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I lavoratori che rischiano il posto con la sugar tax


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Tra le misure che dovrebbero trovare spazio nel decreto fiscale, ancora allo studio del Mef, c’è anche il rinvio della cosiddetta sugar tax la tassa sulle bevande zuccherate ed edulcorate, la cui entrata in vigore è prevista per il primo luglio di quest’anno, ma c’è l’ipotesi di un rinvio. Una proroga che potrebbe salvare anche dei posti di lavoro, messi a repentaglio proprio dall’entrata in vigore del nuovo tributo.

Sibeg Catania, 200 lavoratori a rischio con la sugar tax

È il caso dei dipendenti della Sibeg di Catania, come denunciato attraverso una nota dai sindacati  Flai Cgil e Uila Uil: “Quasi 200 posti di lavoro sono a rischio nello stabilimento Sibeg Coca-Cola di Catania a causa della imminente entrata in vigore della sugar tax, la tassa sulle bevande zuccherate ed edulcorate. A comunicarlo è la stessa azienda, che ha già trasmesso alle organizzazioni sindacali una prima stima dell’impatto occupazionale. Ma questo è solo l’inizio: la misura colpirà duramente l’intero comparto agroindustriale della provincia. Una scelta politica governativa miope e incoerente, che da un lato si proclama attenta alla salute pubblica, ma dall’altro compromette centinaia di posti di lavoro in un settore già fragile, aggravando le difficoltà delle aziende locali”.

 “Una decisione tanto più incomprensibile – aggiungono i sindacati – se si considera che l’attuale governo, quando era all’opposizione, aveva duramente attaccato la sugar tax voluta dal governo Conte, definendola dannosa e insostenibile. Oggi quegli stessi esponenti, al potere, ne confermano l’introduzione senza alcun confronto, tradendo le promesse fatte alle imprese e lavoratori. Non si promuove la salute tassando il lavoro. La sugar tax, così come concepita, non distingue tra prodotti e colpisce anche le bevande senza zucchero, tassando l’uso di edulcoranti e innalzando i costi per i consumatori. Una misura inefficace sotto il profilo sanitario, ma certamente efficace nel distruggere occupazione. Chiediamo al governo – concludono i sindacati – di sospendere immediatamente l’entrata in vigore della sugar tax e di aprire un tavolo nazionale con le parti sociali, le imprese e le associazioni di categoria per individuare soluzioni alternative e realmente sostenibili”.

La tassa e l’ipotesi proroga

Come detto, la sugar tax è la tassa sulle bevande zuccherate, che punta a ridurre il consumo di zuccheri e promuovere abitudini alimentari più sane, in linea con quanto già fatto in altri Paesi europei. Al momento dovrebbe riguardare dal primo luglio 2025 produttori e importatori di bevande analcoliche zuccherate, che dovrebbero pagare un’imposta di consumo di 10 euro per ettolitro sulle bibite che contengono edulcoranti e dello 0,25 centesimi di euro per Kg nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati solo dopo essere stati diluiti. Ma, secondo le indiscrezioni del Sole 24 Ore, tra le principali novità del decreto fiscale c’è proprio il rinvio della tassa e la limitazione della tracciabilità delle spese di trasferta al solo territorio italiano. Un’eventuale proroga avrebbe anche dei costi: rinviare di sei mesi l’entrata in vigore significa rinunciare a circa 60 milioni di euro, stando ai conti della Ragioneria generale dello Stato, realizzati in occasione della conversione in legge del decreto Superbonus.

Fonte: Today.it

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