la clausola del Patto di stabilità che permette di sforare i tetti di spesa per gli investimenti nella difesa

Armi europee – Resta spinosa la questione del “buy european”, dell’origine delle armi che possono essere comprate con gli acquisti congiunti e i prestiti, e della necessità di non favorire troppo le industrie di alcune nazioni. Dei 150 miliardi che dovrebbero essere concessi dalla Commissione a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle di mercato (almeno per gran parte dei Paesi membri), secondo la proposta il 65 per cento dovrà essere destinato all’acquisto di armi prodotte nel blocco.

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Pressioni all’Italia sul Mes – L’Eurogruppo torna a fare pressione sull’Italia affinché approvi la riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Dei venti Paesi con la moneta unica il nostro è l’unico che deve ancora dare il via libera formale atteso da anni, perché in Parlamento non c’è una maggioranza che la sostenga. Alla riunione dell’organismo di lunedì 12 a Bruxelles il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, sarà invitato a “informare” i suoi colleghi sullo stato delle cose. Il tema della ratifica da parte dell’Italia della riforma del Mes è stato più volte messo nell’agenda dell’Eurogruppo, senza esiti apprezzabili.

Cos’è il Mes – Il Mes è un organismo intergovernativo della sola zona euro istituito nel 2012, che ha il compito di intervenire nelle crisi finanziarie mettendo in comune risorse che possono essere utilizzate nel caso in cui uno Paese si trovi in difficoltà, concedendogli prestiti a tassi agevolati, in cambio di riforme, allo scopo di evitare che il “contagio” si diffonda in tutta l’Eurozona. Il ricorso al Mes non è obbligatorio, ma deve nel caso essere richiesto dal Paese stesso, e da qui il fastidio di Bruxelles nei confronti di Roma per non voler dare il via libera necessario alla riforma. Il nostro Paese si era impegnato ad approvarlo in Consiglio Ue nel gennaio del 2021, durante il secondo governo Conte.

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La riforma – Uno dei punti centrali della riforma è l’istituzione di un backstop, una sorta di paracadute finanziario nel Fondo di risoluzione per gli istituti finanziari, alimentato con contributi annuali del settore bancario. Lo scopo del backstop è scongiurare che siano i governi nazionali a dover mettere mano al portafoglio in caso di crisi creditizia, facendo sì che la crisi paghino invece le banche stesse.

Altri temi caldi

Il Doge dell’agricoltura – La Commissione si appresta a presentare il terzo pacchetto Omnibus, la versione moderata del Doge di Elon Musk che punta a semplificare la legislazione comunitaria e a tagliare i costi. Mercoledì 14 il vicepresidente Raffaele Fitto dovrebbe elencare un’ampia revisione della Politica agricola comune (Pac) con l’obiettivo di ridurre la burocrazia, alleggerendo i requisiti ambientali e riducendo le ispezioni in loco, ma anche creando maggiori incentivi per gli agricoltori.

La crescita al tempo di Trump – Mercoledì 14 la Commissione europea dovrebbe anche presentare le sue Previsioni economiche di primavera. Gli economisti stanno tagliando le aspettative di crescita dell’eurozona dopo i dazi del 20 per cento imposti da Donald Trump sulle esportazioni dell’Ue, seppur in parte messi in pausa. Mentre l’esecutivo comunitario prova a trovare un accordo, vedremo nel frattempo quali sono le sue (difficili) previsioni. 

Guerra commerciale – E proprio delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti discuteranno i ministri Ue del Commercio che si riuniranno giovedì 15. La Commissione spera di riuscire a trovare un accordo con Trump per evitare i dazi anche se, come dimostra l’intesa siglata da Washington con il Regno Unito, quelli del 10% di base sembrano destinati a restare. Bruxelles comunque ha già preparato una lista di beni statunitensi per un valore di 95 miliardi che è pronta a colpire se le trattative non andranno a buon fine. 

Comunità politica europea a Tirana – Venerdì 16 si terrà a Tirana (Albania) il sesto vertice della Comunità politica europea, con 47 leader invitati, tra cui i capi di Stato e governo dei Paesi Ue e di partner non membri come Regno Unito, Ucraina, Turchia, Svizzera e Balcani occidentali. Il tema sarà “Una nuova Europa in un nuovo mondo: unità – cooperazione – azione comune”. Dopo una plenaria sulla sicurezza e il futuro dell’Europa, i leader discuteranno in tre tavoli su difesa e resilienza democratica, sicurezza economica e mobilità e giovani.

Iva per le vendite a distanza – Martedì 13 i ministri delle Finanze Ue cercheranno anche di raggiungere in Ecofin un accordo sulla proposta di direttiva che modifica le regole Iva per le vendite a distanza di beni importati. Il testo prevede che i fornitori (la piattaforme online o venditori che effettuano vendite a distanza) diventino responsabili del pagamento dell’Iva all’importazione, incentivandoli a utilizzare lo sportello unico Ioss per semplificare gli obblighi fiscali. 

Albania al voto – Oggi (domenica 11) l’Albana va al voto per le elezioni legislative. Il premier socialista uscente, Edi Rama, punta al suo quarto mandato consecutivo contro il suo rivale Sali Berisha, esponente di destra a capo di un’alleanza di diversi partiti di opposizione. Gli occhi dell’Italia sono puntati sul voto perché una sconfitta di Rama potrebbe far saltare anche gli accordi sui migranti con il nostro Paese.

Amicizia tra Germania e Israele – Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier accoglierà lunedì 12 a Berlino il presidente israeliano Isaac Herzog per celebrare i 60 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Martedì 13 Steinmeier volerà con Herzog in Israele, dove incontrerà anche il primo ministro Benjamin Netanyahu. La Germania è il principale alleato di Israele in Europa e se finora l’Ue non ha tenuto una linea più dura con Tel Aviv per la guerra a Gaza, è stato anche per l’opposizione di Berlino.

Conto e carta

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Armi britanniche a Gaza – L’Alta Corte di Londra martedì 13 è chiamata a esprimersi su un processo intentato da diverse Ong contro il governo britannico, accusato di violare il diritto internazionale continuando a fornire componenti militari a Israele, in particolare per i jet F-35, nonostante i rischi di violazioni dei diritti umani a Gaza. Il caso, sostenuto anche da Amnesty e Oxfam, punta a forzare la sospensione totale delle esportazioni di armi, già parzialmente bloccate da Londra nel 2024. Il verdetto potrebbe avere implicazioni legali e politiche di rilievo a livello internazionale.

Parlamento Ue

Fertilizzanti russi – Mercoledì 14 la commissione Commercio internazionale voterà la proposta della Commissione di introdurre dazi fino al 100% su fertilizzanti importati da Russia e Bielorussia, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dell’Ue da questi Paesi e limitare le entrate che potrebbero finanziare l’aggressione contro l’Ucraina. Tuttavia, le associazioni agricole europee, tra cui Coldiretti e Confagricoltura, esprimono preoccupazione per l’aumento dei costi di produzione e la mancanza di alternative di qualità comparabile.

Abusi sui minori – La commissione Libertà civili del Parlamento europeo adotterà martedì 13 la sua posizione sulla proposta di revisione delle norme contro l’abuso sessuale sui minori, con particolare attenzione ai reati online. Il testo include nella definizione anche i deepfake e i contenuti generati da IA e introduce nuove misure per rafforzare le indagini transfrontaliere e il sostegno alle vittime.

Reti elettriche Ue – La commissione Industria, ricerca ed energia voterà martedì 13 le sue raccomandazioni sulla resilienza delle reti elettriche europee. Il testo punta a rafforzare la capacità di trasmissione transfrontaliera, integrare meglio le rinnovabili e modernizzare le infrastrutture per garantire stabilità ed efficienza del sistema.

Emissioni e semplificazioni – La commissione Ambiente si esprimerà martedì 13 su una proposta del pacchetto Omnibus I per semplificare il meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera. Il testo introduce una soglia di esenzione a 50 tonnellate per ridurre gli oneri amministrativi a carico degli importatori minori, cercando un equilibrio tra efficacia climatica e praticità per le imprese. Il Cbam, acronimo di Carbon Border Adjustment Mechanism, impone un dazio sulle importazioni di beni ad alta intensità di carbonio, per evitare che la produzione si sposti in Paesi con regole ambientali più deboli.

Recovery Fund – Le commissioni Bilanci e Affari economici analizzeranno martedì 13 l’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza (Rrf), con oltre il 40% dei fondi già erogati. I deputati valuteranno l’impatto degli investimenti e discuteranno le implicazioni per il bilancio Ue post-2027.

Nuovo organismo etico – La commissione Affari costituzionali voterà mercoledì 14 una modifica al regolamento del Parlamento per istituire un organismo etico interistituzionale. Il nuovo ente dovrà fissare standard minimi comuni, esaminare le autovalutazioni delle istituzioni Ue e promuovere la cooperazione sull’integrità pubblica.

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Aree rurali e coesione – La commissione Sviluppo regionale voterà martedì 13 il rapporto dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia Denis Nesci su come rafforzare le aree rurali attraverso la politica di coesione Ue. Il testo propone misure a sostegno dei giovani, delle infrastrutture, della produzione agroalimentare di qualità, dell’accesso a istruzione, sanità, servizi, competenze digitali e collegamenti di trasporto.

Asilo e Paesi sicuri – La commissione Libertà civili esaminerà lunedì 12 la proposta della Commissione europea per rafforzare l’applicazione pratica del concetto di Paese d’origine sicuro, strumento chiave per velocizzare l’esame delle domande d’asilo ritenute infondate. La proposta conferma che gli Stati membri potranno continuare a designare a livello nazionale Paesi terzi non inclusi nell’elenco comune Ue.



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