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Detrazioni spese ristrutturazione agli eredi Agenzia Entrate — idealista/news


Nel caso in cui l’avente diritto dovesse venire a mancare e non sia riuscito a fruirne completamente, le detrazioni fiscali non si perdono. Per i rimanenti periodi d’imposta l’agevolazione viene trasferita all’erede o agli eredi che abbiano continuato a mantenere la proprietà materiale dell’immobile oggetto dell’intervento.

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Chi detrae le spese di ristrutturazione in caso di decesso

In caso di decesso dell’avente diritto, le agevolazioni fiscali derivate dagli interventi edilizi spettano a chi eredita l’immobile, purché lo detenga materialmente. A fare il punto della situazione su questo argomento ci ha pensato in più occasioni la stesso Agenzia delle Entrate, che  è tornata sull’argomento con:

L’AdE ha chiarito che le detrazioni passano direttamente all’erede, purché lo stesso abbia continuato a detenere materialmente e direttamente il bene: l’agevolazione viene riconosciuta anche nel caso in cui sia deceduto il familiare convivente che ha sostenuto direttamente le spese degli interventi effettuati sull’immobile. Indipendentemente dal fatto che i costi sostenuti dal de cuius siano relativi a degli interventi su un immobile di proprietà o su uno che faceva capo ad un altro familiare, che poi ne è diventato l’erede.

Volendo sintetizzare ulteriormente il concetto, questo significa che anche quando l’immobile fosse già nel patrimonio dell’erede, quest’ultimo ha la possibilità di continuare a beneficiare delle rate residue che sarebbero spettate al de cuius.

Quali sono le detrazioni che spettano agli eredi

Ma quali sono le detrazioni fiscali che spettano agli eredi dopo il decesso dell’avente diritto? Si trasferiscono i diritti per gli interventi relativi:

  • al recupero del patrimonio edilizio;
  • finalizzati al risparmio energetico.

Ovviamente la conditio sine qua non che accomuna il trasferimento delle agevolazioni è il possesso materiale dell’immobile. A fare il punto della situazione su questo argomento è la sentenza n. 130 del 23 marzo 2023 della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Piemonte.

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Bonifico parlante, chi lo deve aver effettuato?

Dubbio che a questo punto possono avere gli eredi è che se chi beneficia della detrazione debba anche essere lo stesso soggetto che ha effettuato il bonifico parlante. No, le due persone possono anche non coincidere. Alcune normative fiscali hanno letteralmente modificato questo aspetto: a ribadirlo è la stessa Agenzia delle Entrate, che all’interno della circolare n. 7/2018 ha sottolineato come le detrazioni fiscali possano essere richieste indipendentemente dal soggetto che ha materialmente effettuato il bonifico e dal destinatario della fattura.

In altre parole è possibile, in un secondo momento, decidere chi sia il soggetto beneficiario delle agevolazioni, indipendentemente da chi le abbia pagate.

Uno dei casi più emblematici in questo senso è costituito dai lavori di ristrutturazione effettuati su degli immobili posseduti da più soggetti in comproprietà: tutti hanno la possibilità di accedere all’agevolazione, anche se il bonifico parlante è stato effettuato da una sola persona.

Da quando le spese di ristrutturazione spettano all’erede

Gli eredi possono accedere alle detrazioni relative alle spese di ristrutturazione a partire dal 1° gennaio 2016, quando è entrata in vigore la Legge di Stabilità 2016, grazie alla quale sono state introdotte le novità che abbiamo visto fino a questo momento.

Prima di quella data le detrazioni si estinguono in automatico con la morte del contribuente che aveva effettuato gli interventi. Con la circolare n. 11/e del 31 marzo 2016, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a fornire le disposizioni operative perché gli eredi potessero beneficiare del passaggio delle detrazioni per ristrutturazione

Nel documento, inoltre, viene indicato che le detrazioni spettano ai vari eredi in proporzione alla propria quota ereditaria. L’AdE ha chiarito, inoltre, che le detrazioni spettano anche se i costi erano stati sostenuti prima del 1° gennaio 2016, purché la detrazione non fosse stata fruita interamente dal de cuius.

Cosa succede se un immobile ereditato viene venduto

Nel caso in cui l’immobile oggetto di interventi di recupero sia messo in vendita prima che sia trascorso l’intero periodo per fruire delle agevolazioni, le detrazioni delle quote non usufruite vengono automaticamente trasferite all’acquirente. Sempre che non intervenga un accordo diverso tra le parti.

In altre parole, nel momento in cui viene effettuato un trasferimento per atto tra vivi, il venditore che ha ereditato l’immobile può scegliere se continuare a usufruire delle detrazioni che non ha utilizzato o trasferirle all’acquirente.

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Nel caso in cui non siano inserite delle indicazioni specifiche all’interno dell’atto di vendita, le agevolazioni vengono trasferite automaticamente al nuovo proprietario.

Quando non spetta la detrazione agli eredi

La normativa prevede dei casi in cui le detrazioni sugli immobili ereditati non spettano. I casi più frequenti sono:

  • al momento del decesso l’immobile è locato. La detrazione non spetta perché l’erede proprietario non può disporre del bene a proprio piacimento;
  • quando sono presenti più eredi e l’immobile è a disposizione, l’agevolazione spetta in parti uguali a tutti gli eredi;
  • se ci sono più eredi e uno solo abita all’interno dell’immobile, la detrazione spetta per intero a chi vive all’interno dell’immobile. Gli altri eredi, infatti, perdono la disponibilità del bene;
  • se il coniuge superstite rinuncia all’eredità, ma mantiene il diritto di abitazione, perde la possibilità a detrarre le spese residue, perché ha rinunciato all’eredità.



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