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«A Caivano i nostri corsi per donne e disoccupati»


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Sono partiti giovedì 8 maggio i corsi per installatori di pannelli fotovoltaici, venditori e programmatori Java che fanno parte di un progetto messo in campo a Caivano da A2A, il secondo operatore energetico nazionale, con oltre 15mila dipendenti, che in Campania gestisce il termovalorizzatore di Acerra e gli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti di Caivano.

Del progetto, così come dell’impegno del governo per le periferie, si è parlato in una diretta della web tv de Il Mattino, condotta dal caporedattore e coordinatore delle Cronache, Gerardo Ausiello, alla quale hanno partecipato Carlotta Ventura, direttore della Comunicazione di A2A, e Mauro Casinghini, direttore generale della Presidenza del Consiglio dei ministri per la struttura commissariale delle periferie guidata da Fabio Ciciliano.

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La sfida

«Il progetto nasce in risposta a un’esigenza espressa dalla struttura commissariale di lavorare su Caivano per far ripartire una delle grandi periferie del Paese» ha raccontato Ventura, che ha aggiunto: «Il modo in cui A2A ha pensato di rispondere era lavorando sul filone dell’educazione, su cui la l’azienda è molto attiva, in particolare nelle scuole. L’abbiamo fatto con l’aiuto della struttura, ma anche dei sindaci, dei presidi e dei parroci. Abbiamo, quindi, fatto un’analisi delle esigenze del territorio e poi lanciato i corsi che sono partiti l’8 maggio». Corsi non generici ma mirati.

«I corsi – spiega la dirigente A2A – sono realizzati in collaborazione con la fondazione Generation del network di McKinsey, e quindi riteniamo di poter garantire almeno un colloquio a quelli che si diplomano. Sono corsi rivolti a chiunque abbia voglia di avere una chance: tra i 70 che hanno iniziato, ci sono 6 laureati, 13 donne e anche persone al di sopra dei 40 anni. Per noi questa è un’attività importante che guarda allo sviluppo perché, se il territorio in cui operiamo è sano e funziona, ne trae vantaggio anche l’azienda, che in zona è presente con impianti sia a Caivano che ad Acerra».

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La strategia 

Un progetto che nasce nell’ambito del piano di rilancio di Caivano varato dal governo, in seguito ai drammatici fatti di cronaca nera rivelati proprio da Il Mattino nel 2023 (in particolare quello delle due bambine violentate da un branco di ragazzi). «In poco tempo è stato fatto davvero molto, a cominciare dal centro Delphinia, che era abbandonato e in cui furono stuprate le bambine, e che oggi è il centro sportivo Pino Daniele, restituito alla collettività grazie all’impegno non solo della struttura commissariale, che ha diretto il programma di sviluppo, ma anche di tanti ministeri, compreso quello dello Sport» ha sottolineato Mauro Casinghini, che ha aggiunto: «Alla rinascita di quel luogo simbolo, però, si sono aggiunte tante altre note positive, a cominciare dalla nascita di un polo universitario che attira ragazzi anche da altre zone della Campania e d’Italia. Inoltre, stiamo realizzando l’auditorium e mettendo in campo attività a supporto dei servizi sociali comunali».

L’asse pubblico privato 

Ma, ha continuato il dirigente della Presidenza del Consiglio, «alla ricostruzione materiale, va affiancata quella immateriale per la quale è determinante il connubio pubblico-privati, se si vogliono ottenere risultati veramente importanti e duraturi». D’accordo Ventura di A2A: «Il rapporto con lo Stato – ha detto a tal propsito – è fondamentale, parlo dello Stato in tutte le sue componenti, perché non saremmo riusciti a far partire questi corsi se non avessimo avuto la collaborazione dei dirigenti scolastici, a partire dalla preside dell’Istituto Morano di Caivano, Eugenia Carfora, che ci ha supportato in tutto il percorso del progetto fornendo anche le aule».

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Il modello 

Anche per questo, quello di Caivano è diventato un modello da esportare. «A fine marzo, è stato approvato dal governo un piano straordinario fatto da 96 progetti su sette zone periferiche che toccano otto comuni d’Italia, che si aggiungono a Caivano. Tra queste c’è anche l’area di Scampia-Secondigliano. E, anche se ogni realtà ha problematiche peculiari, il filo rosso che le congiunge è la necessità di creare una realtà che dia, a coloro che ci vivono, prospettive migliori di quelle attuali» ha concluso Casinghini.





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