Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

107 milestone e target modificati, Italia ancora in difficoltà con la spesa Il Fatto Quotidiano


Dopo mesi di attesa arriva l’annunciata quinta revisione del Pnrr. Lunedì pomeriggio la cabina di regia sul piano ha dato il via libera, stando alla relazione del ministro Tommaso Foti, a una “rimodulazione” di 107 milestone e target, il 30% di quelli da raggiungere di qui al giugno 2026 quando l’attuazione dovrà essere conclusa. Una corsa contro il tempo visto il ritardo nell’avanzamento della spesa effettiva messo in luce anche dall’ultima relazione della Corte dei conti al Parlamento, secondo cui è stato impiegato solo il 33% delle risorse del Piano. “Preoccupante”, ha commentato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, nella relazione annuale 2024 presentata alla Camera: “La scadenza del Pnrr incombe. E, nonostante l’accelerazione impressa negli ultimi mesi, preoccupa l’andamento della spesa, in alcuni settori ancora inferiore al 30% delle risorse destinate”. Risultato: “Non tutti i progetti arriveranno in tempo e probabilmente sarà essenziale dirottarne alcuni e creare un ponte fra il finanziamento Pnrr e altri fondi europei, perché il tempo stringe adesso e la strada è sicuramente più in salita“.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Dal canto suo Foti, che ha sempre bocciato la richiesta di proroga caldeggiata invece dal titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, ostenta ottimismo: con il pagamento della settima rata, ora in fase di verifica finale da parte della Commissione Ue, “sarà confermato il primato europeo dell’Italia nell’avanzamento”, scrive in una nota, “e, in termini di performance, si raggiungerà circa il 55% degli obiettivi programmati”. Quanto alla spesa, i dati – spiega – sono “in aggiornamento sulla piattaforma ReGiS e comunque sottostimati in quanto molti soggetti attuatori non hanno ancora provveduto alla rendicontazione”. Le cifre? “Sono in continua crescita e sfiorano quota 70 miliardi di euro, ovvero circa il 58% delle risorse finora ricevute”. Peccato sia solo il 36% della cifra totale destinata all’Italia.

Tornando alla revisione, che per i ministeri attuatori dovrebbe essere ancora più ampia (48% del Piano, scrive Il Sole 24 Ore), le proposte che saranno sottoposte al Parlamento e poi a Bruxelles includono “modifiche per sopravvenute circostanze oggettive” oltre a correzioni formali, relative “principalmente alla settima rata, su cui si è focalizzata l’attenzione della Commissione europea, che incidono anche sull’ottava, nona e decima rata”. Tra le modifiche principali c’è il dirottamento di 600 milioni di euro di investimenti destinati alla rete di ricarica elettrica, uno dei punti di forza ‘green’ degli aiuti Ue i cui bandi sono però stati un flop, su incentivi per la rottamazione auto. Una scelta che promette di far discutere, considerato che senza colonnine per la ricarica la vita dei proprietari di e-car comprate con gli incentivi si preannuncia molto complicata.

Altri 640 milioni passeranno dall’idrogeno nell’industria ‘hard-to-abate’ all’”Investimento Sviluppo Biometano‘. “È previsto l’incremento degli investimenti per l’implementazione degli impianti di biometano per lo sviluppo dell’economia circolare dei rifiuti e per incentivare il futuro della mobilità attraverso le automobili a basso impatto ambientale, per un valore complessivo di 1,2 miliardi di euro, senza incidere sulla dotazione complessiva del Piano”, ha sintetizzato il ministro.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

C’è poi una significativa, ennesima “rimodulazione” degli investimenti ferroviari, relativamente a opere “di particolare complessità nell’esecuzione e realizzazione” dove si propongono revisioni di target e finanziamenti. Riguardano i lotti funzionali Napoli-Cancello e Cancello-Frasso stanti le criticità incontrate ad Apice-Hirpinia, il sub-investimento Palermo-Catania, la tratta Salerno-Reggio Calabria a fronte di ritardi e il terzo valico del Giovi. Il ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini fa sapere che comunque si mantiene “la piena salvaguardia della dotazione finanziaria originaria”.

Il Sole nota che le revisioni annunciate lasciano irrisolti molti nodi. Per esempio restano fuori dai radar “gli incentivi alle imprese – l’esecutivo ha annunciato a più riprese l’intenzione di dirottare le risorse di Transizione 5.0 verso i contratti di sviluppo e le altre misure più attrattive per le aziende -, l’eventuale ulteriore ridimensionamento del target sugli asili nido, i piani urbani integrati delle città in difficoltà e così via”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri