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Niente ballottaggio se si raggiunge il 40? Pareri contrastanti a Lecco: «Democrazia a rischio». «No, si evitano i ribaltoni»


A palazzo Bovara, a margine del consiglio comunale di ieri sera, i commenti sull’ipotesi di modifica del sistema elettorale per le amministrative di cui si sta discutendo a Roma

«Quale legittimità può avere un sindaco eletto senza la maggioranza dei cittadini?». Esordisce così Pietro Regazzoni, capogruppo del Partito democratico a palazzo Bovara, nel commentare l’ipotesi di modifica del sistema elettorale per le amministrative di cui si sta discutendo a Roma. Nei giorni scorsi, infatti, è partito in commissione Affari Costituzionali al Senato l’esame del disegno di legge, firmato dai capigruppo dei quattro partiti di centrodestra, che punta a ridurre i casi di ballottaggio nei comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti. Per essere eletti al primo turno, infatti, basterebbe ottenere il 40% dei voti validi, invece dell’attuale 50%. «È facile – aggiunge Regazzoni – cambiare le regole quando non si vince nelle grandi città. Ma alterare così gli equilibri democratici è un rischio serio, soprattutto oggi, con sempre meno cittadini che vanno a votare. Le istituzioni si rafforzano ascoltando le persone, non forzando la mano con premi di maggioranza sproporzionati»,.

Anche Alberto Anghileri è «assolutamente contrario a questa proposta di legge, per un motivo di “principio“: decidere per legge che una città può essere governata da una minoranza mi pare davvero un insulto alla democrazia. Il centrodestra – aggiunge il capogruppo di Avs Con la sinistra Cambia Lecco – propone questa legge perché sa che fa il pieno di voto al primo turno e poi spesso al secondo perde. In questo modo si regala poi un potere enorme a raggruppamenti che non potranno mai vincere le elezioni ma che potranno mettersi sul “mercato” per garantire a centrodestra e centrosinistra i voti necessari per arrivare al 40%. Mi auguro che il Parlamento non approvi questa ennesima vergogna».

Più cauto invece il “Gruppo per Lecco”. «Vedremo cosa uscirà dalla discussione. – sottolineano Clara Fusi e Giovanni Tagliaferri – Certo è che, se da un lato la legge attuale consente di dare ai vincitori un’ampia maggioranza per la governabilità, dall’altro in taluni casi può anche portare a invertire gli equilibri usciti al primo turno come accaduto cinque anni fa a Lecco. La vera sfida pensiamo sia quella di evitare il dilagare dell’astensionismo creando le condizioni perché i cittadini si sentano adeguatamente rappresentati».

Per Cinzia Bettega, invece, la modifica in discussione al Senato potrebbe essere un’innovazione positiva. «Il ballottaggio – sottolinea la capogruppo leghista – comporta un costo economico aggiuntivo e spesso viene disertato dai cittadini. La modifica al sistema elettorale potrebbe essere un modo per evitare questi costi ed arrivare comunque ad un risultato pienamente democratico. Il 40% dei voti validi è una percentuale importante».

Pur considerando l’ipotesi «uno stimolo per richiamare all’appello i tanti cittadini che non partecipano più al voto», Emilio Minuzzo, capogruppo di Lecco ideale – Lecco merita di più – Forza italia, sottolinea che «il centrodestra di Lecco non guarda alle modifiche normative ma punta a creare un’alternativa seria credibile e strutturata a quest’amministrazione di centrosinistra».

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