(Intervista pubblicata su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Competitività è la parola chiave dei prossimi anni. Questo il messaggio di Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo in occasione della Festa dell’Europa. E in questa mission l’Italia ha un ruolo strategico.
L’idea di Europa sembra in evoluzione. Quale sarà il punto di arrivo?
«Già, sin da inizio legislatura è stato chiaro alle stesse istituzioni europee che bisognava cambiare rotta, così come chiesto dai cittadini e dalle imprese europee. Un esempio, è la gestione della nuova politica dei fondi di coesione proposta dal vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto. La principale misura di sostegno dell’Unione europea per i territori si concentra sulle priorità del presente e le sfide future, sulla competitività, lasciando la possibilità agli Stati Membri di utilizzare questi strumenti in maniera flessibile e semplificata. Mi piace immaginare la nuova politica di coesione come una grande cassetta degli attrezzi, che mette a disposizione tutti i pezzi necessari alle esigenze e alle scelte di ogni Stato Membro».
Quale deve essere il ruolo dell’Unione europea nei rapporti con gli USA e la Cina?
«Credo che il presidente Giorgia Meloni abbia mostrato la strada su come valorizzare un’amicizia autentica, come quella con gli Stati Uniti, e al contempo tutelare gli interessi europei e nazionali, parlando in modo autorevole e preciso sui temi. Così deve agire l’Europa.
Per quanto riguarda la Cina c’è da affrontare la questione della concorrenza nei confronti delle nostre aziende. Ci sono settori, l’acciaio e la ceramica per citarne alcuni, che hanno bisogno di essere tutelati perché sono una ricchezza riconosciuta nel mondo per la loro eccellenza e un’importante fonte di lavoro per le famiglie. Per questo motivo, dobbiamo innanzitutto pensare quello che l’Europa deve fare per se stessa, per essere più competitiva e utile alle imprese, per garantire loro successo all’estero e sostenere la qualità senza pari di cui sono ambasciatrici nel mondo. Cominciamo quindi ad abbattere le barriere che ci siamo autoimposti, a togliere quei legacci che ci impediscono di correre liberamente. Si potrebbe dire che non vogliamo essere protezionisti ma avere cura delle nostre eccellenze».
Quali sono le strategie del Parlamento Ue per superare le “sacche” di euroscetticismo e consolidare il processo di integrazione europea?
«Il Parlamento Europeo è la casa dei Popoli europei. Per questo motivo lavora ogni giorno sulla legislazione ma anche su come indirizzare ai cittadini le proprie iniziative e i propri valori. Penso a due responsabilità che mi sono state affidate in qualità di vicepresidente del Parlamento Europeo. Comincio con la Settimana dell’uguaglianza di genere, un momento di riflessione e di analisi che si svolge a dicembre in cui facciamo il punto su come migliorare la condizione di donne e ragazze in Europa. C’è poi la Casa della Storia europea, uno spazio dove viene raccontata la storia dell’Europa e riassume il motivo per cui uniti possiamo affrontare le sfide comuni. Un errore tuttavia non deve essere commesso. Ovvero categorizzare come euroscettico chi esercita una critica alla politica. È la stessa Unione europea che sta esercitando una forte autocritica su scelte del passato, penso alla revisione del Green Deal o al taglio della burocrazia dell’Omnibus. Ascoltiamo i cittadini, le loro proposte, i bisogni delle imprese e facciamo tesoro di tutto ciò».
Quali ritiene che siano le priorità per un riposizionamento competitivo continentale?
«Citavo poco sopra la revisione del Green Deal e il taglio della burocrazia. Sono due esempi che rendono bene l’idea di come gli obbiettivi dell’Unione europea devono andare a braccetto con l’industria, la ricerca e il sostegno all’economia. Competitività è la parola chiave dei prossimi anni, ha moltissimi significati e declinazioni. Perciò vorrei concludere con un messaggio per il 9 maggio, la Giornata dell’Europa. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro essere italiani in Europa. L’Italia e i suoi eurodeputati lavorano ogni giorno per ridare fiducia alle nuove generazione in un futuro prospero e all’altezza delle aspettative. Su questa consapevolezza costruiamo i nostri successi».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link